lunedì 12 aprile 2010
La morte di Berselli: il ricordo di Romano Prodi.
Il fuoco dell'intelligenza in quelle sue telefonate
di ROMANO PRODI
Ci conosciamo da trent'anni. Non riesco a dire "ci conoscevamo" e non so nemmeno se gli anni sono di più. In questo momento sono ben lontano dal pensare ad un'analisi politica di ciò che ha scritto.
Il ricordo è personale, da Romano ad Edmondo. Sono negli Stati Uniti, a fare lezione, non ci potrò essere mercoledì al funerale. Con Edmondo Berselli ci siamo sentiti molto in questo anno. Ha sempre avuto una forza enorme durante tutta la malattia. Ogni sua telefonata era un fuoco di intelligenza. Ironica, piena di paradossi, di fuochi di artificio. L'analisi delle cose serie era fatta in modo volutamente leggero.
Per arrivare a conclusioni serissime, importanti. Era un gioco a rimpiattino anche con se stesso, con una forza d'animo che ogni volta riusciva a procurare sorriso e ammirazione.
Erano pochissimi i momenti di tristezza. Anche se li aveva. Li facevamo volare via, era lui a guidare il volo. Era fortissimo e si riusciva a parlare dell'Italia, del mondo come se se ne potesse parlare ancora per altri vent'anni.
Poi è chiaro che a questo si affianca, per me, come da parte di tutti, una stima enorme per una capacità di scrivere e di analizzare i problemi. Unica, insieme spontanea e colta. Ha cominciato a scrivere giocando sulle punizioni e i cross di Mariolino Corso e con finta leggerezza finiva a toccare gli argomenti più seri in modo straordinariamente efficace. È andato avanti negli anni, libro su libro, articolo su articolo. Mi divertivo e imparavo. Grande lezione, grazie Edmondo per il riso e la riflessione.
E grazie a Marzia, sua moglie. È stata proprio la custode discreta e fortissima dei sentimenti e della persona di Edmondo in quest'anno. Con una strada che arriva da lontano, da trent'anni di matrimonio. Lo ha accompagnato, lo ha difeso, riempito di affetto. Non ne ha perso nessuna riflessione, te le riferiva al telefono quando lui non poteva. Era un legame che continuava con tutti noi all'esterno. È stata lei a contribuire perché il lavoro di Edmondo continuasse, non fosse solo memoria e ricordo. C'è anche Marzia nell'Edmondo di questo anno. Anche questa forse è una lezione. Meravigliosa. Di discrezione, intelligenza, affetto.
Anche lei, Marzia, era colpita dalla sua stessa forza. Sta a noi ringraziarla con affetto ed ammirazione.
Edmondo Berselli è il racconto di un'Italia, della nostra terra, l'Emilia-Romagna, di un modo di vivere e di vivere la politica, di insegnare il piacere dei rapporti umani. Ce lo portiamo dentro, Edmondo.
12 aprile 2010 - La Repubblica
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