giovedì 3 giugno 2010

Cappellata comune.

Ha iniziato il nemico, poi a ruota Repubblica e Il Giornale.

La storia di questa cappellata comune la trovate qui.

4 commenti:

kriss ha detto...

Va bene. Sweatshop (o --factory) è un posto dove esiste lo sfruttamento del lavoro, anche minorile. Venne usato per la nike quando si scoprì che faceva cucire le scarpe a bambini di 5 anni, per venderle a 200 dollari. Quindi magari chiamarla fabbrica dei suicidi o fabbrica di schiavi è improprio, ma non troppo lontano dlal verità. La cosa sconvolgente mi sembra, invece, l'uscita di Jobs che dice che la fabbrica è carina, per favore! Continuiamo ad esaltarci con la bellezza estetica dei giocattoli con la mela morsicata, come con gli spottoni meravigliosi della nike ... sappiamo però che qualcun altro paga il conto. E non a nostra insaputa

Scusate lo sfogo, ma quando ce vo' ce vo'

Anonimo ha detto...

hanno tradotto sweetshop invece sche sweatshop, che era quello che jobbs aveva detto.

Anonimo ha detto...

Lo scopo della agenzie è che fanno il lavoro che tu non sei in grado di fare. Quindi vanno a prendere le notizie dai Paesi più lontani (o dai paesini di provincia), le traducono e te le danno. Se tu ogni volta devi andare a controllare com'è l'originale e se è stato tradotto giusto, allora l'agenzia non serve a niente. Certo, il traduttore dell'Agi ha fatto una cappellata, ma visto che questo è il sistema (e lo è da decenni, e non è modificabile) le cappellate a cascate sono inevitabili. Capita, capita molto più spesso di quanto voi immaginiate e capiterà ancora. Per cui dateci un taglio.

Lotrovassi ha detto...

"Darci un taglio" ???

Fammi capire: allora lasciamo stare le "cappellate" del premier, tanto andrà avanti a farne, lasciamo stare l'ignoranza dei politici, tanto ci sarà sempre...

"Darci un taglio" è l'atteggiamento che ha consentito di arrivare a questo punto.

Forza Pazzo, avanti così !