sabato 12 dicembre 2009

Caro Bocca: la caligine da Malebolge ci esce dagli occhi.



Oggi è il quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana. Due pagine di servizi commemorativi ieri su Repubblica. Con articoli di Guido Crainz, Benedetta Tobagi e indovinate di chi? Sì, proprio lui, Giorgio Bocca.

Tutte le volte che c'è da commemorare la strage di piazza Fontana, Repubblica fa scrivere un pezzo a Giorgio Bocca che, inevitabilmente, riscrive puntualmente lo stesso pezzo ricicciato.

Clamorosa la somiglianza tra il pezzo scritto ieri e quello scritto il 5 maggio del 2005. A tenere banco è la caligine da Malebolge, un figurato che il povero Bocca non si toglierà mai più dalla mente. Lui che abitava in via Bagutta a due passi dalla piazza e che improvvisamente ricevette una telefonata da Italo Pietra. Incubi ricorrenti per lui ma anche per noi lettori di Repubblica che ogni anno sistematicamente ci dobbiamo sorbire il pezzo che parla di Malebolge, Bagutta e Pietra.

Dal pezzo di venerdì 11 dicembre 2009:

Della sera del 12 dicembre 1969, la sera della bomba nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, ricordo la nebbia fitta, la caligine da Malebolge. Allora abitavo in via Bagutta, a quattro passi dalla piazza.
Ma il mio studio stava nell’interno e non avevo sentito il fragore dell’esplosione. Mi chiamò al telefono Italo Pietra, il direttore del Giorno: «Vai in piazza Fontana, è scoppiata una bomba in una banca. Vai a vedere poi vieni a scrivere al giornale».


Dal pezzo del 5 maggio 2005:

Una Milano buia come la sera del 12 dicembre 1969, la sera della strage di piazza Fontana non la posso dimenticare. Allora abitavo in via Bagutta a quattrocento metri da piazza Fontana e dalla Banca dell' Agricoltura, la banca della strage. Milano in una caligine da Malebolge, da palude Stigia. E in quel buio arriva una telefonata da Pietra il direttore del Giorno. I direttori non ti chiedono mai se hai sentito, visto, saputo. Loro devono fare il giornale e ordinano: «Vai a vedere a piazza Fontana e poi vieni a scrivere il pezzo al giornale».


In ogni caso, onore alle vittime di quella terribile strage.

Qui sotto l'edizione del telegiornale della notte di quel 12 dicembre 1969.

6 commenti:

aghost ha detto...

povero Bocca, e che dovrebbe scrivere per la 40esima volta? Hai voglia a non ripetersi. Del resto il fatto è sempre quello. Neanche Zucconi, o Ceccarelli, ci riuscirebbero :)

gpp ha detto...

Per di più, la "caligine" con Malebolge non c'entra nulla, visto che la palude del fiume Stige è quella che circonda la città di Dite, in cui bisogna entrare per accedere al'ottavo cerchio, Malebolge appunto.
In nessuna delle 10 bolge si fa riferimento a caligine, ma non voglio annoiare nessuno dettagliando gli ambienti descritti da Dante.
E leggere meglio la "Comedia", Bocca ?

Barbapapà ha detto...

Se consideriamo che Bocca viaggia verso i novant'anni e che non pare molto amante dell'innovazione tecnologica (leggasi: archivio su computer), ci sta che abbia rifatto pari pari un vecchio pezzo. E che magari confidi nella memoria corta dei lettori. La mia, ad esempio, visto che non ricordavo affatto il precedente articolo (e tutti gli altri che avrà scritto sulla strage ad ogni commemorazione).
Quindi, bravo al Feticista Supremo!

Anonimo ha detto...

Applaudo alla puntigliosità di gpp. Ma si può dire che Bocca abbia in mente la caligine che caratterizza l'Inferno in generale: vd. Pg 1.128-9; nonché passi come If 9.6, 82; e che usi Malebolge quale sineddoche espressiva per l'inferno in generale; Malebolge occupa in fondo dal canto 18 al 30. La "caligine di Malebolge" non è censurabile, a mio avviso.

Enrico Maria Porro ha detto...

Ok Aghost, è vero ciò che dici. Ma è anche vero che l'espressione caligine da Malebolge ci ha scassato le palle! Potrebbe evitare di ripeterla tutte le sacrosante volte. Non so, potrebbe dire, per esempio, "scighera milanese"...

aghost ha detto...

enrico, ha scassato le palle a voi feticisti forse (io non sarà mai al vostro livello), la maggior parte della gente non ricorda nulla, non dico da un anno all'altro ma neppure da una settimana all'altra.

Io per esempio, Malebolge non l'avevo mai sentito, e se l'avevo sentito non ci ho fatto caso :)