venerdì 18 giugno 2010

Acqua, parole e memoria.



Il signor Josè venne a Torino l’anno scorso e parlò agli studenti dell’Università. Salutava battendosi il pugno sul cuore. Pareva fatto d’aria e sospiri, e aveva una voce lenta e morbida con la quale cesellava lunghissime frasi come un artigiano un prezioso pezzo di legno. La sua giovane moglie Pilar lo guardava in silenzio, però era ben più di uno sguardo: beveva ogni sillaba del suo uomo, se ne nutriva con incomparabile felicità. Il signor Josè, il più grande scrittore del mondo, disse che siamo fatti di acqua, parole e memoria.

Maurizio Crosetti, sul suo blog, rende omaggio a Josè Saramago.

2 commenti:

nonunacosaseria ha detto...

quando iniziai a leggere cecità mi prese lo sconforto. periodi costruiti in maniera inusuale, punteggiatura che sembrava alla cazzo di cane, non uno spazio di ariosità per riprendersi, dialoghi che non erano dialoghi o forse sì chi lo sa poi tutti quei personaggi senza un nome e insomma era tutto così strano che se non me lo avesse regalato la mia amica lucia dicendomi di leggerlo che era bellissimo io mica sarei andato avanti e poi comunque passato l'allucinazione delle prime quindici pagine scoprire un viaggio dentro l'uomo come soltanto un nobel per la letteratura avrebbe potuto descrivere dice, è morto un grande scrittore, sì dico è morto un grande scrittore ma la sua opera non è morta è viva e tale rimarrà per sempre.

Occam ha detto...

Ma la avete notata ieri la pagina (R2) con il coccodrillo di Saramago e annesso sommarietto sulla rottura con Einaudi e, poco sotto, il piede di pubblicità della ... Einaudi?