addirittura circolano SMS da parte di un parroco che invita a votare "Polverini per la vita". Roba da matti. La Chiesa non si mentisce mai e nel momento del bisogno "aiuta" sempre chi avversa "i comunisti", anche se si tratta di un puttaniere.
Eccellente "ditata". Stanno avvenendo cose da matti, che certo ci sono sempre state, ma sembrava di aver notato che, nelle ultime consultazioni, si fosse affievolito l'interventismo della Chiesa. Tra l'altro aborto e pedofilia, frullati assieme, non hanno alcuna attinenza già in generale e poi per le Regioni. Il puttaniere, caro Supersoul, ha provveduto, grazie a buoni uffici, a rifarsi la verginità e la Chiesa raccoglie e allarga la sua misericordia (leggasi finanziamenti alle scuole private, esenzione Ici e aumento stipendio a insegnanti di religione).
Ma scusate, perché ve la prendete tanto con la Chiesa? Ha un ruolo, preciso, e deve mantenerlo. Per quali ragioni dovrebbe tacere, quando in democrazia persino uno come Gasparri ha libertà di opinione?
Perfettamente logico che alla vigilia di un voto esponga le sue idee (per qualcuno giuste, per altri no, per carità) e parli al proprio popolo. Grazie a Dio esiste il libero arbitrio. Potrei citare altri milioni di momenti in cui i vescovi hanno ribadito il proprio "sì" alla vita (e in quanto a coerenza, i politici avrebbero solo da imparare dalla Chiesa).
E basta strumentalizzare ogni messaggio papale (ma vi rendete conto cosa ha scritto Repubblica nel titolo? ANATEMA? Ma stiamo scherzando?!): o devo citare quando la Sinistra Pacifista applaudiva Giovanni Paolo II che implorava il tacere delle armi in Iraq e per qualcuno era un messaggio contro la Deestra guerrafondaia? Vergogna. Tengo a precisare che non sono un integralista cattolico come ora molti di voi penseranno.
Sì, il titolo odierno di Repubblica sull'anatema dei vescovi era assolutamente sopra le righe. Purtroppo l'apertura del giornale viene ogni tanto affidata a qualche urlatore che, anziché fornire una sintetica descrizione del nudo fatto di cronaca (per quanto possibile sulle anguste sei colonne) e lasciare ai commenti l'analisi, deve darci direttamente nel titolo l'interpretazione del fatto di giornata. E' una scelta che a me dà molto fastidio perché rimango convinto che i fatti debbano essere separati dalle opinioni. E un titolo così forzato mischia impropriamente le due cose.
Altro esempio: scoppiato lo scandalo appalti / Protezione Civile, Berlusconi preannunciò una legge per inasprire le condanne per i corrotti e affermò di non voler più candidare chi avesse commesso reati (ovviamente, due bufale). Il giorno dopo Repubblica titolò, assai discutibilmente: Berlusconi "scopre" la corruzione. Il che sarebbe stato un ottimo titolo per il commento della firma di turno, non per descrivere la notizia del giorno. Ecco, questi titoli (non frequenti, a dire il vero) indeboliscono la credibilità del giornale e lo rendono più simile all'impostazione dei fogli della servitù del Cav. le cui prime pagine sono costruite non con fatti, ma con opinioni.
Nella mia graduatoria dei peggiori titoli di Repubblica al primo posto c'è il sempreverde "Il pugno del...", che descrive una situazione risolta di forza da qualcuno. Ricordo un'apertura del giornale, nel 1994, con un drammatico "Il pugno del partito" quando D'Alema sconfisse, nella corsa alla segreteria dell'allora PDS, Veltroni (appoggiato da Repubblica) grazie al controllo dell'apparato di partito. Un titolo orribile, che ogni tanto rispunta fuori all'improvviso.
Ripeto, nei titoli vorrei la notizia, non la sua interpretazione.
10 commenti:
addirittura circolano SMS da parte di un parroco che invita a votare "Polverini per la vita".
