giovedì 23 settembre 2010

Dimissioni di Profumo: sì, no, boh, forse, eccole.

Le dimissioni di Alessandro Profumo: Wittgenstein ha cercato di fare luce sulla rumba di notizie che si sono succedute ieri sul web.

3 commenti:

Barbapapà ha detto...

A me non pare un caso così clamoroso, in tutta franchezza. Al fondo del balletto giornalistico "dimissioni si/dimissioni no" c'era la notizia più importante e mai messa in discussione da alcuno, ovvero che il rapporto di fiducia tra Profumo e il CdA si era irrimediabilmente incrinato.
Quindi, inutile menarla più di tanto come han fatto ieri lo stimato Sofri sul Post e oggi sul Sole Bellasio, che nel suo commento cita il peccato dimenticando il peccatore (si offendesse mai, l'amico De Bortoli!).
Aggiungo provocatoriamente che chi, fattosi prendere dal panico lunedì subito dopo aver letto la notizia sul sito del Corriere, avesse venduto le azioni Unicredit avrebbe spuntato un prezzo decisamente migliore di chi lo avesse fatto ieri a seguito della lettura dei comunicati ufficiali.

Che sia stato uno scivolone nulla questio, che lo si debba trattare come una delle più gravi nefandezze giornalistiche, bah!

aghost ha detto...

ma non è ridicolo che uno che prende 40 milioni di euro di buonauscita dichiari "sono scomodo perché non faccio parte del sistema".

Esticazzi, direbbero a 610...

Barbapapà ha detto...

Beh, non è che Profumo adesso debba essere giudicato esclusivamente sulla base di quella stellare buonuscita...

Correggo una svista del mio precedente post: "nulla quaestio".