lunedì 26 aprile 2010
Unità di crisi.
Fa una certa tristezza vedere l'Unità affidata a Polito: praticamente una morte annunciata. Ma, onestamente, io dell'Unità attuale non sentirei particolare mancanza. Mi sembra un giornale pleonastico in un panorama dove esistono già due entità ingombranti come la Repubblica e Il Fatto. Non è colpa della De Gregorio, che ammiro. Ma mi sembra che oramai – persi per strada i vari Travaglio, Colombo e Flores d’Arcais che, bene o male, assicuravano alla testata un’identità precisa – l’Unità non abbia più un profilo ben definito, una ragione d’esistere.
Jack Skellington
Foto di Luca Passoni
Update: la risposta di Occam:
Come dicono i politici "mi permetto di dissentire" con Skellington: l'Unità ha delle ottime firme (soprattutto nelle rubriche) e con Lavori in Corso ha avviato un bel dibattito su cosa-ne-sarà-della-sinistra partendo da Reichlin, Urbinati e toccando la base. L'editoriale della De Gregorio è un balsamo quotidiano e non oso pensare alla direzione Polito. Salvo solo Stefano Cappellini, nella sua squadra.
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26 commenti:
ci puoi mettere tutte le firme che vuoi, ma oggi come oggi in italia mi pare che possano reggere solamente quattro categorie di quotidiani:
a) le grandi corazzate, ossia quei giornali che, anche se perdono il 10% di venduto in un anno in qualche maniera (magari passando per scivoli pensionistici e cig) reggono (es. corriere, repubblica, sole, stampa);
b) i quotidiani con una personalità fortissima, schieratissimi, dove non c'è spazio per la riflessione e per il racconto degli eventi, ma soltanto per l'esposizione un tanto al chilo (es. il giornale, libero, il fatto quotidiano).
c) i quotidiani locali, quelli che se bin laden butta la bomba atomica su new york e lo stesso giorno c'è un'incidente sulla circonvallazione con un morto, aprono con questa seconda notizia (es. i quotidiani del gruppo l'espresso).
d) i quotidiani di nicchia, ma così di nicchia, che possono permettersi di vivere grazie ai finanziamenti statali e anche se in edicola non li compra nessuno sono molto letti grazie alle rassegne stampa e al web (es. il foglio).
l'unità può avere tutte le firme che vuole, ma non fa parte di nessuna di queste categorie. non è una grande corazzata, per quanto faziosa non arriva ai livelli di realtà tagliata con il machete del fatto quotidiano (che avrebbe già chiuso se l'italia dei valori non fosse quella che è, ossia un partito carismatico, con dei seguaci religiosi al posto dei militanti, diciamolo una buona volta), non è un giornale locale e non è nemmeno di nicchia.
il possibile approdo di polito - per ora più fantagiornalismo che altro - non vedo come potrebbe migliorare le cose, anzi: casomai le peggiorerebbe, perchè darebbe un'identità ancora meno definita al giornale.
ma è ufficiale il cambio?
IL Fatto quotidiano mi ha sconvolto con le cattiverie misogine di tale pseudo-scribacchino massimo fini. Non tanto le bestialità anacronistiche che costui ha scritto, ma il fatto che hanno trovato posto sul quotidiano senza che nessuno ne prendesse le distanze, come se fosse in qualche modo assimilabile alla linea del giornale. Quella non è libertà di espressione, ma libertà di offendere e fare danni.
Per quanto riguarda l'Unità: ma perché, è in crisi? NOOOOOO.....a me piace molto il giornale di Concita! Con la sua direzione l'Unità è rinata, e come scriveva qualcuno il suo editoriale è un baslamo quotidiano. Io tifo per lei e il suo giornale alla grande!
IL Fatto quotidiano mi ha sconvolto con le cattiverie misogine di tale pseudo-scribacchino massimo fini. Non tanto le bestialità anacronistiche che costui ha scritto, ma il fatto che hanno trovato posto sul quotidiano senza che nessuno ne prendesse le distanze, come se fosse in qualche modo assimilabile alla linea del giornale. Quella non è libertà di espressione, ma libertà di offendere e fare danni.
Per quanto riguarda l'Unità: ma perché, è in crisi? NOOOOOO.....a me piace molto il giornale di Concita! Con la sua direzione l'Unità è rinata, e come scriveva qualcuno il suo editoriale è un baslamo quotidiano. Io tifo per lei e il suo giornale alla grande!
