giovedì 3 giugno 2010

Le camicie di Gregorio Botta.



Nell'edizione di lunedì 31 maggio di Repubblica Domani, a menare le danze nella riunione giornaliera, c'era il vicedirettore Gregorio Botta che sfoggiava una caramellosa camicia rosa.

La stessa che sfoggiava nell'edizione del 17 maggio.



Quando si dice il caso.

2 commenti:

Barbapapà ha detto...

Camicie a parte, l'apertura di queste sceneggiate mattutine sta diventando insopportabile con quei superficiali apprezzamenti sulla fattura del giornale. "Bene ieri su Israele", ha detto ieri il vicedirettore Cresto-Dina.
Ma cosa vuol dire? Bene che abbiamo dato le informazioni su un evento di cui ha parlato tutto il mondo? Oppure, bene perché abbiamo dato notizie che altri non avevano? Non si sa.
Maliziosamente vien da pensare che i vertici del giornali si profondono in congratulazioni perché scoprono, sorprendentemente, che i giornalisti hanno fatto ciò per cui sono pagati: informare i lettori.
E' possibile chiedere ai vertici del giornale di evitare queste stucchevoli autocelebrazioni?

Abbiamo detto diverse volte che questa vetrina quotidiana è di modesto interesse giornalistico. Però ogni tanto emerge qualche dettaglio piuttosto illuminante.
Ad esempio ieri Cresto-Dina, rivolgendosi al settore politico, ha detto in riferimento all'intervento di Berlusconi a Ballarò: "Bisogna lavorare anche sul nervosismo relativo ai sondaggi. Ieri ha attaccato i sondaggisti, ha attaccato i numeri. Bisogna lavorare su questo".
Ecco, la cronaca politica di Repubblica (ma non solo di Repubblica, come noto) spesso si risolve in un giornalismo politico fatto di retroscena, pettegolezzi, chiacchiericcio inutile. Roba che interessa solo coloro che ruotano intorno al Palazzo del Potere (purtroppo tantissimi in questo paese), ma non il lettore comune. Sarebbe invece ora di ridurre significativamente lo spazio dedicato a questo vuoto di idee e concentrare l’attenzione dei lettori sulla vera azione politica del governo e dell’opposizione (se esiste, naturalmente…).
Se si deve parlare di Berlusconi, esaminiamone allora l'assoluta incapacità di realizzare una politica economica efficace per il Paese. Smontiamone i luoghi comuni sulla migliore tenuta del Paese rispetto ad altri durante la crisi economica. Portiamo alla luce le difficoltà del tessuto sociale che sostiene questo governo. Tutto ciò avviene puntualmente con le analisi macro dei brillanti e apprezzatissimi commentatori (da Scalfari a Boeri), ma non viene completato da un'analisi micro che dia conto di cosa questo significhi a livello di aziende e lavoratori. Oggi c'è una interessante pagina in economia che dà conto delle difficoltà della piccola impresa. Ma rientra nel solco delle analisi dal sapore episodico, poi trascurate sotto l'incalzare degli eventi quotidiani.
Occorre insistere su questi temi, come scriviamo in tanti da tempo su questo blog, altro che il nervosismo di Berlusconi per i sondaggi...

Barbapapà ha detto...

Dimenticavo. Sempre nell’edizione di ieri ho ascoltato la seguente affermazione di Cresto-Dina: "Mi dicono che ci sono forti tensioni tra Berlusconi e Tremonti" a causa della manovra.
Capisco che ieri il suo umore non fosse il migliore (come si evinceva dall'abbigliamento funereo) poiché era al lavoro in un giorno di festa, però dimenticare che le tensioni tra i due sono un tema trattato sul suo stesso giornale da molti giorni mi pare assai bizzarro per un vicedirettore...