venerdì 10 settembre 2010

Uno studiolo plumbeo come quelli di certi vecchi zii notai o avvocati in pensione.



Il problema degli editoriali di Minzolini (che rivedo su Internet, tra altri filmati curiosi, perché non guardo il Tg1 da mesi) è anche grafico. Si fa riprendere in uno studiolo plumbeo come quelli di certi vecchi zii notai o avvocati in pensione, con enormi libri rilegati che incombono alle spalle. L' effetto inevitabile è di una presunzione semi-istituzionale, da nona o decima carica dello Stato, mancando solo il mappamondo sulla scrivania e un corazziere (anche piccolo) che lo veglia per simulare del tutto una pompa quasi quirinalizia. Il Minzolini, per giunta, non ha neanche il fisico del ruolo. è esile e nervoso come un ragazzino invecchiato, l' abito da direttore gli cade addosso come uno scafandro (conosco il problema, in giacca e cravatta sembro un cresimando molto fuori corso), qualunque regista lo sceglierebbe per un ruolo da broker nevrotico, giammai per incarnare qualcuno di autorevole o qualcosa di solenne. Se solo dicesse le stesse amabili fesserie in pullover, e avendo per sfondo un onesto tinello, o un salottino alla buona, l' effetto sarebbe meno dirompente. Per lui, intendo dire, ma forse si era capito.

Michele Serra - Amaca del 9 settembre 2010

2 commenti:

Barbapapà ha detto...

Strepitoso Serra.
Bisognerebbe seppellirlo con una risata se non fosse a presidio di uno snodo fondamentale dell'informazione.

nonunacosaseria ha detto...

La verità è che nel nostro Paese la correttezza dell’informazione dipende solo dalla coscienza del giornalista. Certo chi punta a diventare presidente della Rai o direttore di un TG si condiziona da solo.









(non l'ho detta io... l'ha scritta Augusto Minzolini, su Panorama, il 30 aprile 2004)