Non c'è nulla di ufficiale. Sono rumors. O pettegolezzi, chiamali come vuoi.
Concordo sostanzialmente con Nonucosaseria e aggiungo che Polito potrebbe traghettare l’Unità verso la categoria d), quella del quotidiano di nicchia, quale sostanzialmente Il Riformista è.
Il Riformista mi fa orrore, ma – in quanto organo della destra che finge di essere la sinistra –rispetto all’Unità mi sembra abbia una personalità più definita per quanto detestabile.
Ribadisco che, secondo me, tolti gli editoriali di Concita e qualche iniziativa lodevole, l’Unità attuale non ha quasi più nulla da offrire, niente a che vedere con la ricchezza degli altri quotidiani “di sinistra”. E la rubrica di Paolo Villaggio è semplicemente oscena!
@Clio: non è vero che nessuno ha preso le distanze dalle bestialità di Massimo Fini: lo ha fatto Silvia Truzzi, un’altra giornalista del Fatto, con un editoriale di risposta (piuttosto bruttino, lo ammetto).
Che poi mi sembra pretestuoso dare addosso al quotidiano(come ha fatto per esempio Francesco Costa sul suo blog) basandosi sulle opinioni di un giornalista che è dichiaratamente un outsider rispetto alla linea editoriale del Fatto, almeno su certe questioni.
Massimo Fini è con cui molto spesso non sono d'accordo ma che rispetto tantissimo: è uno dei pochi giornalisti veramente liberi in Italia
@Jack
La risposta della Truzzi era uno sciovinismo speculare e altrettanto sterile di quello di fini. Una risposta debole e forse stupida quasi quanto le cattiverie cui rispondeva, che erano solo cretinate mascherate da pensiero da "outsider". Robaccia reazionaria e fascistoide.
Invece credo che "dare addosso", come dici tu, all'intera redazione sia più che giustificato. Un giornale, infatti, è pur sempre un prodotto collettivo. Ci sarà stato un caporedattore che ha deciso cosa mettere in pagina, ci sarà stato un titolista e forse anche un correttore di bozze che hanno letto e "lavorato" l'articolo. E poi c'è il direttore: possibile che tra questi - ma anche tra gli altri giornalisti - non ci sia stato nessuno che ha sentito il bisogno non dico di prenderne le distanze, ma almeno di segnalare il contenuto offensivo e misogino. O di rendere conto delle molte lettere di protesta che di sicuro hanno ricevuto?
Un articolo che ha - di fatto - offeso centinaia di persone merita un attimo di approfondimento, o no? Padellaro è stato enormemente deludente.
Ma dico: li hai visti i commenti che il mirabile intervento ha generato? Basta dare un'occhiata a quelli per rendersi conto a che mentalità hanno fatto da sponda. E tutto ciò un quotidiano nazionale non se lo dovrebbe chiedere?
Spocchioso, il wanna-be intellettuale (fini) tentava di dare autorevolezza e sostanza ai suoi isterismi (mai come in questo caso credo si possa parlare di invidia dell'utero) con una serie ci citazioni da Bignami che potrebbe impressionare giusto mia nonna, che ha la terza elementare. Un uso davvero provincialotto della cultura: nomi affastellati lì tanto per dare un tono serio alle sue idiozie: molti, io per prima, all'inizio hanno pensato a un pesce d'aprile. Al massimo a una parodia malriuscita di non so bene cosa. Per qualificare la cultura di quei due articoli basta pensare al mirabile passaggio in cui cita 883, e abbiamo detto tutto.
Se il direttore non ha sentito il bisogno di prendere le distanze o di motivare anche solo dal punto di vista delle scelte editoriali quell'intervento così offensivo, significa che bene o male lì dentro lo pensano un po' tutti.
CIoè: magari non sono misogini come fini, il quale definisce l'Eden ritrovato l'essere serviti dalle donne senza l'obbligo di scoparle - cito a memoria ma giuro che era proprio così - e che ha tutta l'aria di essere stato un eterosessuale forzato. Ma che la donna debba tornare a fare i figli e la mamma del suo consorte sì, questa mi pare una posizione molto diffusa nella società italiana in genere, e a quanto pare anche tra i giornalisti del Fatto. Che tristezza!!!
