lunedì 7 dicembre 2009

Smorto Maltese.

Francesco Costa, giornalista che collabora con l'Unità, sul suo blog sostiene che il pezzo di Curzio Maltese di domenica, con la cronaca del No-B Day, è stato il peggior editoriale della sua brillante carriera di giornalista.

Un po' ha ragione, però.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

lFrancesco Costa ha assolutamente ragione. Autocritica, compagni: noi di PPR dove eravamo, mentre CM scriveva "Quando sarà finita l'era Berlusconi, si parlerà ancora del 5 dicembre come di un giorno che ha cambiato la storia"? E' l'8 dicembre da 46 minuti, e non solo io, personalmente, non parlo del 5 dicembre da circa 48 ore e 46 minuti, ma sul sito di REPUBBLICA non vi è il minimo accenno a tale evento epocale, laddove si possono leggere titoli come questo: '"Fermi tutti, è una rapina" | il ladro è Babbo Natale', oppure "Canada, benvenuti a Vulcan | qui si vive come in Star Trek." Dovevamo accorgercene prima noi, che vergogna.

Enrico Maria Porro ha detto...

Mea Culpa. Tutti in ginocchio sui ceci.

Gabriele ha detto...

Scusate, ma CM è dal 1994 che dice che Berlusconi è politicamente finito, che ancora pochi momenti e cadrà definitivamente... Peccato - e lo dico sul serio - che sia dal 1994 che ha clamorosamente torto

aghost ha detto...

be', è dura buttar giù uno che dispone di una potenza mediatica come quella berlusconiana. Direi quasi impossibile: anzi il declino di B, se mai esiste, avviene principalmente per colpa sua.

Quanto al No Bday, direi che la sua incidenza è stata pressoché nulla, se non fosse per il fatto, assolutamente nuovo, che per la prima volta si è mosso qualcosa dal basso. E qusto ha dato molto fastidio ai partiti, principalmente al PD, che si è visto scavalcato nell'opposizione al governo non solo da Dipietro ma perfino dalle piazze :)

Barbapapà ha detto...

Non ho difficoltà a dire che non avevo letto l’editoriale di Maltese né gli articoli di cronaca sulla manifestazione. Perché non ritenevo potessero fornirmi elementi di valutazione in più rispetto a quanto avevo già recuperato da altre fonti sulla manifestazione.
E questo vale soprattutto per Maltese, giornalista che stimo molto ma che, a mio parere, dà il meglio di sé quando lavora sul campo e non dietro la scrivania. L'inchiesta sulla Vaticano SpA o le cronache sul movimento dell'Onda o le interviste rappresentano il miglior Maltese. Quando invece indossa il mantello dell'analista politico perde invece molta efficacia perché si limita ormai da tempo a dare voce, sia pure con stile encomiabile, alle doglianze o indignazioni (legittime) dell’Italia civile.
Oggi, sia pure in ritardo, mi son deciso a leggere l'editoriale incriminato: Costa ha ragione su tutta la linea. Maltese ha sempre mostrato particolare attenzione ai movimenti giovanili, però l'euforia e i toni enfatici esibiti in questo articolo non sono giustificabili in un giornalista della sua esperienza. Rendendo oltretutto facile la critica mossa da Galli della Loggia sul Corsera di ieri (che ha ironizzato sulla “abituale sobrietà” di Repubblica).
Non ho da aggiungere altro, perchè Costa ha già detto il dovuto.