lunedì 12 luglio 2010
E' finito il primo mondiale senza Corrado.
Fabio V. ci segnala che a margine della rubrica Punto e svirgola di oggi su Repubblica.it, Giuseppe Smorto e Gianni Mura ricordano il rimpianto Corrado Sannucci:
Una lettera a Corrado
Attraverso questa rubrica, abbiamo parlato anche molto del nostro giornale, e del nostro modo di lavorare. Abbiamo tirato dentro storie personali, canzoni, ricordi dei lettori, magari esagerando. Stanotte ho ricevuto da Aligi Pontani, caporedattore dello sport, una lettera a Corrado Sannucci, nostro collega da poco scomparso. Una lettera non sistemabile su un giornale, come molte delle cose che io e Gianni ci siamo dette in questo mese, ma perfettamente in tema con il sito e questa rubrica. Eccola (g.s)
Ecco fatto, Corrado, è finita. E' cominciata e finita senza di te, per la prima volta dall'86, da quell'avventura pazzesca in Messico, quando eri un freelance giovane e un po' incosciente, proprio come la Repubblica. Quante volte abbiamo pensato a te, in queste settimane di lavoro furibondo? Quante volte, Corrado? Sempre, ognuno a modo suo e noi tutti insieme, anche quando non ce lo dicevamo.
Ogni volta che giocava la "tua" Germania, e chissà quanto ti sarebbe piaciuta questa, giovane e sfacciata, allegra e piena di colori e di storie. Ogni volta che scrivevamo Ozil senza la umlaut, e ti chiedevamo silenziosamente o rumorosamente perdono, ché tu non ce l'avresti mai lasciata passare una bestemmia così: "è come scrivere il verbo essere senza accento, lo scriveresti tu in italiano?". No, Corrado, non lo scriveremmo.
Tutte le volte, poche in effetti ma parecchio intense, in cui ha giocato la sciagurata Italietta, e tu avresti cominciato la tua telefonata con un classico "Che spettacolo!", divertendoti poi un bel po' a sistemare i nostri eroi con le pagelle. Tutte le volte che cominciava un giorno nuovo, e con esso il giro vorticoso delle telefonate agli inviati, in ordine sparso: Emanuela, Maurizio, Enrico, Andrea, Benedetto, Enrico, Gabriele, Vittorio, Emanuele, Marco... Ogni volta quel senso di vuoto assoluto: e Corrado, quando lo chiamiamo Corrado?
Ecco, non è passato niente, in questi mesi senza di te. Il dolore, il rimpianto, la nostalgia, perfino le lacrime, a volte: d'altra parte in questo mondiale hanno pianto tutti, no? E' stata la prima volta senza di te, la prima maledetta volta. Senza. Ti sarebbe piaciuto, questo mondiale contro le gerarchie consolidate, avresti sorriso del flop delle grandi stelle e ti saresti acceso per Mueller, Iniesta e forse per Kuyt, avresti criticato tutti e mandato bellissimi pezzi sereni, avresti scritto, riso, guidato, parlato, sognato, litigato, cantato, studiato, imparato, amato. A noi ci sei solo mancato, troppo.
Anche Maurizio Crosetti nel pezzo uscito sul cartaceo ha voluto ricordare Corrado Sannucci:
Poco spettacolo, molto cuore dentro lo stadio ciclopico con vista sulle baracche: qui, Corrado Sannucci avrebbe saputo trovare le parole per raccontare pallone e persone, era ieri e stava con noi a Berlino, ora ci manca ogni giorno di più.
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4 commenti:
Bravo Fabio V. che mi ha preceduto.
Commovente la lettera e il ricordo per Corrado Sannucci.
Verrà mai scritta una lettera così a Fede, Minzolini oppure Vespa, nominalmente giornalisti pure loro?
Nel leggere la lettera ho sfiorato la commozione.
Si sentiva tutta la stima, l'affetto e la mancanza per una persona che non c'è più, ma che si sente ancora vicina e presente!
Si comprende che non è un collega a mancare, ma un caro amico!
Si tratta di una persona speciale, di quelle che rappresentano la fortuna per coloro che hanno avuto la possibilità di conoscerle sia per motivi di lavoro che oltre.
E' per questo che lasciano un'impronta incancellabile. E sono gli amici a scriverne e non i colleghi, per questo la commozione è autentica e traspare da quelle righe.
Una lettera bellissima ad una persona che dall'affetto e dal rimpianto dei suoi amici-colleghi si intuisce essere stata speciale.
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