sabato 21 novembre 2009

La provocazione di Caterina: "Non comprerò più Repubblica al sabato finché Nepoti non curerà la recensione principale".



NON CI POSSO CREDERE.

Appena ho in mano Rep., vedo in prima pagina il richiamo a "Il film - Valentino, le mani che hanno scolpito lo stile delle donne", di Natalia Aspesi! E sì, è incredibile, ma quelli di Rep. riciclano come recensione di punta della settimana cinematografica il pezzo della Aspesi uscito IERI sul Venerdì!

Giuro che ieri sera nel proporlo al Sommo Feticista come candidato alla short list quale "Peggior articolo della Aspesi", stavo per aggiungere: "Beh, almeno possiamo stare tranquilli che non sarà questa la recensione di R2Cult."

Il mockumentary su Valentino non è in sé degno, a mio avviso, della recensione di punta. Il mio giudizio personale sul film coincide con quello di Nanni Moretti su "Henry - Pioggia di sangue.".

Da "Caro Diario" (ap. Wik. s.v. Henry etc.):« Per alcune ore vago per la città, cercando di ricordarmi chi avesse parlato bene di questo film. Io avevo letto una recensione su un giornale, e avevo letto qualcosa di positivo su "Valentino." Improvvisamente mi viene in mente... trovo l'articolo e lo voglio proprio copiare sul mio diario: "… e l'appartamento di New York, dove ogni sera le lenzuola devono essere nuovamente stirate, lo yacht T.M. Blue con i suoi Warhol, e soprattutto il famoso [?] Chateau de Wideville, a trenta chilometri da Parigi, dove aveva vissuto a metà Seicento Louise de la Vallière, amante di Luigi XVI. Dove Valentino accorre appena gli annunciano che il milione di rose profumate è finalmente sbocciato." Ecco, penso, ma chi scrive queste cose non è che la sera, magari prima di addormentarsi, ha un momento di rimorso? »


E l'articolo della Aspesi, in entrambe le versioni, è, a mio avviso, orrido – e comunque indegno di analisi approfondita; dire che ogni volta che scrive la parola "carlini" è come se mi infilasse un ago avvelenato nel cuore non sarebbe rifarsi a categorie critiche consolidate; quindi, non lo dirò.

(A parte che i carlini di Valentino mi pare che storicamente siano cinque, come risulta anche dalla foto di copertina del Venerdì; ma lei ne sa i nomi di sei, come Wikipedia… Ma non è questo il punto, ovviamente.)

Il fatto è che non si ricicla un articolo da Venerdì al sabato, dandogli per giunta la posizione di recensione principale - neanche se fosse Ejzenštejn che recensisce "Quarto Potere," figuriamoci la Aspesi su "Valentino-The Last Emperor."

Quindi: senza avere ancora letto null'altro, dichiaro che non comprerò più Rep. al sabato finché ROBERTO NEPOTI non avrà ripreso il controllo delle recensioni (altrimento, caro Roberto, vattene, ma chi te lo fa fare?).

Chiederò al Sommo Feticista di essere così gentile da pubblicare ogni sabato "Le critiche degli altri" in versione integrale, e tanto mi basterà.

Mi chiedo solo: è possibile che il secondo giornale italiano per numero di vendite basi la sua politica editoriale su due soli pilastri: 1) rompere le balle a Silvio Berlusconi; 2) rompere le balle a un brillante ma innocuo fanblog?

(una incazzata) Caterina.

15 commenti:

sfatto ha detto...

R2 Cult se la prende comoda... I lettori di Repubblica vengono informati solo oggi sulla bellissima mostra Lacrime di Eros, in corso a Madrid. Il Fatto Quotidiano ne aveva già parlato, dedicandole una pagina intera, una ventina di giorni fa...

Esponja88 ha detto...

Ovviamente condivido l'incazzatura di Caterina per il trattamento riservato ai negletti Nepoti & D'Agostini: su questo argomento ho già detto la mia svariate volte. Aggiungo che la “recensione” io personalmente l’ho gradita, o comunque tollerata (sul film non mi esprimo perché non l’ho visto, ma in rete è piaciuto anche a critici “insospettabili”), è superficialotta e mondana come ci si aspetta dalla Aspesi ma in fondo mi pare che comunichi bene quello che c’è da dire sul film.
Certo però che vedere Nepoti & D’Agostini ridotti a trafiletti laterali mette proprio tristezza...

aghost ha detto...

scusare la pedanteria ma, siccome qui facciamo le pulci agli altri, almeno nei titoli mettiamo gli accenti giusti: finché e non finchè :) Dico bene? :)))

-clicky- ha detto...

