martedì 5 gennaio 2010

Il ritorno di Nonno Pansa Libero.

Dal blog di Francesco Costa:

Oggi su Libero con la consueta sobrietà Giampaolo Pansa descrive il rapporto tra Pd e Idv, e usa questa lieve metafora:

"Nel Medioevo i condannati alla pena capitale venivano soppressi in molti modi diversi, ma sempre crudeli. Uno dei più infami era il seguente. La persona destinata a morire veniva incatenata a un cadavere. Le catene erano molto strette, tanto che il corpo del vivo aderiva a quello del morto. A poco a poco, i vermi passavano dalla carogna alle membra del condannato e se le mangiavano. La fine arrivava con lentezza, tra sofferenze indicibili. Dedico questo ricordo a Bersani".

12 commenti:

aghost ha detto...

Brutta cosa la vecchiaia...

gpp ha detto...

la vecchiaia non è brutta (vedi Margherita Hacker, Levi Montalcini, Susanna Agnelli, Norberto Bobbio, Tex Willer e Homer Simpson).
E' la cattiveria che è brutta, e non ha età. ognuno offre ciò che può. Che pena, per quello che sembrava un buon giornalista.

aghost ha detto...

Margherita Hacker??? :)))
Un po' attempatella direi per fare scherzi col pc :)

Anonimo ha detto...

Sarei curiosa di conoscere la fonte di Pansa riguardo alla forma di pena capitale di cui parla. In un fr. dell'Hortensius conservato da Agostino, Cicerone attribuisce la mortale tortura del legare i vivi ai cadaveri ai pirati etruschi. Secondo il virgiliano Evandro, re degli Arcadi, sarebbe stata pratica utilizzata dal crudele tiranno etrusco Mezenzio (Eneide 8). Leggenda metropolitana buona a ogni uso propagandistico, diventa ora pratica medioevale con cui lodare il Cavaliere e attaccare i pericolosi comunisti del Triangolo della Morte. Misteri della critica tematica.

Barbapapà ha detto...

Orribile similitudine. Assolutamente in linea con lo stile (e gli argomenti) del crepuscolo giornalistico di Pansa.

Detto questo, il nodo irrisolto PD-IDV è una questione reale. Ne ha scritto oggi sul Sole 24 Ore Stefano Folli. Con ben altro stile.

Supersoul ha detto...

Se qualcuno non lo avesse tirato fuori, il "caso Pansa" prima o poi lo avrei tirato fuori io. Perchè è un caso che mi intristisce davvero, e molto. Io ho due ricordi personali di Pansa. La prima volta fu ad una festa dell'Unità a Reggio Emilia, dopo un dibattito, lui mi autografò un suo libro, io ero emozionatissimo e quando gli dissi che ero un fan di Cuore lui mi disse sorridendo che aveva una stima immensa di Michele Serra. L'altra volta fu ad una delle tante edizioni della Festa di Cuore (me le sono fatte TUTTE), a Montecchio (RE). Era un dibattito che lui iniziò affermando che (non ricordo le parole esatte ma il concetto sì) "dalle vostre parti qua tutti leggete Il Resto del Carlino che è un foglio reazionario". Ora che molta acqua è passata sotto i ponti, tra lui e "il fogliaccio reazionario" è nato un idillio, dal momento che il quotidiano ha pubblicato negli ultimi anni un sacco di interviste affettuose a Pansa e tutte molto coccolose nei riguardi del suo nuovo corso.
Ho seguito con assoluto SCONCERTO le sue evoluzioni negli anni e soprattutto ho preso atto sbigottito della sola risposta che lui sa dare quando qualcuno gli fa notare, nel corso della tantissime interviste AFFETTUOSE che gli vengono fatte, che "così porta acqua al centrodestra e danneggia la sinistra": lui risponde che di questo aspetto NON GLIENE FREGA ASSOLUTAMENTE NIENTE.
Ora. Io non so se l'ipotesi che sto per fare corrisponda a voci che già circolano, ma credetemi è una cosa che vado pensando da parecchio tempo, e implica anche la ragione per cui non mi piace infierire su Pansa: secondo me -lo dico con pudore e rispetto!- è un uomo malato, molto malato. Perchè solo la MALATTIA può generare tanto LIVORE, tanta CATTIVERIA. E soprattutto una giravolta ideologica così stupefacente.
E di fronte ad uomo malato, taccio.

Barbapapà ha detto...

Possibile, Supersoul, tutto è possibile.
Credo però che l'atteggiamento astioso di Pansa verso la sinistra sia solo una questione di Ego ferito, riconducibile al trattamento che ha ricevuto quando ha cominciato ad avvitarsi sul tema dei crimini dei partigiani. Questa smania di revisionismo e le conseguenti, ovvie critiche che ha ricevuto (compresa Repubblica) lo hanno fatto veramente uscire di testa. Come se dovesse essere naturale che in questo Paese ci si metta a fare il revisionista sulla Resistenza e la gente di sinistra venga ad applaudirti e a comprare i tuoi libri.

Preferisco ricordare il Pansa di Repubblica sotto la guida di Scalfari e dell'Espresso con Rinaldi, dei libri come Comprati e Venduti.
Questo che si aggira oggi per il mondo editoriale è solo Nonno Pansa Libero. C'è tutto in questa geniale definizione del Feticista Supremo.

Ombudsman ha detto...

Pansa se la cerca per far rumore. Ma non credo che funzione il metodo descritto. Forse con una prova...

Enrico Maria Porro ha detto...

Supersoul, è da poco tempo che leggi PPR, vero? Di Nonno Pansa Libero se n'era parlato quest'autunno in tanti gustosissimi post. Se vai su google e digiti pansa pazzo per repubblica, dovrebbero uscirti.

ciao.

gpp ha detto...

chiedo scusa del lapsus freudiano

aghost ha detto...

intanto se n'è andato, in silenzio, Beniamino Placido...
Mi spiace molto, mi era assai simpatico

Antonio Lo Nardo ha detto...

Anche a me l'involuzione di Pansa suscita indignazione.
Ma, per favore, non riesumiamo la categoria della malattia per etichettare chi non la pensa (più) come noi.