Sapete come andrà a finire se passa il comma "ammazza-blog"?
Andrà a finire che la maggior parte dei blogger, temendo di dover sborsare cifre proibitive per togliersi lo sfizio di scrivere quello che pensano, e stanchi di doversi precipitare a pubblicare una rettifica ogni volta che glielo chiedono, la pianteranno là e si dedicheranno ad altre cose: e che gli altri, quelli che proprio non potranno fare a meno di esprimersi, vivranno in un perenne stato di tensione aspettandosi da un momento all'altro un'allegra raccomandata in cui un avvocato sconosciuto intima loro di rimangiarsi le proprie opinioni.
E sapete chi ci rimetterà?
Ci rimetteranno coloro che frequentavano quei blog, perché evidentemente trovavano divertente, costruttivo e perfino utile leggere quello che c'era scritto e discuterne insieme.
Brano tratto da un bellissimo post del blog Metilparaben.
4 commenti:
Segnalo anche il condivisibile post del santorino in sedicisimi, Alessandro Gilioli :)
Rimangiato il bavaglio alla stampa, i giornalisti hanno tirato i remi in barca riguardo al bavaglio ai blogger costretti alla rettifica entro 48 ore, pena salatissime multe. Tanto a loro che gli frega dei blogger? Purtroppo è anche su questo che il giornalismo italico perde credibilità.
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Quando ho avuto l’occasione di parlarne in tivù – ma ovviamente anche qui e perfino al telefono, bisticciando talvolta coi colleghi – ho sempre cercato di dire che l’aspetto che meno mi piaceva della sacrosanta battaglia contro la legge bavaglio era quella percettibile componente corporativista, quel messaggio che più o meno passava secondo il quale il bavaglio era tutto o in buona parte un problema di una categoria, quella dei giornalisti, messa in condizione di non poter lavorare: quando invece la posta in gioco – per quanto riguardava la censura sulle intercettazioni – era palesemente quella di un insieme assai più ampio di popolazione (in pratica la totalità degli elettori) messo in condizione di non essere informato, quindi privato di un suo elementare diritto di cittadinanza.
Ora che il bavaglio ai giornali è stato in buona parte rimangiato, vedo che anche l’impegno dei media contro il disegno di legge sulle intercettazioni si è notevolmente affievolito: quasi fosse accettabile che, in cambio del diritto salvaguardato a pubblicare stralci di conversazioni tra mascalzoni, fossero accettabili la drastica riduzione degli strumenti di indagine dei magistrati e il soffocamento con gli strumenti della burocrazia di quel libero e incasinato – e anche per questo prezioso – fermento di voci costituito dai blog.
La velocità con cui è sparito l’attivismo mediatico contro la legge che fra pochi giorni verrà varata dalle Camere, sinceramente, è una di quelle cose che un po’ mi fanno vergognare della categoria a cui appartengo.
Il disegno di legge Alfano fa ancora schifo, e pure parecchio. Occuparsene ancora, con la stessa benedetta rabbia di due settimane fa, aiuterebbe a far capire la differenza tra una battaglia civile e una battaglia di categoria.
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/07/26/barbarie-lunga-ma-sdegno-breve/
pazzesco cosa è diventata l'italia sotto berlusconi.... Consiglio di vedere i vari video dove la polizia a milano blocca un gruppo di cittadini che volevano vedere "l'evento" berlusconi-don verzè-aznavour. Le forze di polizia erano terrorizzate dalla presenza del noto "rompicoglioni" Piero Ricca (avercene di rompicoglioni così).
Imbarazzante vedere i funzionari di polizia, circondati da agenti in tenuta antisommossa, giustificare il blocco per "riunione spontanea non autorizzata"... Ma che siamo in Cile? Vergogna.
http://www.youtube.com/watch?v=7OLbtt4gkV8&feature=player_embedded
"Riunione spontanea non autorizzata" è una contraddizione in termini. Ulteriore assurdità di questa Italia al tempo di Cesare.
Non sapevo di questo rigurgito di cesarismo. Sui blog se ne parla, fino a quando sarà possibile.
E dopo?
aghost, condivido la tua stessa indignazione. Compresa anche quella verso il giornalismo che, dei blogger, se ne frega.
Ricca è ormai abbastanza conosciuto, rompe le palle ma non è un "pericolo" per nessuno. Memorabili, e divertentissimi, i suoi scontri dialettici con Sgarbi, Vespa, dell'Utri, Fede, Confalonieri eccetera.
La polizia qui viene impiegata per impedire che dei contestatori pacifici possano "rovinare" l'immagine del premier quando realizza le sue baracconate propagandistiche.
Purtroppo in Italia funziona così, anche nelle manifestazione del Quirinale la polizia impedisce sistematicamente ogni contestazione al Capo dello Stato, impedendo addirittura l'esposizione di cartelli!
Ma è assurdo, in che paese siamo? Per capirlo basta vedere i politici che quando girano per strada sono costretti a farsi scortare da decine di agenti e guardie del corpo.
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