martedì 29 dicembre 2009

Omero Ciai cambia continente.

Dall'America Latina, suo territorio d'adozione, passa a commentare i fatti sanguinosi di Teheran.

Colpa della crisi? O chi di solito ne scrive (Bultrini, Caprile, Valli, Caferri, Vannuccini etc...) è in ferie?

3 commenti:

aghost ha detto...

A me sfugge la logica di questo errabondare degli inviati da un continente all'altro.

Penso che, per quanto preparato e colto, nessun inviato avrà mai il polso della situazione meglio di qualcuno che vive sul posto.
Mi ricordo, ad esempio, delle bellissime corrispondenze dalla Serbia di una giovane (sorry, il nome mi sfugge) durante la guerra, o quelle del medico italiano Alberto Cairo in Afghanistan. Curiosamente, nessuno dei due era giornalista, eppure erano fior di corrispondenze.

Dal "sorriso beffardo" di Battisti (a proposito che fine ha fatto?) allo sguardo torvo degli ayatollah, cosa mai potrà capire il povero Ciai, catapultato da un paese all'altro come un pacco postale, anzi come qualcuno che viene buttato in piscina vestito?

Poi ci sarebbe la questioncella dei costi... ma stavolta lasciamo stare

Enrico Maria Porro ha detto...

Aghost, due puntualizzazioni: Ciao non è stato oinviato a Teheran, ne ha scritto da Roma, quindi niente sprechi, resta il fatto che Ciai viene preso e buttato a commentare cose a destra e sinistra e forse ne farebbe volentieri a meno...

Me la ricordo anch'io la serba che teneva il diario da Belgrado, era l'ottima Biljana Srbljanovic. Davvero brava.

vecchio lupo ha detto...

a mio avviso Ciai scrive comodamente da casa sua, come spesso fa Zucconi e come fanno altri. Per un giornale di primo piaqno non è una cosa positiva
vecchio lup