Roma, 14 luglio 2010
Scopro che il 4 luglio scorso sul blog Pazzoperrepubblica è apparso un testo in cui si sostiene che nel gennaio 2009 Guido Rampoldi “datava i pezzi da Gaza senza esserci mai stato”. Questa affermazione è falsa e diffamatoria, come posso dimostrare all’istante e con inoppugnabili prove documentali. Durante l’offensiva israeliana sono stato uno dei pochissimi giornalisti occidentali che scrivessero dall’interno della Striscia. Altrove questo sarebbe considerato un merito. In Italia per molti è una colpa.
Ora, già altri tentarono di insinuare che a Gaza imbrogliavo le carte; ma questi calunniatori ritennero prudente ricorrere ad allusioni oblique, o nascondersi dietro il pretesto offerto dall’intervento di chi a Repubblica datò le mie prime due corrispondenze dall’interno della Striscia con un generico ‘Gaza’ quando io avevo scritto ‘Rafah (Striscia di Gaza)’, così come infatti apparve sul quotidiano francese Liberation, che acquistò quei pezzi in originale.
Invece il modo in cui la Pazzoperrepubblica mi diffama è scoperto, plateale. Questo mi incuriosisce. Infatti nel suo blog lei non solo afferma di intrattenere rapporti amichevoli con molti giornalisti di Repubblica, tra i quali certo io non sono compreso, ma dichiara sin dal nome del suo blog una passione per quel giornale: attitudine che avrebbe dovuto indurla a lodare il fatto che io fossi nella Striscia. Lei ha fatto l’opposto. Poche ore dopo l’apparizione del mio primo articolo ha avanzato dubbi, si è chiesto se avessi davvero varcato il confine. Poi ha risolto il suo dilemma diffamandomi definitivamente.
Adesso, delle due l’una, signor Porro. O lei ha mentito sapendo di mentire, e dunque me ne dovrà rendere conto nelle sedi proprie. Oppure è stato male informato, o male ispirato: ma in questo caso lei ha l’obbligo morale di indicarmi chi è stato a disinformarla o ad ispirarla.
Guido Rampoldi