giovedì 15 aprile 2010
D nuovo critiche.
Dal blog Donne della realtà:
Ma che ci azzeccano le donne di Repubblica col settimanale D?
Premessa. Compero Repubblica dalla nascita. Amo il suo formato, i suoi giornalisti e direttori, i vignettisti, la bacheca di Tuttomilano, le sue intelligenti trasformazioni. Spesso non mi riesce di gettare gli articoli più interessanti. Li ritaglio, li regalo, li conservo. Acquistarlo sempre è il mio gesto per sostenere la cultura.
Ma che male ho fatto per meritarmi il settimanale femminile? Mi basta vederlo per provare disagio, disgusto e pure rabbia. In passato lo lasciavo in edicola, furiosa per doverlo pagare comunque. Poi l’ho ritirato. Estraggo con cura l’articolo di Zucconi, le recensioni dei libri (4 o 5 pagine sulle 300), gli articoli sulla Palestina (ma perché mai dovrebbero interessare solo alle donne? Si occultano tra immagini sciocche così la comunità ebraica non protesta?) e sfoglio con sguardo sociologico il resto... (prosegue qui)
Wally Festini - Psicologa
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2 commenti:
Finalmente una voce "autorevole" denuncia l'incosistenza venefica dell'inutile e fastidioso inserto per veline di lusso. Nella di più lontano dalla donne normali.
Standing ovation per Wally.
Continuo a non capire il perchè di questi attacchi a D. Ma queste donne che urlano allo scandalo, per l'esistenza stessa di questo magazine, vorrei sapere cosa vorrebbero leggere. A parte che non credo e non crederò mai che un giornale rappresenti, tutta la società nelle sue mille sfumature, ma solo una parte di esse. Meravigliarsi per i contenuti e lo stile di D è lecito, criticarlo perchè non piace e quindi non acquistarlo e/o leggerlo è ugualmente lecito. Non riuscire a comprendere che D rappresenta uno spaccato, piccolo o grande non lo so, di una certa "elitè" femminile, è quanto di più spocchioso e culturalmente arrogante possa esistere.
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