venerdì 8 gennaio 2010

Battista, Galli Della Loggia, Ostellino e Panebianco: i 4 dell'Ave Maria.



Sono stupito che nessuno abbia ancora postato qualcosa su quello che c’era sul Corriere di ieri (foto), a proposito dell’aumento del prezzo del quotidiano.

Mi riferisco all’articolo di Rizzo e Stella (mica due qualunque, sono gli equivalenti di D’Avanzo e Bonini di Repubblica) contro la decisone dell’editore e la “morbidezza” del direttore FdB su questa cosa.
 
Trovate tutto qui.

Ben argomentato, sia dal punto di vista economico che politico. E corredato da una proposta pratica, a scanso delle solite polemiche (“criticate, ma cosa proponete?”).
E già questa secondo me è una notiziona.
Ma la cosa migliore è leggere i post dei lettori sul forum aperto per l’occasione. Ne quoto due a titolo di esempio :

Il calo delle vendite... - di Nananino

...forse è dovuto ai pessimi editoriali dei quattro dell'Ave Maria: Battista, Galli Della Loggia, Ostellino e Panebianco. Ora, se aumentate il prezzo, le vendite caleranno ancora...

Il costo dei giornali - di Lettore_21364

Temo che l'aumento in questione si colleghi al calo dei lettori (cosa che non credo si sia verificata per "Repubblica"). Credo che se si evitasse di permettere a Battista di glorificare Craxi (soprattutto dopo l'articolo di Ferrarella) molti lettori non fuggirebbero. Cordialità, giuseppe licciardello


La morale ?

Non pensavo che tanti comunisti leggessero il Corriere. Oppure non lo erano, e lo sono diventati dopo dosi da cavallo di editoriali dei 4 dell’Ave Maria, appunto…

GPP

8 commenti:

Supersoul ha detto...

oooh, quì sì che c'e da sbizzarrirsi (e da infervorarsi).
Gli editoriali di questi 4 signori credo di poter affermare che rappresentano un pò il fumo negli occhi per noi frequentatori di questo blog quando ci capita di comprare il Corrierone (non è che sto parlando a nome di tutti, chiaro che se fra noi "pazzi per R." c'è qualche loro supporter farà sentire la sua voce).
Io non possiedo la cultura necessaria per poter raccontare le parabole del Corrierone e le sue varie derive attraverso gli anni, ma conosco (e ho conosciuto in anni passati gente che poi ha cambiato idea in proposito) diverse persone che preferiscono il Corriere per un motivo preciso: Repubblica troppo schierata, troppo di parte, mentre il giornalone di via Solferino un organo liberale di più larghe vedute, non compresso nel progressisimo di sinistra ad ogni costo, una tradizione informativa che DA' SPAZIO A TUTTi, un punto di riferimento per chi vuol sentire TUTTE le voci, una palestra intellettuale a 360 gradi, una garanzia di indipendenza liberale contro i pericoli di banderuole di qualsivoglia colore. Fin qui ho cercato di riassumere perchè svariate persone (molte delle quali in buona fede e perbene) antepongono il Corriere a Repubblica.
Allora. Prima di tutto se le cose stessero DAVVERO così anch'io farei un pensierino a comprare il Corriere invece di Repubblica. Purtroppo le cose non stanno AFFATTO così.
Tralascio, per non averne la sufficiente competenza d'analisi, le varie influenze di gruppi industriali che si sono succeduti negli anni a volare come nubi minacciose nei cieli sovrastanti via Solferino (e ancora volano!), ma davvero io mi VERGOGNEREI ad andare in giro facendo emergere da ciò che tengo sottobraccio la vista di certi sciagurati editoriali come quelli firmati dai 4 "elementi" succitati, ma non solo loro, anche certe fumosità firmate Romano, o certe furbate firmate Allam, per non parlare di certe cagate (ops!) firmate Alberoni.
Chiedo scusa ma questi pensieri ce li avevo "dentro" e sulla questione del prezzo confesso che ancora non ho letto il pezzo di Stella e Rizzo. A proposito: questi ultimi sono fra i pochi DEGNI al Corriere, oltre a Grasso. Troppo poco per un giornalone che si propone come campione di informazione e di vendite.

aghost ha detto...

