lunedì 8 marzo 2010
Dal nostro inviato Robinson Ciai.
Da qualche giorno ci si domandava, qui in redazione, per quale motivo Omero Ciai fosse volato fino a Santiago del Cile per raccontarci il terremoto, visto che i suoi pezzi si sono limitati ad un paio di piccole cronache di routine e il grosso lo ha fatto Flores D'Arcais.
Oggi abbiamo avuto la risposta: il vero scopo del viaggio di Omero era quello di raggiungere l'isola di Robinson Crusoe per regalarci un avventuroso ed emozionante reportage di cui riportiamo le prime righe:
"Lui, Robinson Crusoe, si sarebbe salvato dal maremoto che ha strappato dall'isola quasi metà del villaggio di San Juan Bautista, nella baia di Cumberland. È l'alba, quando arriviamo dopo due giorni di viaggio in mare da Valparaiso. E la prima luce del sole illumina proprio le cinque grotte di Robinson che ricordano quell'avventura sulla collina al di sopra della spiaggia. Le onde da venti metri dello tsunami di sabato 27 febbraio hanno solo sfiorato il costone della collina trascinando via tutto quello che c'era sotto: settanta case di legno e sedici persone, quattro delle quali bambini. La maggior parte dei 600 abitanti dell'isola, invece, sono riusciti a salvarsi correndo verso la collina o seguendo l'esempio di Robinson che, trecento anni fa, costruì il suo rifugio lontano dal mare, in alto, nei boschi di cipressi ed eucalipti."
Il resto del reportage lo trovate qui.
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8 commenti:
"l'onda da 20 metri" mi giunge nuova...
Io ho sentito parlare di onde di circa 2 metri. Capisco romanzare la vicenda di Robinson Crosue, anche se mi pare demenziale mandare là apposta un inviato, ma una notizia fresca di cronaca... Dai su :(
E io pago!
Hey, Aghost! Giù le mani da Robinson Ciai.
Ciao Aghost, per "l'onda da venti metri" mi sono basato sulle testimonianze dei sopravvissuti e sull'entità dei danni. Ti garantisco che se avessi visto quel che ho visto ci crederesti anche tu. L'onda più grande(sono state tre in realtà) è entrata nella baia da sinistra verso destra ed ha sfiorato le grotte di Robinson che sono a metà del cerro (collina)...circa 25-30 metri dalla spiaggia
sempre per Aghost: e io pago..sì ma "un euro".. (i giornali escono grazie agli introiti pubblicitari, purtroppo). Posso aggiungere che il viaggio da Santiago a Isla Robinson è costato in tutto 50mila pesos cileni, meno di 90 euro.
Ciao
Grazie Omero della risposta. Però, scusa se insisto, non ho letto da nessuna parte, perlomeno nei report strumentali che ho visto in rete, di un'onda alta 20 metri. 20 metri sono tanti... mi pare strano che nessuna strumentazione abbia rilevato un'onda simile... Magari era un'onda di due metri che, di slancio, è arrivata a terra e si è arrampicata sulla collina... o no?
Ho visto i grafici dell'onda, il tempo di percorrenza, l'altezza... da nessuna parte 20 metri. Boh.
Riguardo all'io pago, oltre all'euro che si paga in edicola si deve mettere in conto anche il finanziamento pubblico, che a quel che mi risulta è notevole.
Grazie comunque per le risposte :)
Aghost: la percezione dell'altezza dell'onda evidentemente non si riferisce al momento nel quale entra nella baia di Cumberland ma al momento in cui trova il primo ostacolo, si alza e rifluisce. La Baia dell'isola di Robinson è profonda circa 250 metri nel punto massimo, in altri punti è 50 massimo 100 metri, ed è cinta completamente da una collina che ha fatto da ostacolo all'onda di Tsunami moltiplicandone la capacità distruttiva.....spero di essermi spiegato. Ti confesso che non ho idea e me ne scuso dell'ammontare dei finanziamenti pubblici, cmq il bilancio del Gruppo Espresso est pubblico....sull'euro scherzavo dai.
http://www.youtube.com/watch?v=PQpTBjafpCg
Lasciatemi stare l'Omero by
Hotel Riviera
l'ultimo finanziamento pubblico noto, annuale, al Gruppo Espresso ammonta a 16 milioni di euro (sedici)
http://www.docstoc.com/docs/10685167/Il-finanziamento-pubblico-ai-giornali-costa-al-cittadino-italiano
(dati da governo.it)
Istruttiva anche la puntata di report
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1072595,00.html
Ritorna quindi la solita domanda: è giusto avere un'editoria finanziata in larga parte dallo Stato?
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