Dicono che (iPad) cambierà il modo in cui leggiamo i giornali e rivoluzionerà il mondo dell’informazione. Ma intanto non bisogna dimenticare che il futuro del giornalismo dipende soprattutto dalla sua qualità. Senza possibili scorciatoie: un brutto articolo resterà sempre un brutto articolo, indipendentemente dal supporto su cui verrà letto. Mentre per scrivere un buon articolo continueranno a servire tempo, impegno e passione.
(Giovanni De Mauro, su Internazionale di questa settimana)
6 commenti:
A pensarci bene, tutto questo spreco colossale di carta per stampare i giornali non ha più alcun senso, così come non hanno più senso le musicassette o i cd, tutto viene scaricato direttamente dalla rete sul lettore, mp3 o altro formato che sia. Perché dovrebbe essere diverso per i giornali?
Certo c'è il problema che ipad e compagnia bella sono ancora scomodi da leggere rispetto l'ascolto di un ipod: sono rigidi, ingombranti, si scaricano le batterie, bisogna essere connessi eccetera. Ma è solo questione di tempo.
"Sistemata" la parte tecnica, resta quella sostanziale, cioè i contenuti. E' escluso che si possa ricopiare, tali e quali, i giornali di carta in versione internet, è qui che bisogna dare la sterzata più decisa.
Basta veline, pastoni e panini politici, marketing camuffato e altra fuffa assortita, articoli compiacenti per questo o quello.
Bisogna che il giornalismo torni ad essere un vero servizio al cittadino, non quello di adesso che serve per lo più ai vari potentati o ai politici.
Bisognerà probabilmente "asciugare il brodo", cercare la sostanza, fare articoli più brevi ma più sugosi, la gente ha fretta e in rete la distrazione è in agguato, basta uan frazione di secondo e si clicca altrove.
E poi ovviamente, non mi stancherò mai di dirlo, interazione massima e continua col lettore. Cosi' come farebbe un navigatore gps per orientare il lettore nel mare magnum delle notizie. Ugh, ho detto :).
E hai detto bene aghost.
Quella dell'interazione è ormai un'esigenza che dovrebbe essere colta. Credo sarà sufficiente che cominci qualcuno e poi si diffonderà.
I giornali di carta, generalmente, sono autoreferenziali per definizione, costituiscono una vera e propria casta, omologa a quella della classe dirgente e sembrano non patire ancora l'assedio che è stato posto. Si affacciano dalle mura del maniero e sono tranquilli. Sembra, per ora. Ma fino a quando reggeranno questo assedio?
"Basta veline, pastoni e panini politici, marketing camuffato e altra fuffa assortita, articoli compiacenti per questo o quello".
Mi sembra un efficace manifesto per il giornale elettronico prossimo venturo.
Si affacciano dalle mura del maniero e sono tranquilli.
Sei geniale Frank.
Feticista Supremo, sto provando ad inviarti una mail, ma il server fa i capricci. Vedremo come andrà a finire.
Grazie :-)
Frank, io son qui.
sono incappato in questo pezzo del nostro glorioso Aquaro:
"POVERI RICCHI
Repubblica — 01 febbraio 2010 pagina 29 sezione: R2
Se sognate una vita da ricchi non lo diventerete mai. Quantomeno perché continuate a spendere (appunto) cercando di comportarvi come loro. La verità lapalissianaè il frutto della decennale ricerca di un professore, Thomas J. Stanley, già autore di successi seriali, e si presume ricchi di incassi, come "Il Milionario della Porta Accanto", "La Milionaria della Porta Accanto" e "Nella Mente di Un Milionario". L' ultimo, osannato in tempi di crisi dal Washington Post, ha un titolo imperativo, "Smettetela di comportarvi da ricchi", e un sottotitolo fatto apposta per vendere: "Cominciate a vivere come un vero milionario". Già, ma come vivono i veri milionari? La sorpresa è questa: non è il tenore di vita a fare il ricco. Anzi. Vi piacciono le macchine lussuose? Solo il 14 per cento dei milionari ne guidano una. Vi piace il buon vino? Quattro milionari su 10 non sganciano più di 10 dollari a bottiglia. Matti per il look? Il milionario medio per un taglio di capelli spende 16 dollari - mancia compresa. Così la scienza del professore dimostra quello che tutti abbiamo imparato sui fumetti fin da bambini: taccagni si nasce, ricchi si diventa. Bastava leggere zio Paperone. - ANGELO AQUARO"
ecco, io in un ipotetico giornale su internet, un pezzo-scemenza simile non vorrei leggerlo. Figuriamoci poi se fosse a pagamento. Voi si?
Ma cosa vuol dire?
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