Come si fa a usare nella copertina di R2 Cult di oggi la stessa immagine scelta per lo speciale sull'eBook pubblicato solo 7 mesi fa ("La nuova età del libro", 24 aprile 2009, pagg. 37 - 39)? È riprodotta in Prima, alla pag. 41 e al centro di 42-43, in dimensioni sempre maggiori.

Eppure l'Archivio Immagini di un giornalone come R. dovrebbe contenere qualcosina in più, o no?

Anonimo ha detto...

Sono Massi quello che qualche giorno fa ha scaturito una mini discussione tra l'altro a mio avviso necessaria, sul fatto che Su pazzo per Rep. R2 Cult è statpo stracriticato.
Allora intanto specifico una cosa che in particolare, (molto probabilmente per colpa mia) non si è capita. Sostenendo che tutti possono recensire un film non intendevo certo dire che io o chiunuqe di noi possa recensirlo su un giornale come Repubblica. Ma bensì era una provocazione lanciata, per sottolineare che ritengo a mio avviso estremamente esagerate le critichè rivolte alla Aspesi. Che poi si può discutere sul perchè Rep. non ha come tuitti gli altri grandi quotidiani italiani un giornalista esperto nel recensire il cinema è un'altro discorso. Ma di certo la Aspesi non è una qualunque, è ua delle più grandi giornaliste di costume del nostro paese, ed il cinema mi pare rietri nel gergo "costume" aq pieno titolo. Detto questo non misoffermo su alcune critiche che "giustamente" mi sono piovute addosso sulla forma del mio commento precedente, specifico solo che ho scritto tale commento in fretta, per il poco tempo che avevo a disposizione e quindi la forma ne ha risentito. Rispondo alla simpatica frecciatina del sommo feticista Enrico, che in un commento sostiene "semo tutti giornalisti" assolutamente nn lo siamo e non era questo ciò che volevo dire.
Detto questo sottolineo che so benissimo l'intento di questo blog, che è quello di criticare, il giornale che ama per migliorarlo, perchè non è la prima volta che lo leggo anzi... ne che ci scrivo. Per intenderci sono lo stesso massi che mesi fa, lasciò il commento che poi molto gentilmente e con mio grande piacere Enrico postò in home, "che Italia sarebbe seza Repubblica?". Sono forse tra di voi uno tra i più feticisti di Rep. in Italia, pur ammirando il lavoro che svoge questo blog posso permettermi di rivolgere a codesto qualche critica? Suppongo di si, e il commento di qualche giorno fa, aveva proprio questo intento, e cioè quello di sottolineare che troppo spesso su questo blog leggo critiche esageratamente massacranti.

Anonimo ha detto...

Nel mio piccolo se mi è possibile lancio, una discussione sui veri mali di Repubblica al giorno d'oggi. e sono in ordine:
1 -Ezio Mauro: Senza rinnegare ciò che ha fatto per Rep. è rimasto agli anni 90, e si sente (io lo sento) il bisogno di un rinnovamento, proprio alla testa del giornale.
2 - R2: mai esperimento è stato più infelice e inutile per Repubblica, ha stravolto il giornale, abbassato a mio avviso la qualità (il troppo stroppia) e disorientato in maniera esagerata i lettori. Va asolutamente rivisto, credo che sarebbe positivo, scorporare da R2, la cultura, gli spettacoli e lo sport. E rendere R2 un inserto di approfondimento di non più 4/6 pagine quotidiane.
3: La Grafica: un pò per colpa di R2 un pò per l'immobilismo dei grafici del giornale, fa veramente pena!. Il fatto stesso che il Corriere storicamente indietro su questo campo rispetto a Repubblica, ad oggi offre una grafica più moderna e pulita (soprattutto in prima pagina) dovrebbe far pensare. Tropp ingessata specie nella prima pagina, e troppo spesso trascurata. Si parla tantissimo del fatto che i quotidiani per sopravvivere, devono anche e sopratutto puntare sulla grafica, beh Repubblica dorme?
4 - Le notizie, & la pagina dei programmi: Meno politica inutile, più pagine per cronaca, e internazionali. E perchè no un maggiore interesse verso i fatti di costume puramente evasive, un pò di legerezza aiuta. E poi per favore, una pagina dei programmi adatta, non si può guardare meza pagina fatta a cazzo (scusate l'euemismo) se si confrontano le pagine dei programi del Corriere e quele di Rep. il confronto è impietoso. Ho capit che Mauro non ama particolarmente la TV ma vada oltre il suo naso, per offrire al lettore un servizio adatto.
5 - L'uso del colore: Rep a gran voce ha strillato, per annunciare di essere stato il primo quotidiano in Italia ad usae il full color, benissimo allora che lo usi come si deve, soprattutto in prima pagina, qel celestino scolorito che campeggia dappertutto, non è certo un gran esempio..
Scusate la lunghezza del commento, a rileggerci presto Massi...

sfatto ha detto...

