Dal videoracconto quotidiano sulla preparazione del giornale:
A Mauro piace molto il giornale di oggi: “Mi sembra buono, molto buono. Soprattutto per come abbiamo gestito la Grecia”. E poi rivolto al caposervizio dell’economia: “Marco, mi raccomando, Ettore Livini deve restare lì in Grecia a raccontare lo stato d’animo, psicologico della gente…”.
E io pago.
9 commenti:
Io sarò duro di comprendonio, non discuto: anche oggi ho letto on line l'articolessa di Giannini sulla crisi greca e non ho capito niente. Niente alla lettera.
Non ho capito perché o per cosa la Grecia è sull'orlo del baratro, e se altri paesi, incluso il nostro, rischiano la stessa fine.
Io vorrei un giornale che, oltre ai resoconti più o meno pittoreschi, mi facesse anche e soprattutto capire cosa succede e perché. Ma sul perché mi pare si resti assai sul vago. O no?
il pezzo di Livini in parte lo dice. Non l'hai letto?
Questo, caro Aghost, è il problema di tutti i giornali: spesso non raccontano con semplicità quello che accade in casi un po' "complessi" come questo.
(a volte anche perchè neppure chi scrive ha approfondito o ha capito bene).
E' chiaro allora che la gente non legge.
In questo, io che sono uno sciovinista, devo ammettere che i giornali esteri sono molto diversi: lì, benchè a volte con uno stile troppo da "agenzia stampa", si capisce sempre bene di che si parla (offrendo al lettore una semplicità che spesso costa moltissima fatica al redattore).
ps. anch'io, dopo la tua segnalazione, ho provato a leggere il pezzo di Giannini. Mi sono fermato alla frase "Pigs o non Pigs stiamo parlando della terza e della quarta economia di Eurolandia..."
@enrico no, lavini non l'ho letto, anche perché ho letto giannini e quando non capisco mi innervisco o mi demoralizzo, a seconda dei casi. Mica uno può leggere decine di articoli per capirci qualcosa, ti pare?
@Esaù, mi consolo di constatare che non sono l'unico che non capisce al volo... :)
Mi ritengo una persona mediamente istruita, perfino abbastanza informata ma sono sicuro che, se fermi 100 persone per strada, solo pochissimi sapranno dirti chiaramente cosa sta succedendo in Grecia.
Poi capisco che la gente non legga i giornali, non si capisce di che parlano. Pagine e pagine sulla lite fini-berlusconi, ma articoli incomprensibili o quasi sull'economia che potrebbe travolgerci tutti.
Spiace dissentire con voi, ma l'articolo di ieri di Giannini sulla crisi greca era molto chiaro, a parte qualche eccesso di inglesismi (bond, downgrading). A conferma di una mia radicata convinzione che lui sia molto più efficace nell'analisi economica che nelle colte ma meste valutazioni sulla sgangherata politica italiana.
E completava un racconto, lato cronaca, sempre esaustivo e accurato da parte di Repubblica.
E' però vero che la lettura dei giornali, spesso e volentieri, ti dà la sensazione che si dia tutto per scontato senza prevedere un adeguato riassunto di quanto accaduto a uso e consumo del lettore che non ha seguito l'evento di turno.
Forse mi sbaglio, ma mi sembra che il problema della Grecia è che ha metà mese scadono miliardi di euro in Bond (prestiti allo stato) e che non c'è garanzia che potranno essere rimborsati. I maggiori sottoscrittori di questi Bond sono banche, europee ma anche internazionali, che a loro volta dovrebbero ridare questi soldi ai loro clienti che avevano sottoscritto. Se non vedranno i quattrini, è difficile che accettino di rinnovare il prestito, senza garanzie, con l'economia a rotoli (parlo della Grecia, ma quente analogie con un altro paese mediterranio.
Quello che sinceramento non so è: si può fare istanza di fallimento versouno Stato, come se fosse un privato o un'azienda ? Chi nominerebbero come giudice fallimentare ? E cosa gli sequestrerebbero, gli immobili del demanio, gli aerei militari, gli stipendi dei politici, i conti correnti del Tesoro ? E' questa la vera domanda: Può' uno Stato fallire in senso tecnico ? Non mi sembra ci siano precedenti, pure in Argentina anni fa non è successo...
No allora uno stato non puó fallire come falisce una qualsiasi azienda. Uno stato dichiara default (fallimento) autonomamente. Quando ció avviene vuol dire che quello stato non pagherá piú nessun creditore (quindi nessuno che ha acquistato bot per cosí dire di quello stato). Nella maggior parte dei casi i maggiori crditori sono grossi investitori istituzionali (banche) e cittadini dello stato stesso.
Uno stato é liberissimo di decidere di non ripagare. A meno di mandargli i carrarmati sottocasa non lo si puó obbligare. Se peró si dichiara default (come fece l'Argentina nel 2001) l'accesso al credito internazionale é bloccato (non si possono piú indire aste internazionali per la collocazione del proprio debito) per alcuni anni e anche collocarlo al proprio interno ai piccoli risparmiatori che se hanno un minimo di intelletto non si fideranno piú molto. L'Argentina, ad esempio, non ha tutt'ora accesso al mercato internazionale dei bond se non mi sbaglio.
Probabilmente la Grecia non dichiarerá mai fallimento, ma avrebbe optato per una ristrutturazione del proprio debito che significa che avrebbe deciso lei (probabilmente mediando con FMI e maggiori partner internazionali) chi ripagare, quando e per quanto. Probabilmnte avrebbe dato prioritá ai propri cittadini ed in subordine ad i grandi investitori istituzionali (che magari non avrebbe mai ripagato). In sostanza: abbiamo rifinanziato le banche dop appena un anno e mezzo.
Commento su Giannini: ma perché non pigliano qualcuno che ha studiato economia per fare il commentatore economico? Chiedo troppo?
jacopot, grazie dei tuoi chiarimenti, confesso la mia ignoranza in economia pubblica e politica.
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