mercoledì 4 novembre 2009
Paginate e paginate di markette. Uffa, che palle!
Vorrei manifestare il mio fastidio per le paginate "pubblicitarie", mascherate sotto la veste giornalistica, che debbono invariabilmente accompagnare le iniziative editoriali del giornale, i famosi collaterali (che io evito oramai da anni, con l'eccezione dell'amatissimo Tex). Capisco che per l'azienda, in un momento di grave crisi del settore, siano prodotti importanti in quanto garantiscono margini di profitto ancora interessanti (è una ovvia deduzione, altrimento non persisterebbero). Quello che non comprendo è il perchè si debbano inevitabilmente appaltare una/due pagine del giornale per veicolare ogni iniziativa. Ieri, ad esempio, sono state dedicate due intere pagine per accompagnare la nuova (attesissima! indispensabile!) iniziativa sulla storia dell'automobile, scomodando anche il povero Rampini per suggellare l'importanza della stessa.
Osserviamo l'ipertrofia del giornale (ieri e oggi, 72 pagine più la cronaca locale), bizzarramente combattuta dalla direzione a colpi di riduzione della lunghezza degli articoli, cui fa paradossalmente da contraltare una mancanza di esaustiva copertura (cui corrisponde un deficit di visione, evidentemente) del mondo in cui viviamo: dalla crisi delle piccole e medie industrie e dell’artigianato in Italia (il bacino elettorale della destra!) fino alla ritirata dal continente sudamericano, come giustamente rilevato da Luca in un post di qualche giorno fa.
Ebbene, che in questo contesto io debba sorbirmi (per modo di dire, non le leggo mai) intere paginate di articoli a supporto di superflue iniziative editoriali mi pare francamente provocatorio.
Parliamone.
Barbapapà
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