lunedì 11 ottobre 2010

Mura su Sarah.

In base a quali ragionamenti o calcoli la Rai ha trasmesso ieri in diretta i funerali della povera
Sarah? Non lo so e non voglio saperlo, voto 0. E, prima, il programma della Sciarelli poteva
essere condotto in un altro modo? Non lo so e mi basta quello che ho visto, voto 0. So che è importante occuparsi di killeraggio e dossieraggio, ma mi piacerebbe si riflettesse, ogni tanto, non sulle parole che rischiano di scomparire (vedi Zingarelli) ma sui sentimenti che rischiano di scomparire, la silenziosa pietas che diventa rumorosa piazza, il dolore che inforca gli occhiali del voyeurismo.
Sull’Avvenire il professor Ruggero Eugeni, ordinario di semiotica dei media alla Cattolica di Milano, dice che «la televisione è divenuta un grande ammortizzatore del dolore vero, uno stordimento virtuale che ci distrae dal dolore reale, quello che il vissuto ci infligge». Sarà anche così, ma quanto ci costa questa sorta d’anestesia?

Gianni Mura - La Repubblica - Sette giorni di cattivi pensieri

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