giovedì 21 ottobre 2010

Un capolavoro di delizioso gonfiore.












Leggiamo sul blog dell'amica Federica Sgaggio:

Non ho tempo, e magari ci ritorno, o magari no.
Ma ci son cose che una donna non può per nessuna ragione lasciare invendicate.
È il caso dell’articolessa di cui il sublime Francesco , in trasferta- ad , fa dono ai lettori di .
Fragorosa.
Meravigliosa.
Un capolavoro di delizioso gonfiore.

Certo: il titolo non sarà suo.
Ma già cominciare a leggere una cosa che si intitola «, la terra del rimorso che brucia diavoli e streghe» produce il suo bell’effetto sull’apparato di governo gastro-emozionale.

A caso.
Pesco a strascico.


«La signora Cosima parla ad un’altra signora che si chiama pure Cosima, e mentre parlano diventano persino brutte, somigliano a quei diavoli che vogliono cacciare ma che invece si portano dentro».
Santa pace: non solo sono brutte – che come valutazione ci può pure stare, per carità – ma sono «brutte come i diavoli che vogliono cacciare ma che invece» – egli lo vede, Egli sa – «si portano dentro».
O ancora:
«All’ufficio del Comune di Manduria la dottoressa Addolorata Palumbo, pediatra, racconta di “quel rapporto diabolico che nella campagne della nostra Puglia c’è tra padri e figlie: non so se è amore, io credo che si avvelenano a vicenda”».
 Il resto lo trovate qui.

ps: ci scusiamo con Nonunacosaseria per aver parlato ancora di Avetrana, ma l'articolo di Merlo meritava una discussione approfondita.

2 commenti:

aghost ha detto...

A me questi pezzi di "colore" fanno venire, francamente, l'orticaria. Si basano sull'abilità, più o meno, di ricamo sulla notizia (vera fuffa 100%) di cui taluni giornalisti si dilettano e, ahinoi, infliggono ai lettori.

angelo ha detto...

come ha suggerito qualcuno, credo che il pezzo di Merlo sia soprattutto fiacco. e, certo, non è strampalata una lettura che lo veda come un discorso a tesi, volto a riproporre l'irrazionalità ancestrale di atteggiamenti e pratiche meridionali, in una sequenza negativa di luoghi comuni e stereotipi. però. da meridionale estremo, immerso nella propria cultura, posso affermare che - soprattutto nei piccoli paesi - certe forme culturali innervate di animismo, persistono, che l'opinione pubblica molte volte è rosario di dicerie, che il recinto della comunità è impenetrabile e assoluto