martedì 19 ottobre 2010

Chissà se Repubblica arriva fino a Gainesville, Florida.



















Su Repubblica di ieri ecco un impegnativo articolo di Pietro Citati dal titolo Il Corano che nessuno in Italia conosce.

A cominciare dal minaccioso incipit Gli italiani non leggono il Corano, il pezzo contiene una serie di piccole frasi taglienti che incutono timore. Del tipo:
A partire da ora, dunque, gli italiani potranno leggere Il Corano, abbandonandosi a quell´onda solenne e tumultuosa.

Il Corano è un singolarissimo libro sacro.

Il Corano non è soltanto il volume che oggi teniamo nelle mani, e nemmeno le fibre e le foglie d´albero sulle quali Maometto e i suoi amici incisero la rivelazione, ma è innanzi tutto il proprio archetipo celeste.

Il Corano non obbedisce mai ad una struttura logica: non segna un percorso continuo e rettilineo. Esso è vagabondo, errabondo, labirintico. 

In ogni caso, Il Corano rifiuta di spiegarsi.

Il Corano che noi leggiamo e sopratutto ascoltiamo, non è il vero Corano: quello che, alle origini del mondo, è stato scritto sulla tavola custodita.

Il Corano resta incomprensibile all'occhio e all'orecchio umani. 

Il Corano comincia: «Nel nome di Dio, il Clemente».
E adesso, tutti a comprare una copia del Corano. Senza dire nulla al pastore Jones.
  

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