Roba da matti. La Chiesa non si mentisce mai e nel momento del bisogno "aiuta" sempre chi avversa "i comunisti", anche se si tratta di un puttaniere.
ops "smentisce", ho perso una esse
Grande Dito!
Bellissima!
MC
Ma sei tu che li scrivi Enrico?
magari!!!!!
Eccellente "ditata".
Stanno avvenendo cose da matti, che certo ci sono sempre state, ma sembrava di aver notato che, nelle ultime consultazioni, si fosse affievolito l'interventismo della Chiesa. Tra l'altro aborto e pedofilia, frullati assieme, non hanno alcuna attinenza già in generale e poi per le Regioni.
Il puttaniere, caro Supersoul, ha provveduto, grazie a buoni uffici, a rifarsi la verginità e la Chiesa raccoglie e allarga la sua misericordia (leggasi finanziamenti alle scuole private, esenzione Ici e aumento stipendio a insegnanti di religione).
Sto Dito è meglio della Jena de La Stampa!!!!
Ma scusate, perché ve la prendete tanto con la Chiesa? Ha un ruolo, preciso, e deve mantenerlo. Per quali ragioni dovrebbe tacere, quando in democrazia persino uno come Gasparri ha libertà di opinione?
Perfettamente logico che alla vigilia di un voto esponga le sue idee (per qualcuno giuste, per altri no, per carità) e parli al proprio popolo. Grazie a Dio esiste il libero arbitrio. Potrei citare altri milioni di momenti in cui i vescovi hanno ribadito il proprio "sì" alla vita (e in quanto a coerenza, i politici avrebbero solo da imparare dalla Chiesa).
E basta strumentalizzare ogni messaggio papale (ma vi rendete conto cosa ha scritto Repubblica nel titolo? ANATEMA? Ma stiamo scherzando?!): o devo citare quando la Sinistra Pacifista applaudiva Giovanni Paolo II che implorava il tacere delle armi in Iraq e per qualcuno era un messaggio contro la Deestra guerrafondaia? Vergogna. Tengo a precisare che non sono un integralista cattolico come ora molti di voi penseranno.
Gio
Sì, il titolo odierno di Repubblica sull'anatema dei vescovi era assolutamente sopra le righe.
Purtroppo l'apertura del giornale viene ogni tanto affidata a qualche urlatore che, anziché fornire una sintetica descrizione del nudo fatto di cronaca (per quanto possibile sulle anguste sei colonne) e lasciare ai commenti l'analisi, deve darci direttamente nel titolo l'interpretazione del fatto di giornata.
E' una scelta che a me dà molto fastidio perché rimango convinto che i fatti debbano essere separati dalle opinioni. E un titolo così forzato mischia impropriamente le due cose.
Altro esempio: scoppiato lo scandalo appalti / Protezione Civile, Berlusconi preannunciò una legge per inasprire le condanne per i corrotti e affermò di non voler più candidare chi avesse commesso reati (ovviamente, due bufale). Il giorno dopo Repubblica titolò, assai discutibilmente: Berlusconi "scopre" la corruzione. Il che sarebbe stato un ottimo titolo per il commento della firma di turno, non per descrivere la notizia del giorno.
Ecco, questi titoli (non frequenti, a dire il vero) indeboliscono la credibilità del giornale e lo rendono più simile all'impostazione dei fogli della servitù del Cav. le cui prime pagine sono costruite non con fatti, ma con opinioni.
Nella mia graduatoria dei peggiori titoli di Repubblica al primo posto c'è il sempreverde "Il pugno del...", che descrive una situazione risolta di forza da qualcuno. Ricordo un'apertura del giornale, nel 1994, con un drammatico "Il pugno del partito" quando D'Alema sconfisse, nella corsa alla segreteria dell'allora PDS, Veltroni (appoggiato da Repubblica) grazie al controllo dell'apparato di partito.
Un titolo orribile, che ogni tanto rispunta fuori all'improvviso.
Ripeto, nei titoli vorrei la notizia, non la sua interpretazione.
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