sabato 12 dicembre 2009

Ancora su Arbasino con Viola.

Già che siamo in vena di sparare sulle grandi firme. I pezzi di Arbasino (dalle letterine che a volta gli pubblica anche il Corriere, agli elzeviri fino alle articolesse di due pagine di cui non invidio il titolista, perchè dopo due righe l'autore parte per la tangente e parla di tutto quello che gli viene in mente, per cui non dev'essere facile capire non dico la notizia ma anche il senso) hanno un elemento ricorrente (due, se si considera il fatto di essere scarsamente comprensibili ai più). Cioè il fatto che a un certo punto l'Alberto parte con l'elenco: una volta si poteva andare in giro per l'Europa e l'America a vedere Strehler, Visconti, Fellini, la Callas, Tennessee Williams, Peter Brook, Mastroianni, Laurence Olivier eccetera, mentre adesso ci sono in giro solo pezzenti e scoreggioni. Tutto questo fa il paio con il pezzo che Sandro Viola scrive almeno una volta l'anno. E che è così riassumibile: che bello quando a viaggiare eravamo in pochi che quando andavamo a Londra sapevamo già qual era il miglior cravattaio di Jermyn Street e in giro non c'era casino. Adesso invece in aereo ci va chiunque e a Londra si trovano tutti questi barboni in pantaloncini e scarpe da ginnastica.

Fabio P.

4 commenti:

Barbapapà ha detto...

Grande Fabio P.!
Sottoscrivo in pieno, con un unico distinguo.
Viola ha uno stile di scrittura molto chiaro e comprensibile, che ha il pregio di includere, nelle sue rievocazioni, i poveri sfortunati lettori ignari del bel tempo che fu.
Arbasino invece scrive con l'esplicito obiettivo di escludere gli illetterati lettori dalle sue nostalgiche memorie.
In altri termini, Viola mi pare più democratico, per quanto non meno snob di Arbasino.

Viola è un bel po' che non scrive sul giornale. Che fine ha fatto?

Anonimo ha detto...

Giusto! E poi parlano di gauche caviar!

Occam ha detto...

Sì però La Vita Bassa – citazione bianciardiana (La Vita Agra) – è il saggio antropologico più esaustivo e puntuale sui GGGGGGiovani scritto negli ultimi anni, non bisogna né appartenere alla gauche caviar né ad alto per riconoscerlo. certo, prima bisogna leggerlo

Barbapapà ha detto...

Caro Occam, qui si sta discutendo del contributo che i citati Arbasino e Viola forniscono periodicamente al giornale. Ed il tenore di certi articoli (non tutti, questo dovrebbe essere chiaro) è quello descritto egregiamente da Fabio.
Non si discute quindi della produzione letteraria di Arbasino. Che, alla luce dei suoi articoli su Repubblica, posso flaianamente chiosare così: non l'ho letto e non mi piace!