Il Corriere è come il Vaticano, sempre moderatamente filo governativo. Nell'uno e nell'altro caso il "peccato originale" è la valanga di dindini che lo Stato gli dà.

Non credo che potremo mai avere una grande stampa se questa è finanziata generosamente dallo Stato (vale anche per Repubblica ovviamente, e pepr tutti gli altri). Questo è un punto molto importante, anche se mi pare che tutti se ne freghino perché fa comodo a tutti stare attaccati alla tetta di Stato.

Perfino gli "ultralibertisti" alle vongole, come feltri e ferrara, succhiano contributi e stipendi senza neppure vergognarsi.

Il Corriere lo leggo saltuariamente quindi non mi pronuncio. Curiosamente però, pensandoci su, mi da' l'idea proprio del giornalismo polveroso e ingessato contro cui ha fatto una grottesca campagna di stampa. Insomma i più ingessati mi sembrano proprio quelli del Corriere.

Anonimo ha detto...

«(non è che sto parlando a nome di tutti, chiaro che se fra noi "pazzi per R." c'è qualche loro supporter farà sentire la sua voce)».

Adesso non esageriamo con il politically correct

nonunacosaseria ha detto...

penso che il corriere si faccia apprezzare per talune sezioni e repubblica sia superiore in altre.

per quanto possa il corriere essere ingessato, stella e rizzo stanno da alcuni anni dando lustro a questa testata grazie alle loro inchieste che, a ben vedere, utilizzano lo spreco di soldi come pretesto per raccontare l'italia. senza guardare in faccia a nessuno. ossia, esattamente quel che deve fare un giornalista.
a repubblica l'unico che si avvicina un po' a questi due è antonello caporale, che infatti dovrebbe essere meglio valorizzato.

sulla cronaca giudiziaria mi pare che vittorio grevi (come editorialista), luigi ferrarella (di spalla) e fiorenza sarzanini (come inviata sul campo), per tacere di giovanni bianconi, non siano secondi a nessuno e non è infrequente che diano notizie alle quali repubblica arriva il giorno dopo: personalmente, mi leggo sempre i loro pezzi sulla rassegna stampa on line della camera.

quanto agli spettacoli e tv, beh... il buon dipollina può inventarsi quel che vuole, ma non è aldo grasso.

poi a questi qua fanno da contraltare i vari ennio carretto (angelo aquaro forever, se l'alternativa deve essere carretto!) e maria teresa meli (una che non sai mai se quel che scrive è vero, è falso, ha un secondo fine di natura montezemoliana...).

ho fatto alcuni esempi per sottolineare che non si può giudicare un giornale solamente da un aspetto. alcuni dei giornalisti che ho citato - che curano sezioni imporanti del quotidiano - sono rappresentanti di un buon giornalismo, tutt'altro che polveroso e ingessato, come lo ha definito aghost. a mio avviso compensano assai i 4 dell'ave maria o carretto e meli.

poi vorrei sottolineare che a me, ad aghost, a supersoul, a emp, a barbapapà, a caterina, a chissà quanti altri i 4 suddetti ci sembrano dei tromboni. è un dato di fatto, però, che sono in grado di sviluppare un dibattito che coinvolge anche altri media e, probabilmente, anche più degli editorialisti di repubblica. giusto in questi giorni, c'è stato sartori che ha scritto (cazzate, a mio modesto avviso) sull'integrazione dei musulmani. ha suscitato una replica di tito boeri prima e poi c'è stato tutto un dibattito anche nella blogosfera. può piacere o meno, ma è andata così.

Enrico Maria Porro ha detto...

nonuna, grazie per la tua solita acuta analisi.

Piazza Indipendenza ha detto...

I 4 dell'Ave Maria...beh, lasciamo perdere. Credo che i lettori del Corsera possano invece essere davvero fieri di Stella e Rizzo.

Esponja88 ha detto...

Non so. Ci sono dei bravissimi giornalisti al Corriere, e ci mancherebbe altro. Ci sono Stella e Rizzo. Ci sono Aldo Grasso e Paolo Mereghetti. Ci sono molte eccellenze.
Poi però ti imbatti nella rubrica di Alberoni o nelle inani cazzate della Sotis, ti cascano le palle e ti domandi: ma come??
Repubblica mi sembra qualitativamente (e politicamente, vabbè) più omogenea. Magari c'è un Aquaro particolarmente scatenato o un Bocca più cupo e delirante del solito, ma niente che in linea di massima provochi autentico disgusto.

