sabato 17 luglio 2010
Barbara Palombelli decriptata.
Continuano gli esercizi di stile del grande Nonunacosaseria, l'unico blogger al mondo che dispone di un potente software in grado di decriptare le parole di politici e autorevoli editorialisti di importanti quotidiani nazionali.
Stavolta tocca a Barbara Palombelli e alla sua ultima fatica di editorialista capitolina. Riportiamo sia l'articolo scritto per Il Foglio (in grassetto), sia la versione originariamente scritta dalla giornalista (in corsivo) che esprime al 100% il suo reale e inconfessabile pensiero.
Ho scioperato, venerdì scorso. Insieme ai miei colleghi, al 90 per cento della stampa italiana, con le mie idee e le mie perplessità.
Ho scioperato, venerdì scorso. La mia perplessità era la seguente: mi si nota di più se faccio quella di sinistra che non sciopera o se sciopero e poi scrivo un pezzo di critica sullo sciopero e sul sistema dell’informazione in Italia?
La giornata di silenzio è servita a far discutere di come siamo diventati, e questo è un sicuro successo. Un punto di partenza per riesaminare - magari in una occasione futura di dialogo aperto e libero - il ruolo dell'informazione.
La seconda che ho pensato: pezzo sullo sciopero e sul sistema dell’informazione in Italia. A questo punto, però, sono iniziate le difficoltà.
Volendo, c'è un ordine del giorno fitto, e non soltanto intasato di veline provenienti da uffici giudiziari. Ho pensato alle notizie non date, alle pagine economiche spesso imbarazzanti di tanti giornali in prima linea, alle omissioni sulle questioni bancarie, azionarie, alle follie raccontate negli anni sui rendimenti dei fondi azionari e altre quisquilie che distruggeranno e hanno distrutto già il futuro di migliaia di famiglie. Le triple A, le banche d'affari fighette, le certificazioni aggiustate. Ho anche elencato - frugando nella memoria - i ritratti agiografici e patinati di decine di capitani e cavalieri che servivano a fare abboccare i risparmiatori gonzi. Mi pare che - contro quel bavaglio - nessuno abbia mai protestato, tranne qualche associazione di consumatori. Certo non i giornalisti, mai la federazione.
Volendo, ci sarebbero state tante cose di cui avrei potuto scrivere e contro le quali lanciare i miei strali. Su come i giornalisti italiani parlano dei finanzieri d’assalto, per esempio. Ma temevo che poi qualcuno (magari, orrore!, la stessa federazione) mi avrebbe rinfacciato anche certe mie vecchie interviste in ginocchio a De Benedetti; o quell'altra intervista in cui Cesare Romiti rimembrava i bei tempi di Raul Gardini; oppure ancora certi miei panegirici su Comunione e Liberazione.
Di sicuro non i cronisti sportivi o modaioli - piuttosto imbavagliati, magari da contratti pubblicitari che garantiscono utili ai nostri editori - sempre ovviamente al di sopra di ogni giudizio. C'erano una volta tanti regali, tanti omaggi, qualche viaggio intorno al mondo, vestitini e macchine a sbafo, i più dritti andavano in crociera o in albergo alle terme. Nessuno di noi può scagliare una pietra, nemmeno un sassolino di ghiaia.
Economia, sport, moda. Non si toccano. Anche del cinema e dei libri si parla piuttosto bene, in generale i recensori pubblicano e scrivono anche loro. Al ristorante si mangia benissimo, vini e cosmetici non fanno mai male, le medicine degli inserti salute sono tutte miracolose (vedi promozione accanto alla segnalazione, ormai sono senza pudore).
Arredi, cucine e mobili sono per definizione gradevoli e necessari .
Altri argomenti su cui attaccare: moda e costume. Ma anche qui: e se poi qualcuno avesse tirato in ballo i tempi gioiosi e spensierati in cui scrivevo quanto è trasgressivo indossare calzini bianchi? Cinema e tv pure da escludere: ho intervistato un po’ tutti, da Verdone a Pippo Baudo, da Pupo a Dario Argento e son riuscita perfino a farli parlar bene di Craxi e male della sinistra.
Cosa resta, di questi tempi, da lapidare? Pensa e ripensa, non rimane che la vita privata della casta.
Cosa mi restava, allora, da lapidare? Pensa e ripensa, mi veniva in mente soltanto Vauro, con le sue vignette riguardanti la vita privata mia e di Francesco.
Dossier, ordinanze, intercettazioni raccontano - oltre ai reati, su cui è insopportabile la minima censura - anche piccole o grandi debolezze. E' lì, l'accanimento funziona a 360 gradi, che i coraggiosi anti-bavaglio si scatenano più volentieri, insieme a fotografi indiscreti e ad altre figure e figurine varie. Era necessario?
Roberto D'Agostino, inventore di Dagospia, ritiene che sì, ogni personaggio pubblico deve rispondere di quello che fa la notte o nei ritagli di tempo libero. Una regola che vale per tutti - dal presidente del Consiglio all'ex direttore di Avvenire, da Piero Marrazzo a Cosimo Mele - e che viene dall'America, dal Regno Unito, da Internet, dalla velocità delle comunicazioni.
Filippo Ceccarelli, che ha chiamato "Suburra" il suo ultimo saggio sui letti del potere, crede nell'eterno ritorno della decadenza, allude alla Roma dei bordelli, delle taverne, delle bische: abitata da lenoni, prostitute, commercianti, ladri, tagliagole e anche da qualche persona perbene. Siamo sempre stati uguali, più o meno svaccati? E' possibile.
Nella "Storia di Alice, la Giovanna d'Arco di Mussolini" di Gianni Scipione Rossi, gli informatori e le spie offrono al Duce ogni genere di insinuazione come arma contro nemici e avversari. Dobbiamo domandarci - tuttavia - se questo destino, guardare dal buco della serratura le alcove dei potenti, inseguire trans ed escort per interviste esclusive, sia proprio inevitabile. Ho scioperato, ma vorrei continuare a discuterne senza anatemi, sperando di non dover troppo scrivere o parlare della vita privata e segreta degli altri.
Insomma, alla fine ho ritenuto che la meglio cosa sarebbe stata scrivere un pezzo di circa una cartella e mezzo in cui dire tutto e niente. Fuffa, insomma. Di quella fuffa che però fa cool, che piace a Giuliano Ferrara, in cui attacco, sì, il sistema dell’informazione, ma genericamente, senza fare veramente male a nessuno. La infiocchetto un po’, ci infilo i titoli di due libri che ho presentato recentemente a uno di quegli incontri che servono a far passare le serate estive a chi non ha voglia di stare in casa, poi giro il tutto al mio amico Roberto, che ripubblica su Dagospia.
E così, anche questa settimana me so’ guadagnata ‘a pagnotta.
Nonunacosaseria
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