giovedì 25 febbraio 2010
Il Barbaeconomista.
Caro Feticista Supremo,
recentemente ho notato qualche sbavatura negli articoli economici di Repubblica.
Ad esempio, nell’ultima settimana, per dar conto delle stime di crescita del PIL nel 2010 delle principali economie mondiali, i redattori hanno utilizzato per due volte dati elaborati dall’FMI a ottobre scorso, in occasione della pubblicazione del World Economic Outlook, ignorando che l’FMI ha rivisto, al rialzo, queste previsioni a fine gennaio di quest’anno, per tener conto delle più recenti tendenze.
Faceva un po’ impressione, ad un occhio un po’ attento, veder attribuire agli Usa una stima di crescita dell’1,5% per l’anno in corso quando ormai il 3% è da tempo diventato il consenso di mercato. Questa tabella così datata è stata pubblicata a corredo sia della pregevole analisi sul Giappone di Marco Panara del 19 febbraio che dell’intervista di Rampini a Blanchard, capo economista dell’FMI, del 22 febbraio.
Peraltro, nel medesimo articolo di Panara c’era un grafico misterioso, I principali indicatori economici, sottotitolo Riassunti in un unico indicatore, che mi piacerebbe qualche redattore fosse così cortese da spiegarmi. La fonte utilizzata è l’OCSE che pubblica i Main Economic Indicators, uno solo dei quali ha però la funzione di
sintetizzare le aspettative sull’economia dei vari paesi ed è il Composite Leading Indicator (espresso come numero indice, base 100).
Questo grafico, invece, è espresso in termini percentuali, ma non si capisce affatto a cosa si riferisca e dove sia stato recuperato.
Ancora sull’economia. Sabato 20, articolo di Luca Pagni sul collocamento del bond Enel. Qui grande confusione da parte del giornalista sui rendimenti che saranno offerti dalle due obbligazioni, a tasso fisso e variabile. Scrive Pagni: “Chi ha scelto il variabile (refuso!) dovrebbe avere un paio di decimali in meno rispetto alla
parte alta della forchetta che era stata fissata al 3,95%. Lo stesso per il variabile: il tasso sarà composto dall'euribor a sei mesi cui andranno aggiunti circa due punti percentuali (la forchetta andava dall'1,6 al 2,2%)”.
Chi ha seguito il collocamento sa che:
• il bond a tasso fisso avrà un rendimento dato dal tasso mid-swap a 6 anni cui viene aggiunto uno spread tra 65 e 125 bp. La stima del mercato di tale forchetta (non puntualmente fissata) era tra 3,4% e 4%.
Quindi il 3,95%, al limite, è una stima di Pagni;
• il rendimento del bond variabile sarà invece dato dall’euribor a 6 mesi più uno spread tra 65 e 125 bp. Ergo, essendo l’euribor a 6 mesi di poco inferiore all’1%, il rendimento varierà tra 1,6% e 2,2%.
Quindi, Pagni confonde il rendimento finale (dato dal tasso di mercato monetario più lo spread) con lo spread…
Vorrei esortare il responsabile della sezione (che credo sia Marco Ruffolo) ad una maggiore attenzione sui dati che vengono esposti o le informazioni che vengono
fornite.
Barbapapà
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3 commenti:
Tutto molto interessante, Barbaeconomista, ma cos'è questa storia dell'euro in difficoltà, della Grecia sull'orlo del default e dell'imminenza di una nuova crisi in agguato, peggiore dell'attuale?
E' vero che il tappo sta per saltare, ma sotto cosa c'è?
Vorrei far notare che su vari quotidiani esteri, l'Italia figura nel novero dei Paesi a rischio.
Infatti sempre si cita Spagna, Italia, Portogallo,Grecia ed Irlanda.
Sulla stampa italiana, il nostro Paese sparisce.
Esempi da Reuters.com: "A makeshift assistance should be enough for Greece, but that leaves Spain, Italy, Portugal and Ireland. Together they constitute too large of a portion of euroland to he helped in this way," Soro said.
Qui il resto dell'articolo:http://www.reuters.com/article/idUSSGE61L00M20100222
@Fabio, grazie. Eppure i servi, siano essi ministri o giornalisti, continuano a ripetere il mantra ossessivo che va tutto bene, che ne usciremo meglio degli altri, che siamo messi meglio degli altri e così via. Sciagurati oltre misura. Tanto che Bersani, l'altra era a "Ballarò", è sbottato con un "Ma a voi Berlusconi vi ha dato proprio alla testa".
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