Infine, ora non posso entrare nel merito delle cattiverie del poveraccio, ma vorrei vedere lui - o tutti quelli del Fatto - ridotti a essere considerati SOLO per i loro testicoli. Anzi, ridotti proprio a testicoli, punto. Come fa lui con le "femmine": vogliamo solo l'utero. Viva le femmine, abbasso le donne, che secondo il suo ragionamento sono gli uteri con le gambe, quelli che pretendono di uscire e persino di lavorare, proprio come lui.
A me questo poveraccio mi sembra faccia parte di una corrente piuttosto sostanziosa in Italia di persone che, a causa della loro insuperabile mediocrità, hanno una paura fottuta di vedersi scalzare da un esercito di persone che si sono aggiunte sul mercato del lavoro. Semplicemente questo. Gente che considera un tre miliardi di persone degne solo di servire dentro casa, giustamente non trovano nemmeno una donna disposta a fargli dei figli, e ci credo!
Cliom quante banalità. Comunque: quando si decide di assumere un editorialista lo si prende perchè si sa come la pensa e anche se non si è d'accordo si crede che aggiunge una voce diversa a quelle già esistenti. Quando poi l'editoriale arriva, non è che il redattore, il cpaoredattore eccetera possono modificarlo, non è un articolo di cronaca, è il pensiero di uno preso apposta per dire come la pensa e basta. E staremmo freschi se poi ogni volta che un direttore non è d'accordo con un editorialista prendesse le distanze. Il commento è per sua natura personale e non coinvolge (a differenza degli editoriali veri e propri, cioè quelli firmati dal direttore o non firmati) la linea editoriale. A volte qui dentro leggo cose davvero da dilettanti e da gente che di giornali, per quanto se la tiri, non capisce granchè
Ecco un altro spocchioso.
Sottolineao che quello di fini non è un commento qualsiasi ma una cosa che ha offeso centinaia di persone, che infatti hanno protestato scrivedo alla redazione. E che hanno ricevuto solo un interessante silenzio.
Comuqnue volevo solo dire che se nessun altro giornalista ha sentito il bisogno di scrivere cose diverse, nonostante le prosteste, evidentemente quelle idee sono condivise.
Almeno, così viene da pensare a me, che infatti ho spazio giusto su un blog, che democraticamente ospita le mie banalità.
Non noti invece che i più frusti stereotipi, degni di un povero di spirito, sono banalità ben più agghiaccianti, che volano ad altezze tipo "tornate a casa a fare i figli, cretine" (cito a memoria, ma era proprio così, compreso il coplimento).
Ecco: sul Fatto quotidiano danno spazio a tanta stupidità, a tanta banalità. Senza nemmeno sentire il bisogno di bilanciarla.
Per non dire dell'arroganza di fini di additare come stupide le lettrici che si sono lamentate. Se uno fosse stato in buona fede, si sarebbe interrogato sulla propria capacità di esprimersi. E magari avrebbe persino chiesto scusa. Invece fini non era in buona fede, e invece di scusarsi continua a insultare e a offendere, supponendo di fare effetto con le due citazioni striminzite da BIgnami.
Ma per leggere le sue idiozie bisogna persino pagare!
Quella non è libertà di espriemere idee diverse. piuttosto è libertà di offendere e accreditare una mentalità parecchio misogina.
Se i giornali li fanno quelli come l'anonimo spocchioso, col suo disprezzo per un lettore che ha da dire qualcosa, si capisce bene perché non li legge più nessuno, o quasi.
Iniziare un articolo con "le donne sono una razza nemica" non è una banalità mostruosa? E continuare molto peggio, con cliché tipo 'sono tutte mignotte' e le molestie se le cercano....queste non sono banalità?
A me invece sembra sensato sottolineare che la posizione di tale fini sulle donne è molto simile a quella dei fasciti di una volta, quelli originali.
Anzi, almeno i fascisti - oltre a dover sfornare figli, servire il maschio e tacere - attribuivano alla donna anche il compito di saper portare le corna, riconoscendole così una testa, anche se solo come supporto, elemento del tutto assente dell'articolo dell'isterico fini, fissato solo con l'utero.
Comuqnue è proprio vero che sul Fatto imbarcano persino i fascisti purché siano anche antiberlusconiani. Non lo comprerò mai più.
