martedì 5 gennaio 2010

Back to the Usa?



Segnalo le due righe di Dagospia di ieri:

"New York City, 2 gennaio ore 18: che ci faceva Ezio Mauro con tutta la famiglia in un grande magazzino che vende materassi, cose per casa e per bagni sulla 6 angolo 26 street?".

Ora, tutti gli addetti ai lavori sanno che il desiderio di Mauro è quello di tornare in America a raccontare storie, una volta lasciata la direzione di Repubblica...

Io non so se C.D.B. abbia intenzione a breve di nominare un nuovo direttore, però le due righe di quel sommo sfruculiatore di Dago mi hanno molto incuriosito.

A.B.

20 commenti:

Piazza Indipendenza ha detto...

Forse stava semplicemente comprando saponette o profumi per la casa, o articoli da regalo di vario genere. Dago spesso ci prende. Qualche volta pero' prende anche sonore cantonate. Vedremo.

l'ultimo spenga la luce ha detto...

il primo di 83 ?

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao "l'ultimo spenga la luce" e benvenuto sul blog. Intanto complimenti per il nickname. Vuoi dire che Ezio Mauro fa parte della CDB LIST?

Gabriele ha detto...

Per quanto avevo letto chissà dove, Mauro ha un figlio che vive (studia o lavora, non so) a New York. Sarà andato a trovarlo per le feste e gli avrà comprato qualcosa per la casa. Sempre a pensare male, eh? Tra l'altro, visto il clima di scontro tra rep. e il Silvio, dubito assai che Cdb lo cambi adesso: sarebbe letto come il segno della resa a meno che non lo sostituisse con un Travaglio

Barbapapà ha detto...

Concordo con Gabriele. La sostituzione di Ezio Mauro oggi è complessa proprio perché rischia di essere letta come una resa di De Benedetti al Cavaliere.

Però una ventata di novità serve al giornale. Questo è indiscutibile, come indiscutibile è il valore di Ezio Mauro che ha mostrato una grandissima capacità di mantenere il giornale nel solco dei valori che Scalfari ha innervato nel 1976.
Meno valore, spiace dirlo, ha portato Ezio Mauro sul fronte puramente giornalistico ove Scalfari rimane su un altro pianeta quanto a capacità di costruzione e di innovazione del giornale.

Enrico Maria Porro ha detto...

Travaglio direttore di Repubblica è un po' come dire Vendola segretario del PD.

Anonimo ha detto...

Peccato che il direttore a quell'ora era già pronto per l'imbarco in aeroporto....
Buon anno nuovamente, Rastignac

Barbapapà ha detto...

Grande Rastignac! Sempre pronto a fornire luce.
Bellissimo poi quel "direttore", quasi affettuosamente deferente. :)

Gabriele ha detto...

Enrico, lo dicevo ovviamente come un paradosso. per quanto Vendola segretario del Pd lo vedrei benissimo: se Vendola fosse il segretario del pd almeno esisterebbe il Pd!

vecchio lupo ha detto...

Il viaggio di Ezio Mauro a NY è stato una breve vacanza.
Per ora De Benedetti non cambia cavallo.
Ma il successore di Mauro è stato già individuato. Bisognerà aspettare alcuni mesi.
Va giustamente sottolineato che Mauro, dopo i primi due anni di difficile successione al grande Scalfari, si è rivelato un ottimo direttore quanto alla realizzazione del giornale. Il rapporto con la redazione è stato però meno felice.
Resta comunque un giornalista di primo piano e apprezzato.

Barbapapà ha detto...

Vecchio Lupo, sulle qualità di Mauro non vi son dubbi. Ha mantenuto il timore sulla rotta scalfariana con grandissima capacità e determinazione.
Da lettore, pur ritenendo buona la realizzazione complessiva del giornale (il migliore in Italia, senza confronti), rilevo che non vi è stata negli anni particolare capacità innovativa (non mi si venga a parlare di R2, per cortesia, o di D o di Velvet...): l'impianto del giornale risale, giustamente, a Scalfari. C'è stato un buon rinnovamento nel "parco" degli editorialisti con il reclutamento di nomi di spessore (penso a Boeri, Penati, Saraceno, Urbinati, per citarne solo alcuni), mentre dall'interno non sono emersi molti talenti.
Ma, soprattutto, la capacità di raccontare quanto avviene nel profondo del paese si è alquanto affievolita. In generale, si nota una minore efficacia nel selezionare le notizie e nel produrre inchieste di spessore. Tanta aria fritta che deborda ovunque, fino alla erezione di una dimora di lusso dalle fragili fondamenta come R2.
Per fare un esempio, alle meritorie inchieste sugli scandali berlusconiani e le 10 domande ha fatto da contraltare una modesta capacità di raccontare dal basso (non solo con gli editorialisti di grido) gli effetti negativi della recessione proprio sui ceti più propensi al voto a destra (in questo il Corsera ci ha decisamente battuto).
Taccio infine della demenziale decisione di scrivere articoli brevi o dell'inutile invadenza delle foto.

