Oggi (ieri) un bel numero di Repubblica.
1) Ottima la copertura della vergogna di Rosarno, come già notato. Tutti bravi, da Bolzoni a Mastrogiacomo. Si aggiunga la prima parte del Domenicale di Scalfari, e soprattutto la poesia di Sofri sulle orme di Primo Levi, "E ora considerate se questo è un uomo." Oggi in treno ho avuto particolare agio di confrontare Repubblica e Corriere, e le cose che più ci rendevano diversi erano il rilievo dato alla vicenda di Rosarno in prima pagina (per il resto, bene anche il Corriere), la differenza abissale di profondità tra i due editoriali (Della Loggia dall'altra parte), e l'intervento bellissimo di Sofri come potentissimo candidato al PPR+ di gennaio: non è un articolo, ma è più di un articolo.
Lo aggiungerei al Merlo proposto da Barbapapà, candidatura sulla quale concordo in pieno: quando Merlo rem tenet, verba sequuntur come solo lui sa fare.
2) Oggi abbiamo anche la recensione di Avatar di Michele Serra. Non si presenta come recensione, in verità, ma come divagazione pensosa, e quindi niente da dire, anche se non si capisce bene dove stia "La polemica." Volevo invece far notare due cosette minime.
a) Anzitutto, uno dei frequenti piccoli paradossi che nascono dalle titolazioni frettolose. Dice Serra:
"Più dei nemici della contraffazione tecnologica, saranno […] i nemici del politicamente corretto ad avere qualcosa (anzi, molto) da rimproverare a James Cameron. Il film è una specie di sunto trionfante dell'intera vulgata "buonista, come direbbe la destra a corto di sinonimi."
Titolo di Repubblica: "Nel 'buonismo' di Avatar / la tecnologia trionfa / per difendere la natura."
Allora, è un titolo non solo "di destra," ma anche fatto da qualcuno evidentemente "a corto di sinonimi." E' chiaro, in realtà, che il titolo non tradisce poi tanto il pensiero di Serra stessa: Serra flirta con l'idea da cui formalmente prende le distanze: dice "come direbbe la destra…", ma intanto lo dice lui stesso; il che è tipica figura della retorica freudiana di Francesco Orlando: lo spostamento: "non lo dico io: lo dice l'altro". Il titolo, che estrapola quello che Serra attribuisce alla "destra" (l'uso dell'odioso termine "buonismo," contro cui Serra si è anche altre volte espresso), e lo fa proprio, è un titolo "di destra," ma è anche lo svelamento di quanta "destra" (per modo di dire, per carità) ribolla, retoricamente contenuta, sotto la superficie della recensione di Serra.
b) Poi: della descrizione del popolo dei Na'vi, e del loro panteismo tattile, Serra dice tra parentesi: "il Vaticano non gradirà." In realtà, avrebbe potuto usare il presente al posto del futuro: ahi, si veda il Corriere a p. 41: "Avatar, anteprima blindata. E il Vaticano stronca il kolossal".
Caterina
6 commenti:
un piccolissimo altro "perchè" la Repubblica è meglio del Corriere.
Perchè quando la Corte dei Conti condanna la Moratti, la sua giunta e i dirigenti del Comune per sperpero di denaro pubblico, Repubblica.it pubblica la vicenda sulla home del sito e sul dorso milanese, mentre il Corriere, meneghino doc, si guarda bene da riferire alcunchè, vero Banda dei 4, detti anche dell'AveMaria ?
Mi riferisco alle assunzioni e consulenze d'oro, ed è la seconda volta che la brichetto scivola su questa saponetta.
scusate, l'anonimo di sopra sono io, ho premuto troppo presto l'invio.
Stamattina, su tv.repubblica.it, il teatro legge la poesia di Sofri: Lella Costa, Gigi Proietti, Moni Ovadia. Bene. C'era però qualcosa che non mi tornava, e mi chiedevo cosa fosse. Poi ho visto la classifica dei video più visti.
Riuscirà "Nei ghetti d'Italia, questo non è un uomo" di Adriano Sofri letta da Moni Ovadia a insidiare il primato de "La capriola maldestra sbanca il web"? Supererà almeno "Gli orsi bianchi giocano con i cani da slitta"? Certo, sarà una bella lotta con "ll panino non le piace: aggredisce la cassiera".
Non so, forse la poesia era meglio lasciarla sulla carta stampata.
gpp, non ti nascondo che avevo riconosciuto il tuo stile...
Una domanda: ma perche' anche Serra, come tanti altri recensori, mi deve raccontare il finale del film? E' una cosa che non sopporto. Esagero?
No, non esageri PI, è una cosa che sta sulle scatole anche a me.
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