venerdì 21 maggio 2010

La (dolce) proletaria Concita.



Con le scarpe da mille euro. Così dice Belpietro su Libero.

7 commenti:

aghost ha detto...

e magari le scarpe gliele paghiamo noi? :) Il sistema è diviso in due: chi è dentro (la casta e tutto quel che ci ruota intorno) e chi è fuori.

Riporto un post da blog di beppe grillo

"Lo Stato finanzia i giornali con un miliardo di euro all'anno (da abolire). I giornali pagano però stipendi da fame ai giornalisti (quando li pagano). La ricerca “Smascheriamo gli editori” presentata alla sede nazionale dell'Ordine dei giornalisti (da abolire) descrive una realtà di schiavi della tastiera. Se i giornalisti sono sottopagati e i bilanci dei giornali sono in rosso, allora che fine fanno i finanziamenti dello Stato?
"Nonostante i 16 milioni di euro erogati dallo Stato al gruppo L'Espresso, La Repubblica paga 30 euro un articolo di 5-6mila battute; Il Sole 24 Ore, a fronte di oltre 19 milioni di contributi l’anno retribuisce i giornalisti 50 centesimi a riga; Libero (5 milioni e 451 mila euro di contributi) offre 18 euro per un’apertura. E Il Manifesto? Ha incassato oltre 5 milioni, ma non paga i collaboratori." Aristide Gaetano Filangieri

Andrea ha detto...

E nonostante questo il manifesto è in rosso. Nonostante tutti prendano stipendi bassissimi. Già, ma i finanziamenti sono IL Male. Già. Ridicola questa battaglia di grillo.

Supersoul ha detto...

il caso del Manifesto è grottesco. Finanziato dallo Stato, autoriduzione degli stipendi, ogni giorno un pianto greco e un invito ai lettori (per non parlare poi del "dibbattito interno" con un linguaggio quasi comico del tipo "mozione compagni!!"). Oltretutto poi 'sta situazione è stata idealmente umiliata dal successo del FATTO (Zero finanziamenti pubblici + tantissimi lettori).
Insomma, sarò anche spietato, ma se questi signori non vendono, c'è ben poco da fare. Altro che "e compagni di qua e compagni di là".

aghost ha detto...

ma infatti supersoul. Il Fatto ha dimostrato che si puo' campare anche senza il finanziamento pubblico. Certo la poppa statale da cui succhiare "il latte" fa comodo a tutti, ma è giusto?

Perché un giornale di partito deve pigliare il finanziamento statale e un calzolaio, o un panettiere, no?

Andrea ha detto...

Perchè un calzolaio non fa cultura. Poi se vogliamo lasciare al Dio mercato anche quello, è un altro discorso.

aghost ha detto...

Sì questa è la scusa classica: i giornali fanno "informazione e cultura". Ma chi ci crede, onestamente?

E' lo stesso pretesto con cui estorcono il canone tv a milioni di cittadini costreti a pagare obtorto collo. Ma perché devo pagare io i quizzoni, le isole, i tg lottizzati, gli stipendi milonari della Clerici, le comparsate di Gasparri da Vespa?

Smettiamola con queste ipocrisie, anche i giornali, come le tv, devono camminare con le proprie gambe.
Se non ce la fanno, chiudano. Nessuno li rimpiangerà.

aghost ha detto...

e aggiungo: perché non può essere il lettore a premiare il giornale che preferisce, comprandolo in edicola? Perché dobbiamo accettare quest'idea di stato autoritario che decide a priori quali giornali dobbiamo leggere e quindi finanziare?