Barbapapà ha detto...

Sul Dream Team di pensatori liberali del Corsera, compreso il Padre della Patria Sergio Romano, abbiamo già dato. Chi frequenta questo blog, caro Supersoul, non può avere un'opinione favorevole su quei tipi.

Vorrei soffermarmi sul tema posto da nonunacosaseria, ovvero la capacità del Corriere, attraverso queste firme, di "sviluppare un dibattito che coinvolge anche altri media". Questo è senz’altro vero, ma ci sono da fare un paio di considerazioni.
La prima è che i dibattiti che partono dal Corriere rimangono mediamente all’interno del circuito politico-economico. Difficilmente travalicano i confini delle élites di riferimento. In questo senso, l’imbarazzante caso Sartori è un’eccezione, non la regola.
Anche Repubblica affronta questioni con il contributo di editorialisti di gran spessore che, in un mondo normale (o se pubblicate sul Corriere...), verrebbero senz’altro riprese e sviluppate da altri media. Penso a certi interventi di Boeri sul mercato del lavoro o a quelli di Penati sulle anomalie del nostro sistema economico. Ma, e qui vengo al secondo punto, la ridotta eco nel circuito mediatico è dovuta ad una sorta di isolamento che, secondo me, Repubblica in parte soffre per la linea politica così netta che, in automatico, sembra limitare la spendibilità delle opinioni ivi espresse. Ed in tal senso non occorre rifarsi alle difficoltà delle celebri 10 domande per emergere nei media tradizionali.
Fuori da Raitre, i TG pubblici hanno poco interesse a riprendere temi posti dal nostro giornale, mentre sugli house organ berlusconiani vige un veto assoluto di nominare la testata (se non per darle contro, ovviamente). Riguardo ai grandi quotidiani, a Riotta piace ribadire ad ogni piè sospinto l’apparentamento tra il Sole ed il Corsera nella lotta all’informazione partigiana, di cui Repubblica è ovviamente capofila, quindi figuriamoci se si rifà al nostro giornale su qualche tema di interesse generale, mentre l’ottimo Calabresi è troppo impegnato a non far identificare La Stampa come una propaggine del Partito Irresponsabile dell’Informazione (per citare un Pansa d’altri tempi) per riprenderne spunti.
Non voglio affermare che vi sia una sorta di conventio ad excludendum, giusto per riesumare il lessico di un lontano passato, ma c’è di fatto una maggiore difficoltà a dettare i temi dell’agenda generale, come sapeva fare Scalfari. Ma erano anche altri tempi.

Questo non significa che Repubblica non generi temi di discussione, ma quando questo accade è spesso da ricondursi ad interventi di lettori, più o meno famosi, che affrontano argomenti forti di interesse generale. Pensate al caso Celli (comunque la si pensi) o alle testimonianze di Khouma e Vogelmann: sono questioni che hanno varcato le mura del nostro giornale per diventare tema di dibattito generale, mondo dei blog compreso.
Ecco, io preferisco un giornale che riesca a porsi come catalizzatore dell’opinione pubblica sui problemi della società civile, che hanno di riflesso implicazioni politiche, piuttosto che un foglio che alimenta dibattiti in una ristretta cerchia di privilegiati. In questo mi pare che Repubblica abbia maggior forza d’attrazione del Corriere, anche se più come strumento utilizzato dai lettori che non per sua odierna capacità di dar luce a questi temi da sé via inchieste.

Detto questo, è chiaro che il Corriere, fuori dai citati opinionisti, ha giornalisti di valore. Quelli menzionati da nonunacosaseria, ad esempio. Ma noi giudichiamo i giornali anzitutto dalla rotta che indicano politicamente e dai valori che difendono. E lì il Corriere, dall’arrivo di Paolo Mieli nel 1992, non funziona bene.
Per finire, la preferenza accordata ad Aquaro rispetto a Caretto la ritengo una simpatica provocazione, nonunacosaseria. Stima immutata, naturalmente.