Ore 14.55, Repubblica.it titola "Profumo verso le dimissioni", LaStampa.it titola "Profumo verso l'addio", Corriere.it titola "Profumo si è dimesso".
Ma come? Repubblica che si fa fregare dal nemico?
Un momento: cliccando sul link di approfondimento del Corriere leggiamo che "Profumo va verso le dimissioni".
Ok, così tutto torna.
6 commenti:
Premio per il peggior titolo dedicato oggi alla vicenda delle dimissioni di Profumo a Repubblica: "Guerra a Unicredit: via Profumo". Terribile.
Si può evitare per cortesia di usare a sproposito il termine "guerra"? Capisco i limiti imposti dal formato, ma bisognerebbe porsi l'obiettivo di rappresentare con la dovuta misura certe vicende.
Caro Barba, l'utilizzo di termini violenti e guerreschi nella comunicazione stampata e televisiva è un campo da esplorare con profitto, per dei rompiballe come noi.
Nei prossimi giorni, impegni di lavoro permettendo, proverò a scorrazzare nellla politica ma soprattutto nello sport. Lì sì, che c'è da pescare, sprattutto il lunedì mattina.
Oggi sono andato sul sito del Fatto Quotidiano a curiosare tra i commenti dei lettori in calce ad un paio di articoli sulla vicenda Profumo. Ebbene, non vorrei sembrare drastico o fare di tutta un'erba un fascio, ma ho avuto la conferma che far commentare ogni singolo articolo ai lettori è, a mio modo di vedere, totalmente inutile.
I commenti al caso Profumo sono mediamente imbarazzanti.
Non voglio innervosire il buon Aghost, ma spero che Repubblica mantenga l'attuale impostazione che consente ai lettori di fare commenti solo nei blog.
Anonimo, aspettiamo tuoi contributi.
ci vuole bene altro per farmi innervosire, caro barba :)
Riguardo la qualità dei commenti (che non ho letto) sul Fatto, penso sia opinabile, e comunque non ci si può aspettare per forza chissà che. Abbiamo detto mille volte che internet è il "bar sport" globale, quindi ci saranno post intelligenti e altri meno, come ovunque, al bar sottocasa, sul tram o in coda all'ufficio postale.
Anche qui su questo blog, il FS potrebbe pensare di cassare i commenti visto che tutti ogni tanto (io sopratutto) diciamo qualche scemenza :) Dovremmo impedire i commenti? Non credo sarebbe una buona idea, perché il bello di questo blog, e di altri, sono i botta e risposta che si sviluppano dai post.
La stessa cosa è per il giornale: nessuno si aspetta che nei commenti i lettori scrivano ponderosi e colti editoriali. Ma tenere "aperta la porta" è un formidabile strumento per tastare la pancia dei lettori. E scusate se è poco.
Rilevo tra l'altro che Alexander Stille, sul suo nuovo blog, si dichiarò molto sorpreso dalla qualità dei commenti (spero non abbia cambiato idea). Insomma dipende sempre da caso a caso, direi. Non sei d'accordo?
E' vero quello che dici, Aghost, sul "tenere la porta aperta" e sui rischi della generalizzazione.
Ma mi pare che grazie ai blog del giornale di spazi i lettori ne abbiano tanti (sul Fatto poi di blog se ne contano un'infinità).
Rimango convinto che l'interattività (necessaria anche per me, sia chiaro) non passi inevitabilmente attraverso l'apertura integrale di ogni spazio del sito ai lettori.
"La verita’ non sta nel singolo post ma nella dialettica che si stabilisce nel tempo". (A. Stille, 26 07 2010)
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