Coraggio Massi, che il peggio deve ancora arrivare. Se è vero, come dicono, che Rep, con la scusa della crisi, ha deciso di sbarazzarsi di parecchie decine delle sue migliori firme - pre-pensionati a partire dai 58 anni, insomma tutto il meglio del giornale - ci possiamo immaginare quale futuro si prepara per i feticisti di questo quotidiano: le critiche alla grafica o al colore saranno solo delle banalità rispetto alla caduta di qualità che si prospetta

Esponja88 ha detto...

Anch’io considero la Aspesi un’eccellente giornalista di costume, ma mi pare come minimo ovvio che il cinema non è (solo) costume! Non lo è la musica, non lo è letteratura, perché dovrebbe esserlo il cinema? Il cinema è, molto banalmente, una forma d’arte: e merita di essere trattato come tale. La Aspesi va benissimo per la fuffa, il lato mondano, il gossip sui divi, le polemichette di contorno: ma la critica cinematografica non può esaurirsi nell’ultimo scandaletto sessuale concernente l’attrice di turno. Quindi no, la recensione principale alla Aspesi non va bene per niente ed è una brutta macchia sulla reputazione di Repubblica. Specie considerando che i due critici “veri” li hanno messi a compilare trafiletti.

Esponja88 ha detto...

"E perchè no un maggiore interesse verso i fatti di costume puramente evasive, un pò di legerezza aiuta."
A me sembra che che di leggerezza (o di futilità) ce ne sia fin troppa su Rep.
Se voglio leggerazza mi compro Sorrisi & Canzoni e mi godo gli editoriali di Signorini.
Mauro ha fatto il suo tempo, ma se dovessero rispuntare certe raccapriccianti candidature (De Bortoli!) allora Mauro forever.

Unknown ha detto...

Caro Sfatto, guarda che il pre-pensionamento non danneggerà proprio nessuno. O meglio, non cambierà le cose. La stessa Aspesi, con tanti suoi colleghi, è in pensione (o in età pensionabile) da un pezzo e mi pare continui a scrivere... Possibile che non si parli mai di un rinnovamento, di un ricambio che continua a non esserci? Davvero vi preoccupate dei vecchi che non sanno accontentarsi della pensione?

Barbapapà ha detto...

Pur comprendendo lo sdegno di Caterina, non ritengo così delittuoso che R2 Cult abbia dedicato la recensione principale al documentario su Valentino. E' coerente con l'aver assegnato ad altri che non siano i critici professionisti del giornale il ruolo di critico di riferimento. E se assegni alla Aspesi (ma è così?) tale ruolo, è normale che poi parli del documentario sul suo amato Valentino (distribuito in Italia in 10 copie...).
E non ritengo inoltre che sia così grave che avessero già dedicato al documentario un articolo sul Venerdì.
Settimanale e quotidiano viaggiano in parallelo e tante volte è successo che un argomento sia stato trattato su ambedue i fronti senza scandalo di sorta. L'articolo sul Venerdì era decisamente più ampio, come giusto, e anche più analitico nel citare le frivolezze dello stilista. Articolo godibile, condivido Jack.

Non comprare Repubblica per la scelta del giornale in campo cinematografico o, in generale, per l'impostazione di R2 Cult mi pare scelta discutibile.
Ieri, assorbito il consueto malumore per la stolidità del curatore di R2 Cult (la sezione Tempo Libero rimane un'oscenità. Hanno solo avuto l'accortezza di mettere in corsivo i titoli dei dischi recensiti per far capire di che sta trattando la recensione), ho volto lo sguardo al resto del giornale. E mi è parsa una bella edizione, con tanti argomenti (purtroppo la cronaca ha aiutato) ben trattati e tante firme di spessore. E questo per me è quello che conta e che mi fa ritenere ben spesi i miei soldi.

Anonimo ha detto...

