giovedì 21 gennaio 2010

Ci voleva un terremoto.



Per scalzare il faccione di Berlusconi dalle copertine de L'Espresso.

3 commenti:

Nemo ha detto...

Già si parla di un prossimo numero bomba de L'Espresso:

"L'ombra di Mangano dietro il terremoto di Haiti"

aghost ha detto...

non trovo più il post sulla faccenda dei bambini pixelati (ma la ricerca nel blog non scandaglia anche i commenti?). calabresi ha risposto, non a me ma ad un lettrice che poneva il medesimo quesito:

Nessun voyeurismo
in quelle immagini di bambini

Caro direttore, c’è qualche motivo per cui la fotografia della ragazza sequestrata a Lucera ha avuto la faccia velata, mentre le due bambine haitiane vengono presentate nelle prime pagine del 19 e di oggi a viso aperto e in mutande?
Forse che il pudore delle negrette non è da tutelare altrettanto? (se preferite, sostituite pure negrette con «nerette», così ci mettiamo a posto la coscienza).
GINO GUIDETTI FERRARA

Quando si parla di immagini di bambini, a fare testo è la Carta di Treviso, approvata nel 1990 dall’Ordine dei Giornalisti, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e da Telefono Azzurro. Questo testo, che detta la deontologia professionale dei giornalisti, prescrive che i minori coinvolti in fatti di cronaca non possano essere riconoscibili o rintracciabili e che le loro vicende non vadano spettacolarizzate o strumentalizzate.
«Il rispetto per la persona del minore, sia come soggetto agente, sia come vittima di un reato, richiede - è scritto nella Carta - il mantenimento dell’anonimato nei suoi confronti, il che implica la rinuncia a pubblicare elementi che anche indirettamente possano comunque portare alla sua identificazione».
La richiesta di anonimato è la chiave per capire perché il volto della ragazza di Lucera era stato reso irriconoscibile, mentre sulle foto dei bambini di Haiti non siamo intervenuti (cosa che peraltro non ha fatto nessun giornale del mondo).
L’accordo di Treviso inoltre prevede che «al bambino coinvolto - come autore, vittima o teste - in fatti di cronaca, la cui diffusione possa influenzare negativamente la sua crescita, deve essere garantito l’assoluto anonimato. Per esempio deve essere evitata la pubblicazione di tutti gli elementi che possono portare alla sua identificazione, quali le generalità dei genitori, l’indirizzo dell’abitazione o il Comune di residenza nel caso di piccoli centri, l’indicazione della scuola cui appartenga».
È chiaro allora che i bimbi del terremoto fanno parte di una tragedia collettiva, mentre la ragazza di Lucera rischia un assalto di cronisti alla sua porta e di diventare oggetto della morbosità di fotografi e concittadini.
In questi giorni siamo stati attenti ogni sera a selezionare foto dai luoghi del terremoto che non fossero offensive della dignità di chi vi era ritratto o inutilmente scandalistiche.
Non c’è nessun compiacimento o voyeurismo nelle nostre scelte, ma solo la volontà di testimoniare cosa è accaduto ad Haiti, di mostrare con chiarezza le dimensioni di una tragedia.
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la risposta non mi ha convinto

Supersoul ha detto...

Nemo: non solo te lo appoggio, ma io proporrei anche di intitolare a Mangano una via, anzi -meglio- un ippodromo visto che lui era "del ramo".
Anzi: io proporrei di riabilitare tutti quei poveri cristi che sono stati rovinati da quei magistrati che si sono serviti dell'indagine sulla P2 per fare carriera e mettersi in mostra (non sono parole mie: le ha dette COSSIGA!)...ad esempio il povero Gervaso un uomo DISTRUTTO dalla faccenda P2, un intellettuale (sì un intellettuale, qualcuno ha qualcosa da dire? si faccia sotto!)che adesso fa un programma di notte su rete4 che lo guardiamo solo io e Nemo, mentre oggi potrebbe tranquillamente (e giustamente!) avere un programmone su Canale5 dove attaccare quei magistrati debenedettiani e scalfariani immondi!