Al Giro non tutto compare nelle classifiche ufficiali, che non sono neppure poche. Ci sono imprese che sfuggono all’osservazione dei giudici. Perché questi momenti grandiosi della corsa non passino inosservati, ci siamo qui noi: con sforzo economico e organizzativo non indifferente, assegneremo ogni giorno la nostra maglia speciale, sicuramente non inferiore per importanza e prestigio a quella rosa. E’ con una certa malinconia che la prima maglia viene consegnata a un mito del giornalismo italiano: Gianni Mura. Da anni inviato e opinionista de “la Repubblica”, uomo di scrittura brillante e raffinata, si aggiudica la prima tappa firmando un capolavoro memorabile: siglato un contratto con la Rai per esprimere commenti al “Processo”, si ritrova seduto su un trono in stile rococò, rubato nottetempo alle trasmissioni per shampiste e zitelle, dove un nugolo di nubili in fregola cerca fittiziamente di conquistare un macho a suon di graffi e di insulti. Vedere il grande Gianni in quella posizione è quanto di più doloroso possa toccare a chi l’ha sempre venerato come fine scrittore. Forse i geniali creativi Rai credono di fare dell’ironia, nella pratica si rendono autori di un crimine. Ma come Mura si presti a un simile atto di autolesionismo, buttando in vacca il prestigio di una luminosa carriera, resta il vero mistero. Da principe dei cronisti a re dei tronisti. Impresa d’altri tempi, tappa e maglia. Comunicazione ufficiale: i festeggiamenti sono sospesi per eccesso di mestizia. (Cristiano Gatti, "Il Giornale")
Purtroppo ha ragione. Anche se la trasmissione è interessante e Mura bravissimo. Solo lui poteva portare Vinicio Capossela in tv a seminare poesia sul ciclismo, com'è successo oggi. Ma chi può avere avuto l'idea del trono??
Anziché celebrare il fatto che la Rai si affida ad un giornalista di razza per raccontare il Giro d'Italia, dobbiamo soffermarci su una questione secondaria come questo trono? Non capisco.
Sempre a proposito di Mura, per il PPR+ del mese vorrei segnalare la rubrica domenicale pubblicata ieri e dedicata alla violenza in campo e sugli spalti.
del giro ho visto qualcosa solo di sfuggita. Il trono non mi pare così grave anzi, il fatto che Mura abbia accettato di posarvi le pregiate terga denota una certa ironia.
Piuttosto ho apprezzato la sua prima zampata nella prima puntata, quando la sciacquetta di turno che ora conduce il dopotappa gli ha detto "Benevenuto al giro Mura!" e lui di rimando: "No benvenuta a te, io al Giro ci sono sempre stato" :)))
Spero che Mura sappia o possa ravviare il mortorio del dopo corsa, veramente deprimente
5 commenti:
Al Giro non tutto compare nelle classifiche ufficiali, che non sono neppure poche. Ci sono imprese che sfuggono all’osservazione dei giudici. Perché questi momenti grandiosi della corsa non passino inosservati, ci siamo qui noi: con sforzo economico e organizzativo non indifferente, assegneremo ogni giorno la nostra maglia speciale, sicuramente non inferiore per importanza e prestigio a quella rosa.
E’ con una certa malinconia che la prima maglia viene consegnata a un mito del giornalismo italiano: Gianni Mura. Da anni inviato e opinionista de “la Repubblica”, uomo di scrittura brillante e raffinata, si aggiudica la prima tappa firmando un capolavoro memorabile: siglato un contratto con la Rai per esprimere commenti al “Processo”, si ritrova seduto su un trono in stile rococò, rubato nottetempo alle trasmissioni per shampiste e zitelle, dove un nugolo di nubili in fregola cerca fittiziamente di conquistare un macho a suon di graffi e di insulti.
Vedere il grande Gianni in quella posizione è quanto di più doloroso possa toccare a chi l’ha sempre venerato come fine scrittore. Forse i geniali creativi Rai credono di fare dell’ironia, nella pratica si rendono autori di un crimine. Ma come Mura si presti a un simile atto di autolesionismo, buttando in vacca il prestigio di una luminosa carriera, resta il vero mistero. Da principe dei cronisti a re dei tronisti. Impresa d’altri tempi, tappa e maglia. Comunicazione ufficiale: i festeggiamenti sono sospesi per eccesso di mestizia.
(Cristiano Gatti, "Il Giornale")
Purtroppo ha ragione. Anche se la trasmissione è interessante e Mura bravissimo. Solo lui poteva portare Vinicio Capossela in tv a seminare poesia sul ciclismo, com'è successo oggi. Ma chi può avere avuto l'idea del trono??
Anziché celebrare il fatto che la Rai si affida ad un giornalista di razza per raccontare il Giro d'Italia, dobbiamo soffermarci su una questione secondaria come questo trono? Non capisco.
Sempre a proposito di Mura, per il PPR+ del mese vorrei segnalare la rubrica domenicale pubblicata ieri e dedicata alla violenza in campo e sugli spalti.
Ovviamente quoto Barbapapà.
del giro ho visto qualcosa solo di sfuggita. Il trono non mi pare così grave anzi, il fatto che Mura abbia accettato di posarvi le pregiate terga denota una certa ironia.
Piuttosto ho apprezzato la sua prima zampata nella prima puntata, quando la sciacquetta di turno che ora conduce il dopotappa gli ha detto "Benevenuto al giro Mura!" e lui di rimando: "No benvenuta a te, io al Giro ci sono sempre stato" :)))
Spero che Mura sappia o possa ravviare il mortorio del dopo corsa, veramente deprimente
ufff... ovviamente era "ravvivare"
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