@jack, grazie per avermi segnalato il blog di Francesco Costa, ci ho trovato cose molto interessanti, anche riguardo a questa padellata di idiozie che è l'articolo di fini. Però è vero, come scrive Cetera, che al Fatto hanno il merito di accreditare una mentalità retrograda e bestiale. Visto che di donne parlano solo in quei termini.
Cito Costa dal suo blog: “pluralismo” non vuol dire pubblicare editoriali di cani e porci: se no perchè Fini sì e Capezzone o un nazista no?
Ora ci aspettiamo un bell'articolo che invita noi tutti a passare gli ebrei e gli zingari al gas, così almeno sono stati davvero pliralisti!
O sempre in nome del plurarlismo: perché non pubblicano un bell'articolo di un Sallusti, per esempio, che spiega ai lettori del Fatto il senso delle leggi e delle iniziative berlusconiane?
Semplicemente, quelli del Fatto, con quella robaccia si sono resi ridicoli.
Per esempio anche a repubblica ci sono dei noti misogini, tipo merlo, ma non sono così stupidi da esagerare.
ragazzi, calma...
siamo andati veramente OT!
in ogni caso, se io fossi un giornalista professionista, anche abbastanza conosciuto, e volessi farmi un po' di pubblicità aggiuntiva (che potrebbe valere una comparsata a pagamento in tv o una miglior visibilità per un libro che magari ho pubblicato da poco) scriverei una cosa eccessiva. e se fossi un direttore di giornale che ha bisogno di vendere comunque qualche copia in più o di far avere un po' di visibilità a un giornale che sì, una volta ha fatto uno scoop, ma è stato l'unico in sei mesi, considerato che quel giornalista non è proprio uno sconosciuto lo pubblicherei senza ritegno l'articolo in questione.
@jack
sì, il riformista ha una personalità più definita rispetto all'unità. ma è una personalità che il lettore dell'unità rifiuta. quindi, sarebbe come scrivere l'epitaffio a questo quotidiano. e perdipiù, andrebbe a calpestare i piedi a europa, l'altro giornale piddino.
Cosa c'è, ragazze, avete le vostre cose?
Sono l'anonimo spocchioso. Io non ce l'ho con il lettore che vuole dire la propria opinione, ma con quelli che parlano di cose che non sanno, e soprattutto parlano a vanvera. E che ulteriore banalità, quella del dire che hanno fatto tutto per farsi pubblicità!
@anonimo spocchioso, non spieghi cosa sarebbe "parlare a vancera".
Sì, tutt'ora mi chiedo come mai un titolista, l'eventuale correttore di bozze, il direttore e LA REDAZIONE TUTTA non abbiano avvertito il bisogno di dare conto delle proteste che ha sollevato la loro scelta editoriale. O di scrivere qualcosa di un po' più intelligente sull'argomento.
Quindi rimango assolutamente convinta che la linea editoriale del Fatto coincida con tutta quella serie di bestialità.
ps. anonimo spocchioso: non ti attaccare a qualche insignificante particolare quando non hai argomenti seri. Non scrivevo di organigrammi di giornali o prassi giornalistiche assodate: citavo un paio di figure a caso per sottolineare che quell'articolo non può essere passato inosservato in redazione. Banale evidenza, lo so. Ma serviva a enfatizzare il fatto che nessuno, tra quelli che sicuramente l'hanno letto, ha sentito il bisogno di prenderne le distanze.
Per quanto riguarda le magnifiche doti liberali di Padellaro, aspettiamo fiduciosi di leggere Alessandro Sallusti sulle pagine del Fatto.
@Clio: ma tu davvero pensi che il pensiero di Massimo Fini (squallido, reazionario, sciovinista, banale, fascistoide ma anche volontariamente provocatorio) possa essere rappresentativo della linea editoriale del Fatto? Davvero pensi che personaggi come Padellaro, Colombo, Telese, Travaglio, Gomez, Beha, Flores d'Arcais abbiano idee del genere?
A me sembra che si stia esagerando e parecchio. Si può criticare il Fatto per un sacco di ovvi motivi. Ma accusarlo di fascismo, sciovinismo, vetero-maschilismo ecc. ecc. solo per le sparute fesserie di un provocatore di professione – che, RIPETO, ha spesso dichiarato la propria distanza dalla linea di pensiero liberal-progressista degli altri editorialisti del Fatto – è una cavolata.
