giovedì 11 marzo 2010
Leonardo su Leonardo. E un po' anche su Silvio.
Dal blog di Leonardo Coen su Repubblica.it:
Un patetico ed evanescente Milan senza qualità viene punito severamente dal rustico e splendido Manchester che bada al sodo e ci bada molto bene: quattro a zero, no comment. Il risultato parla da sé. Povero Milan: squadra, in fondo, disperato specchio dell’Italia di oggi e dei suoi governanti parolai, pure essi senza qualità e senza nerbo, salvo quando serve per ficcare le mani nel denaro di tutti noi. Leonardo, l’allenatore milanista, ha cercato alla vigilia della partita di vendere fuffa, promettendo la mission impossible. Come, del resto, fa da sempre il nostro premier che, guarda caso, è anche il padrone del Milan. Sul campo, però, a differenza che in politica, le parole e le buone intenzioni non bastano: perchè per vincere bisogna segnare gol, non annunciarli. Non è stata una sconfitta umiliante e dolorosa, ma una sana lezione. Di calcio, di stile sportivo, cioè di civiltà – nello stadio moltissimi gli striscioni, nessuna scritta offensiva. Una notte, quella di Rooney, da Pallone d’Oro. Quella del Milan, da Pallone Gonfiato.
Bello, no? E allora vi dico che questo azzardato (ma giusto) parallelismo che Coen fa tra calcio e politica ha scaturito una serie di commenti velenosi che vi consiglio di leggere. Ma non è finita: il richiamo al post di Coen era stato inserito in home page sul sito proprio sotto alla notizia della sconfitta del Milan a Manchester, ma qualche minuto dopo è stato rimosso. Evidentemente qualcuno non deve aver apprezzato il parallelismo e il post è sparito dalla vetrina, per rientrare nei ranghi. Censura o gelosia?
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4 commenti:
SIMILITUDINI
L'uomo più ricco d'Italia fa le figure di cioccolato, l'uomo più potente d'Italia la figura del cioccolataio.
Questa volta però caro PPR concordo con chi ha protestato, l'accostamento è pretestuoso, tra l'altro Leonardo non dice che l'altro Leonardo è stato uno dei pochi dipendenti a rispondere al suo boss qualche settimana fa ("Se non sta bene quello che faccio, me ne vado"). Ma questo è uno dei grandi difetti di Repubblica di oggi: mettere Silvio ovunque (ieri era perfino in Viaggi!!!), un'ossessione continua. E perdono credibilità.
RICCARDO ROMANA
In tutta franchezza il riferimento all'Italia di Berlusconi era decisamente fuori luogo, anche se si tratta di un blog.
Ha ragione Riccardo: è una brutta abitudine di molti giornalisti di Repubblica infilare pretestuosamente e polemicamente Berlusconi ovunque (ricordo un Aquaro che qualche tempo fa, intervistando Dan Brown, non potè esimersi dal fare un paio di forzati riferimenti al Cav.).
Queste gratuità lasciamole ai giornali padronali come Libero o il Giornale...
Ma che parallelismo è? Ora capisco perché Rep. perde copie.
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