giovedì 13 maggio 2010
Acquistare un quotidiano? Un gesto da radical chic.
Abbiamo trovato questa simpatica disamina del nostro quotidiano preferito, fatta da una studentessa iscritta alla LS di Giornalismo di Parma:
Il caro, vecchio, buon quotidiano.
Stamattina sono passata dall'edicola: "Repubblica, grazie!"
Prendere il quotidiano, soprattutto per noi giovani, è ormai quasi un gesto da radical chic che regala quel gusto intellettuale, da adulti alla giornata... viene da dire "purtroppo!" Si, anche perchè ciò che resta sono mozziconi di notizie spulciate in rete di qua e di là... ecco, mi vergogno ma questo è un po' il mio ritratto da disinformata cronica!!
A dire la verità non ho avuto poi neanche il tempo di sfogliarti, caro quotidiano! Lo farò ora mentre scrivo guardando più alla forma che ai contenuti. Sperimentiamo... Un euro per 55 pagine, più una quindicina dedicate alle notizie relative a Bologna e una decina vendute alla pubblicità a tutta pagina!
In alto insieme al nome della testata è riportato quello del suo fondatore, Eugenio Scalfari, e dell'attuale direttore: Ezio Mauro. Il giornale ha 35 anni, quindi è stata fondato nel 1975.
Come riferimenti virtuali oltre al sito di Repubblica, alcune pagina in alto a destra riportano gli url di siti su cui poter approfondire gli argomenti trattati. Iniziativa interessante questa. Il quotidiano è diviso sostanzialmente in tre parti; apre con la crisi dell'economia, il governo, le regioni, la giustizia passando poi all'attualità in senso più generico e all'economia. Questa prima parte si chiude con la pagina dedicata a "lettere, commenti&idee" e quella in cui termina l'editoriale di Adriano Sofri "Se il 1'maggio diventa la festa del consumo". La seconda sezione è quella di "R2" suddivisa in inchiesta, cultura e sport. Qui trovo un nuovo rimando alla rete; in un riquadro sono riportati i titoli di alcuni articoli nel sito della testata. Noto però che sono realtiva alla musica, alla scienza e non toccano temi come la politica nazionale ad esempio. Il cartaceo è come se rimandasse al virtuale solo per approfondire argomenti specialistici. L'ultima parte è quella dedicata a Bologna.
So che il compito richiesto dal professore non era questo ma curiosando nei blog dei miei colleghi mi sono accorta che quasi tutti hanno già eseguito il lavoro; così ho pensato di lavorare "in rete" dando un contributo diverso. Certo la mia analisi è molto semplice, e dimostra forse quanto io poco frequenti i quotidiani, ma magari dal confronto con l'analisi fatta sui cambiamenti del sito di Repubblica può dire qualcosa. Ora vado a cenare, sono morta di fame...
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5 commenti:
Beh, nel 1979 anno della mia iscrizione all'Università presentarsi con Rep sotto il braccio o nel tascapane era un gesto "rivoluzionario". Ci si guardava e ci si riconosceva.
Disarmante nel suo candore, quasi un alieno che atterra su un pianeta sconosciuto.
Speriamo le rimanga addosso un po' di desiderio di proseguire nella scoperta.
Mi chiedo sempre, in questi casi di totale disinteresse per la carta stampata, quanto pesi l'ambiente in cui si cresce. Io, ad esempio, sono cresciuto in una casa in cui quotidiani e libri erano ovunque e l'avvicinamento a questo mondo è avvenuto in maniera assolutamente naturale. Idem per mio fratello.
Non saprei dire però se questo piccolo esempio regga ancora in questo tempo in cui i giovani hanno stimoli a non finire dal mondo dell'informazione e della comunicazione in generale.
Cosa dire... "un alieno che atterra su un pianeta sconosciuto" è il mio ritratto anche nel mondo dei blog... e vedere con stupore che qualcuno, qualcuno poi al di fuori della mio corso addirittura, mi ha letto e postato, mi fa strano (in senso positivo naturalmente!!!) Mi collego al primo commento e dico: ci sono ancora simboli e dietro a questi ideologie in cui noi, studenti universitari di oggi, possiamo riconoscerci? Parlo per me: no! Ciò che resta è l'associazionismo di derivazione più varia (ambiente, sociale, sport... ). Barbapapà, anch'io la penso come te: crescere in un ambiente privo di stimoli intellettivi crea un bel gap che pesa ma a cui, con le possibilità che abbiamo oggi, si può facilmente porre rimedio. Se non lo facciamo è per pigrizia, per il "tutto&niente" offerto dalla rete, per sovraccarico di stimoli!! Mi assumo così le mie grasse reponsabilità!Ringrazio il signore che mi ha postata e spero che questo lunghissimo commento sia in linea (almeno formale) con il suo blog... Lucia
Ciao Lucia, sono "il signore" che ti ha postata qui. Il "signore" lasciamolo a casa, chiamami pure Enrico o Feticista Supremo, se preferisci. Benvenuta sul blog. Continua a leggerci e magari diffondi il verbo anche agli altri lettori di Repubblica che conosci.
Brava Lucia e benvenuta fra noi.
Son certo che tra non molto tempo avvertirai anche tu, come noi feticisti della carta stampata, l'urgenza di avviare le tue giornate con la lettura di un quotidiano. E, nella scelta, mi pare che tu sia già partita bene...
Ad maiora.
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