Quel commento era un commento di Massimo Fini, punto. Come è stato detto, non era un editoriale di prima pagina e non era rappresentativo della linea editoriale del Fatto. Quindi, si critichi Massimo Fini ma non si usi questa storia come pretesto per attaccare una testata che avrà tanti difetti, ma non è certo imputabile di misoginia e sciovinismo.
@anonimo spocchioso, produciti tu in qualcosa che non sia banale, se ci riesci, visto che è l'unico giudizio che hai espresso.
E' facile che sia tuo anche l'uscita sulle mestruazioni, il che spigherebbe come mai ripeti a pappagallo "banalità, banalità, banalità" a chi non eligia l'articolo in questione.
@jack, in effetti sono stata scioccata più dall'aver letto quelle idiozie sul Fatto che dalle idiozie stesse: più o meno lo so in che paese, purtroppo, sono nata.
Ma, ripeto, a parte la sciatta risposta della Truzzi, non ho letto nulla su quelle parole. Nè sulle lettere che hanno ricevuto. Né su Fini ecc.
E mi ha fatto anche impressione leggere i commenti on line all'articolo, segno evidente di cosa significa - in un paese come il nostro - dare spazio a quei deliri.
Però davvero, non è per permalosità. è che la stupidità è mooooooolto pericolosa.
Dovremmo riflettere sul rischio di sottovalutare la stupidità. E in passato è stata parecchio sottovalutata, basta pensare alla Lega.
Comunque, giuro, vista la tua buona disposizione, vista anche la convinzione che ci metti, prometto di tornare a spulciare qualcosa sul sito del Fatto appena mi passa l'incazzatura. Ma per il momento non lo compro e ne parlo male con chiunque e appena posso.
Clio, è assodato: hai le tue cose. Datti una calmata, esci, vai a fare un giro, respira un po' d'aria fresca. Ma non ce l'hai una vita?
Grazie a tutti/tutte per essere intervenuti. Finalmente una sana e incazzata discussione sul giornalismo.
@CLIO: premetto che condivido quanto Fini ha scritto per circa la metà di quell'articolo, in quanto esprime un certo "comune sentire", una certa "percezione" delle donne che molti di noi uomini (non ho detto tutti) innegabilmente hanno. E questo non significa che siamo degli orchi misogini. Personalmente, credimi, sono un gran romanticone, uno che va giù di testa per il sorriso aperto e sincero di una donna, e sono convinto che le donne hanno in generale una marcia in più rispetto a noi maschi. Basta guardare al coraggio con cui affrontano le "sorprese" del proprio corpo, mentre noi uomini già di fronte ad una broncopolmonite ci sentiamo con un piede nella tomba e ci spaventiamo a morte. Però ho le mie idee che senz'altro ti schiferanno, per esempio (PARLO PER ESPERIENZA DIRETTA) quando un uomo viene "piantato" piomba nella disperazione e ci rimane per un bel pò. Le donne invece, quando vengono lasciate, fanno un bel conciliabolo con le amiche, un bel brainstorming di quelli tosti e si rimettono in carreggiata in pochi giorni (le amiche, diomio, dei veri e propri killers).
Detto ciò, non puoi bastonare uno SPIRITO LIBERO come Massimo Fini solo perchè ha fatto un coraggiosissimo OUTING intellettuale, sapendo che sarebbe stato lapidato da tante (scusa il termine brutale) "fighe isteriche".
E poi, Clio, ma...ricordo male o eri tu quella che dichiarò tutta impettita che ODIAVA il "Fatto Quotidiano" solo perchè ci scriveva Beatrice Borromeo che ti faceva venire l'orticaria?
Beh, se eri tu, ne deduco che i tuoi giudizi così "en tranchant" mi fanno un pò sorridere.
Senza rancore e senza nulla di personale.
(massimo)
@Supersoul ma come fai a generalizzre: i maschi soffrono, le donne se ne fregano...ma quando mai! Non perdo tempo a racconarti esperienze contrarie, tanto non serve a niente: è molto difficile smontare le incrostazioni di pensiero, materia prima degli stereotipi e dei luoghi comuni.
Si tratta di persone, quindi generalizzare è inutile, per di più basandosi su una distinzione tanto ampia e mutevole come il comportamento sociale (la famosa distinzione tra la femmina-utero e la donna-cretina di fini).