Repubblica negli ultimi anni è diventato un giornale di “reazione”, nel senso letterale del termine ovvero che reagisce (bene, sia chiaro) agli eventi. Mentre noi lettori vogliamo un giornale di “azione”, come è avvenuto nel caso delle vicende berlusconiane ma come non avviene normalmente. E poco importa che questa sia la caratteristica del giornalismo italiano, molto seduto, molto autoreferenziale, poco investigativo.

Ribadisco la stima per Mauro. Ma sono convinto che il cambiamento faccia bene a tutti.
Spero in Rampini, che si dice essere particolarmente amato da CDB.

aghost ha detto...

Concordo con Barba in tutto, salvo che per le foto (sono fotografo e quindi difendo la corporazione di cui NON faccio parte). Le foto possono essere un richiamo eccezionale, criticherei piuttosto la sciatteria con cui sono scelte (cosa peraltro comune ai giornali italiani tout court). Farei addirittura il contrario di come si fa adesso: ingrandirei le foto, però scelte come dio comanda.

Nulla è più triste infatti di una pagina di giornale scritta fitta fitta o con qualche fotina insulsa formato francobollo. Non si dice, giustamente, che una (bella) foto vale più di mille parole? Ci puoi fare un intero articolo, senza menarla tanto al lettore :)

Barbapapà ha detto...

Aghost, ho sintetizzato troppo il mio pensiero. Non sono contrario alle foto né auspico un giornale di solo testo, ci mancherebbe.
Sono però infastidito dalla combinazione testo breve - foto sovrabbondanti e inutili, tipica di R2.

Concordo con te che le foto possono essere più eloquenti di un testo scritto, però non mi pare che sia quanto accade mediamente a Repubblica. L'unica eccezione è l'inserto (da te non letto!) della Domenica ove l'uso delle foto combinato con un testo della doverosa ampiezza mi pare efficace.
Quando ti deciderai a comprare il giornale la domenica (o a scaricartelo dal sito), mi farai sapere. :)

Anonimo ha detto...

Mauro a me non è piaciuto.
elenco qui di seguito i motivi:

-poche inchieste se non sempre le solite contro silvio

-poco sguardo internazionale ma quasi solitamente rivolto all'italia

-alcuni parti del mondo trascurate come se non esistessero (asia, con Cina a parte fino a quando la seguiva Rampini, e america latina)

-pochi giornalisti di valore arrivati; i nomi sono sempre quelli

-una gestione prettamente conservativa, poche novità e quelle introdotte orribili (vaggi, r2 su tutte)

dimostrazione di questa gestione un crollo di lettori e Repubblica che da giornale di inchiesta è diventato di fatto un organo poilitico, di opposizione, ma che sempre meno svolge il compito di informare.

aggiungo un sito web penoso, provate a confrontarlo con quello del pais, repubblica.it esce terribilmente ridimensionato

saluti

Luca

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Luca, benvenuto sul blog, ma forse eri già intervenuto, non ricordo. Alcune cose che sostieni su Mauro sono un po' inclementi, però su una cosa hai proprio ragione: il sito di repubblica è decisamente brutto. Per esempio , senza andar tanto lontano, udite udite, io preferisco quello del Corriere.

Il sito del Pais, poi, è di un altro pianeta...

Occam ha detto...

Mauro col suo stile calvinista ha scritto – non parlo degli editoriali – pietre miliari del giornalismo del terzo millennio (ricordo i reportage a Napoli per i rifiuti e nella sua Torino dopo il rogo alla ThyssenKrupp), pezzi da imparare a memoria, già in lista credo per il Meridiano Mondadori post-2001. sono disposto a seguirlo (senza abbandonare Rep [forse...]) non appena dovesse traslocare.

Barbapapà ha detto...

E non dimenticherei, caro Occam, il bellissimo reportage di fine agosto sui due sopravvissuti sul gommone rimasto in mare per oltre 20 giorni, carico di 78 immigrati eritrei ed etiopi.

Le qualità giornalistiche di Mauro non sono mai state in discussione.
Quelle sulla realizzazione del prodotto giornalistico, nonostante rimanga il migliore, sì. E non credo che sia eresia dirlo.

Occam ha detto...

x Barbapapà:
verissimo, dimenticavo.

Anonimo ha detto...

si Enrico ricordi bene, sono già intervenuto sul blog a proposito dell'america latina.
io non discuto il Mauro giornalista, qui pensavo si parlasse del Mauro direttore di Repubblica, che a mio avviso ha gravi lacune, ha reso il giornale un organo politico, con una modesta visione giornalistica e con pochissime inchieste.
poi osservando il fatto che Mauro stesso è nato come giornalista di inchiesta non capisco perchè non lanci qualche giovane giornalista a fare quello che un giornalista deve fare, cercare informazioni, fare inchieste, andare sul posto.

il sito di Repubblica è proprio brutto, preferisco di gran lunga quello della stampa e del corriere, posto che bbc e el pais sembrano di un altro mondo

nonostante tutto cmq continuo a comprare Repubblica meno saltuariamente del solito più per abitudine che per altro....

a presto

Luca

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Luca, allora ben tornato!