A me, che vivo in un posto dove Repubblica, se arriva, arriva in bianco e nero e due giorni dopo (lo trasporta un asinello, suppongo) il Venerdì manca più dell'edizione cartacea.
WOW Non me l'aspettavo ma bene, insoma a me le rinfrescate piacciono sempre. Cmq all'auotre dell'articolo vorrei specificare che il Venredì è tuto forchè come ice lui una zavorra per Rep. Uno aumenta a dismisura le vendite del giornale, rispetto alla meia, due non lo si butta affatto nel cestino, come si fa a dire una cosa del genere? e 3 Non è il Venerdì che insegue Sette ma l'esatto cotnrario, visto che storicamente ha il doppio dei lettori. Detto questo W Il Venerdì!
Mi aggrego a Massi, anche a me "IL Venerdì" piace tantissimo. Non solo per gli articoli e le interviste ma anche perché lo collego ad un momento della giornata / settimana che coincide col rientro a casa dopo una settimana di lavoro: mi piazzo in poltrona, NON accendo la televisione né il computer, mi leggo il Venerdì (con facoltà di semiappisolamento se sono particolarmente stanco) e per un po' mi perdo nei tanti mondi che si affacciano dalle varie sezioni del magazine. Alessandro
Sono curioso di vedere questa ristrutturazione, anche se non impazzisco al pensiero di un aumento delle rubriche. Una sola eccezione: l'arrivo di Benedetta Tobagi, molto brava. Mi dà poi una particolare soddisfazione vedere che la figlia di Tobagi scrive sul nostro amato giornale.
Per il resto, concordo con Massi e Angelo: il Venerdì è un inserto interessante. Mi stupisce leggere che qualcuno lo cestini direttamente (anche se in questo blog, in passato, si sono lette posizioni critiche sull'inserto).
Saluto infine con soddisfazione il grande ritorno dell'occhio di Carmen, meno inquietante e più sognatore.
Lavorando in edicola, molto spesso mi capita di vedere facce poco entusiaste quando al cliente viene propinata la copia con un qualsiasi allegato interno. Per quello che mi capita di vedere, nessuno ha mai bramato per avere Il Venerdì, ma questo vale anche per tutti gli altri inserti (per quelli femminili, Io Donna e D, il ripugno è maggiore). Nell'articolo non critico l'inserto in sè, ma la moda degli allegati, nel senso che ce ne sono così tanti da esasperare il lettore.
Thomas, credo che il vero problema degli inserti sia l'obbligatorietà dell'acquisto imposta al lettore. Nel momento in cui ritengono opportuno dover arricchire l'informazione da dare al lettore con nuovi inserti, gli editori dovrebbero anche assumersi il rischio di non vederli apprezzati e quindi di vederli lasciar marcire in edicola. Invece, essendo spesso e volentieri veri e propri contenitori di pubblicità (ciò che non di rado ne giustifica l'esistenza) ecco che l'obbligo all'acquisto consente di avere un numero di copie vendute sufficienti a giustificare l'attenzione degli inserzionisti.
Se fosse reso facoltativo l'acquisto io continuerei a comprare il Venerdì ma eviterei come la peste D (come ignoro Velvet).
10 commenti:
ewwai....non sto più nella pelle. il venerdì mi piace un casino.
w repubblica e pazzo per repubblica.
il vostro archimede
non capisco se scherzi o fai sul serio...
comunque se ti piace già adesso non dovresti essere contento e cambia.
ma io confido nei cambiamenti...solitamente, quando si cambia, si spera sempre in meglio e non in peggio.
il vostro Archimede
A me, che vivo in un posto dove Repubblica, se arriva, arriva in bianco e nero e due giorni dopo (lo trasporta un asinello, suppongo) il Venerdì manca più dell'edizione cartacea.
WOW Non me l'aspettavo ma bene, insoma a me le rinfrescate piacciono sempre. Cmq all'auotre dell'articolo vorrei specificare che il Venredì è tuto forchè come ice lui una zavorra per Rep. Uno aumenta a dismisura le vendite del giornale, rispetto alla meia, due non lo si butta affatto nel cestino, come si fa a dire una cosa del genere? e 3 Non è il Venerdì che insegue Sette ma l'esatto cotnrario, visto che storicamente ha il doppio dei lettori. Detto questo W Il Venerdì!
Mi aggrego a Massi, anche a me "IL Venerdì" piace tantissimo. Non solo per gli articoli e le interviste ma anche perché lo collego ad un momento della giornata / settimana che coincide col rientro a casa dopo una settimana di lavoro: mi piazzo in poltrona, NON accendo la televisione né il computer, mi leggo il Venerdì (con facoltà di semiappisolamento se sono particolarmente stanco) e per un po' mi perdo nei tanti mondi che si affacciano dalle varie sezioni del magazine. Alessandro
Sono curioso di vedere questa ristrutturazione, anche se non impazzisco al pensiero di un aumento delle rubriche.
Una sola eccezione: l'arrivo di Benedetta Tobagi, molto brava. Mi dà poi una particolare soddisfazione vedere che la figlia di Tobagi scrive sul nostro amato giornale.
Per il resto, concordo con Massi e Angelo: il Venerdì è un inserto interessante. Mi stupisce leggere che qualcuno lo cestini direttamente (anche se in questo blog, in passato, si sono lette posizioni critiche sull'inserto).
Saluto infine con soddisfazione il grande ritorno dell'occhio di Carmen, meno inquietante e più sognatore.
Lavorando in edicola, molto spesso mi capita di vedere facce poco entusiaste quando al cliente viene propinata la copia con un qualsiasi allegato interno. Per quello che mi capita di vedere, nessuno ha mai bramato per avere Il Venerdì, ma questo vale anche per tutti gli altri inserti (per quelli femminili, Io Donna e D, il ripugno è maggiore). Nell'articolo non critico l'inserto in sè, ma la moda degli allegati, nel senso che ce ne sono così tanti da esasperare il lettore.
@thomas: grazie per il tuo prezioso contributo da "addetto ai lavori".
Thomas, credo che il vero problema degli inserti sia l'obbligatorietà dell'acquisto imposta al lettore.
Nel momento in cui ritengono opportuno dover arricchire l'informazione da dare al lettore con nuovi inserti, gli editori dovrebbero anche assumersi il rischio di non vederli apprezzati e quindi di vederli lasciar marcire in edicola. Invece, essendo spesso e volentieri veri e propri contenitori di pubblicità (ciò che non di rado ne giustifica l'esistenza) ecco che l'obbligo all'acquisto consente di avere un numero di copie vendute sufficienti a giustificare l'attenzione degli inserzionisti.
Se fosse reso facoltativo l'acquisto io continuerei a comprare il Venerdì ma eviterei come la peste D (come ignoro Velvet).
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