Poi scusami: spiegami perché le sue banalità, le sue generalizzazioni, i suoi insulti (tra cui cito a memoria cretine, razza nemica, causidiche, capziose, stronzette, sciocchine, guerrafondaie eccetera eccetera) non sono identici a quelli di una figa isterica. Cosa ci sarebbe di diverso? Allora: le sue parole sono intelligenti (e non le analizzi nemmeno) quelle di chi gli risponde sono reazioni di fighe isteriche.
é evidente che usi due pesi e due misure.
La differenza che vedi è la sostanza del tuo (vostro) pregiudizio ideologico. Nel vostro cervello il file 'massimo fini' è archiviato come libero pensatore solo perché il suo qualunqismo gli permette di sparare nel mucchio, 'ndo cojo cojo. Ma questa non è intelligenza o indipendenza di giudizio: è disfattismo, e così sono buoni tutti! altro che intellettuale!! diciamo che a fini gli piacerebbe davvero un sacco riuscire a fare l'intellettuale.
Ti assicuro che è pesante vivere in un paese dove moltissimi, troppi, ti considerano inferiore solo per l'apparato genitale di equipaggiamento (non scelto). Guarda per esempio la reazione scomposta dell'anonimo spocchioso: credo che anche tu ti sentiresti offeso se il tuo interlocutore si rifiutasse di ragionare liquidandoti con qualche riferimento alla tua fisiologia...che sò, se ti dicessi oggi sbrodoli testosterone, esci vai a passeggio, sottinteso...
massimo fini è un perfetto idiota.
mi sembra assurdo che non riuscite a capire l'offesa che causa il suo disprezzo, acuito dal fatto che lo leggi su un quotidiano, sulla pubblica piazza.
perché quello di fini è disprezzo puro.
basterebbe notare anche solo il lessico che fini usa. O anche solo il fatto che nel secondo articolo sull'argomento, per ogni finto elogio c'è un aggettivo sprezzante o una negazione vera e propria.
Secondo me lo sciovinismo di fini (uomini contro donne, femmine contro maschi) è un'idiozia pura, ripeto: il mondo è fatto di persone.
Il suo ragionamento è identico a quello di chi sostiene che i cinesi sono tutte bestie o i neri tutti sfaticati. Identico.
Forse fini, poveretto, è un gay non dichiarato. O meglio: un eterosessuale forzato. Daltronde il suo stesso maschilismo, le sue idiozie sul maschio virile eccetera, sono al contempo molto omofobiche.
Il suo disprezzo sarebbe perfettamente spiegabile con una forzata eterosessualità, necessaria nella società tradizionalista per avere i servizi domestici. Lo dice lui stesso: l'Eden ritrovato (essere serviti senza nemmeno l'obbligo di scoparle, scrive 'sto popò di personaggio) è una frase che trasuda schifo e disprezzo. Come quando dice che sotto l'involucro c'è sempre la stessa, deludente, cosa. Come se la stessa identica cosa non si potesse dire di un uomo....
In più milioni di donne istruite, preparate, affidabili e competitive sono sul mercato del lavoro. E fanno molta concorrenza ai mediocri, incattiviti come fini.
quella di fini è semplicemente la mentalità che ha dominato per secoli: nulla di più banale del persiero del più forte, per questo è reazionario.
non c'è nessun merito, nessuna libertà di pensiero né altro, nel ripresentare sempre la stessa roba, ribollita e infarcita di qualche citazione a effetto (gli 883!!).
e sono tutte stupidate per moltissime ragioni. te ne dico solo una: anche volendo, non si può rimandare le donne a casa e non farle lavorare. nella maggior parte delle famiglie c'è bisogno di soldi, un solo stipendio non basta!!
mi sembra assurdo che considerate intelligente un trombone del genere.
indipendente e libero? a me sebra invece uno che ha bisogno di spararle grosse solo per esistere.
comunque, lo so che ho solo perso tempo. probabilmente è del tutto inutile parlare con uno che considera indipendente un fascistoide (contraddizione in termini) e intelligente un sessista (stessa costruzione di razzista).
ps. mai avuto niente in contrario alla Borromeo.
@jack, capisci perché è un falso argomento quello del pluralismo? e lo vedi quant'è pericoloso accreditare la stupidità?
se sei un lettore appassionato del Fatto chiedine conto al direttore.
io, se leggessi quelle stronzate su repubblica, andrei a bruciare la mia copia sotto la redazione. Quanto meno.
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