Sommo Barba, sempre sagge e ponderate le tue parole. E' che non mi rassegno alla violenza perpetrata sulla pagina del Cinema, che è la mia passione – mentre, per es., non mi interessa la Musica (lo confesso, e me ne vergogno), per cui su tale argomento mi affido alle tue parole, che parlano di "malumore," "stolidità," "oscenità" – guarda un po'… In questo caso, poi, la mia irritazione era intensificata dall'argomento "esaltazione dei miliardari, della diseguaglianza e dello spreco," che non è proprio il mio piatto preferito.

Ma è vero, il giornale di ieri, cinema a parte, era molto buono. La mia minaccia di boicottaggio aveva semplicemente lo scopo di scioccare i vertici del Gruppo Espresso-Repubblica; far convocare in fretta e furia un CdA straordinario; spingere gli investitori a esercitare forti pressioni in direzione feticistica su Mauro e la redazione; portare alla stampa immediata di un inserto di scuse rivolto a PPR e a me personalmente, cui sarebbe stata affidata in diarchia con Nepoti la gestione dittatoriale delle dieci pagine quotidiane del Cinema, intitolate "Lo sguardo proletario"… (Mi portano via.)

Barbapapà ha detto...

Somma Caterina, temo di essermi espresso male. Io condivido la tua indignazione per l'inserto R2 Cult, a partire anzitutto dalle pagine dell’amatissimo cinema. Il tuo dolore per la mortificazione dei due professionisti di Repubblica è il mio e ne abbiamo già parlato.
Io mi lamento in particolare delle due paginate di Tempo Libero, perfetta sintesi di confusione, leggerezza e superficialità, perchè sottraggono spazio non solo alla musica ma a tutto quanto di interessante l’Arte nel senso più ampio del termine ha prodotto nella settimana.

E’ un inserto mal pensato o, peggio, niente affatto pensato. I libri possono godere di uno spazio sufficiente per una recensione ragionata, mentre i film (a parte la recensione del giornalista di chiara fama) devono essere confinati in poche microscopiche righe in cui Nepoti e D’Agostini devono far sfoggio di mirabili capacità di sintesi per giudicare un’opera. La pubblicità (che so bene essere indispensabile fonte di ricavi) incombe malefica a ferire ogni pagina dell’inserto, con il risultato paradossale che in R2 Cult Cinema e Teatro hanno meno spazio di prima.

A dirla provocatoriamente, io avrei capito, sia pur faticosamente, lo stravolgimento imposto da R2 Cult al giornale con l’assorbimento di tante sezioni autonome (cinema, teatro, libri) se avesse avuto il fine di portare nuovi lettori. Come dire, impongo un sacrificio ai lettori abituali, ma allargo la platea ad un lettorato più ampio. Ma non è questo il caso, anche alla luce del basso profilo tenuto in sede di lancio.
Di norma poi questi inserti non portano nuovi lettori, mentre si risolvono spesso in una modesta realizzazione che avvilisce gli aficionados. Ed è il nostro caso.

Hai ragione, Caterina, ad incazzarti ad alta voce. Mi ero ripromesso di non tornare più su questo inserto, salvo improbabili miglioramenti. Ma è doveroso far sentire sempre la propria voce indignata di fronte a questi esempi di cecità giornalistica.
Vorrei tanto che vi fossero menti illuminate nel management di Repubblica che, colpite dalle generali critiche di questo blog, si facessero venire qualche dubbio sulla fattura dell’inserto. Ma temo che per il management moderno la parola dubbio equivalga alla parola debolezza.
A meno che lo choc per la tua decisione di non comprare più il giornale di sabato non li scuota dal loro dormiveglia...

Unknown ha detto...

ecco, bravi, forse se foste voi lettori a lamentarvi vi darebbero retta. Perché se lo facciamo noi collaboratori non ci ascoltano. Pensano che abbiamo bisogno di sfogarci con le nostre masturbazioni critiche. Voi probabilmente interessate di più a laRepubblica. Giustamente.
Fate una petizione (alla maniera del giornale stesso), mettete su una raccolta firme...
Comunque, da quel che ho capito, questo quotidiano non è più disposto a rischiare.

Anonimo ha detto...

Alla fine, guardate, cosa scrive Lo Stampista:

"Lietta Tornabuoni (che peraltro Pazzo Per Repubblica ci invidia poichè a loro manca un critico cinematografico degno, e hanno ragione)."

Che cosa! Noi il critico degno ce l'abbiamo, e si chiama ROBERTO NEPOTI, che ne vale mille delle vostre Liette. Semmai siete voi che, avendo la Tornabuoni, ci invidiate la Aspesi.