Segnalo il sondaggio di Repubblica, sulle bombe sugli aerei con oltre 20 mila voti. D'accordo non è scientifico, ma c'è il 57% che ha votato il ritiro degli italiani dall'Afghanistan. Si ribadisce insomma la farsa della democrazia, come già avvenne con "la guerra giusta" contro Iraq e Afghanistan: i popoli dei vari paesi erano contrari ma i governi hanno mandato comunque i soldati a morire.
Aghost
7 commenti:
sono sondaggi influenzati anche dallo stato d'animo del momento.
poi quando si parla di interventi all'estero bisognerebbe sempre distinguere: sotto il profilo del diritto internazionale, l'intervento in iraq - sicuramente illegittimo - è diverso da quello - più controverso - in afghanistan.
il fatto che i popoli siano contrari vuol dire poco.
il punto è che in afghanistan, a differenza che in altri paesi (come quelli dell'est europeo negli anni novanta dopo la dissoluzione di jugoslavia e urss), è stato deciso un intervento militare senza supportarlo da un'adeguata azione civile.
quindi, la questione a mio modesto avviso non è: ritiro o rimanere là. la questione è: si fa un'azione civile politico-diplomatica SERIA (non la barzelletta che c'è ora) a cui quella militare sia di supporto oppure no? se la risposta è no, si torna indietro; se la risposta è sì, allora vale la pena rimanere là.
Faccio parte di quel 57%. Anzi non si doveva proprio partire per questo pantano e adesso prima avverrà il ritiro e meglio sarà.
Questo mi aspetterei da una seria opposizione, capace anche di farsi interprete dei sentimenti popolari. Mi sembra che anche in periodi differenti, dico senza l'emotività contingente, l'opzione non militare sia stata la preferita. Dal popolo, certo.
Poi la tua impostazione del problema nonuna, è chiara.
Guardate io mi discosto: non partono come i nostri nonni, obbligati, senza spiegazioni.
Partono perchè hanno SCELTO di fare i soldati e soldato dalla notte dei tempi significa anche essere sotto il tiro dei nemici.
Poi si può discutere della giustificatezza della guerra, ma fare passare messaggi tipo "Riportiamo indietro i nostri ragazzi" mi pare incredibilmente beota.
Non è umano che un giornalista venga ucciso, che delle ragazze che portano viveri ai poveri vengano rapite; ma di fronte a un soldato che perde la vita dopo una scelta volontaria, sarebbe logico discutere: "Se gli diamo un fucile in più è meglio?"
Signori, non prendiamoci in giro: dei quattro morti, tre erano del sud, uno toscano. Uno aveva 23 anni! Ma che cazzo ci fa là uno di 23 anni?
Non vi dice niente tutto questo? Come spesso succede la carne da cannone, o da mina in questo caso, sono persone che spesso non hanno alternative migliori che fare il soldato. Nell'esercito dove hanno un "posto sicuro" li imbottiscono di ideali fasulli e li allettano con stipendi altrimenti irraggiungibili. Nell'esercito USA è anche peggio: soldati giovanissimi, spesso neri o ispanici. A 20 anni non sai un cazzo del mondo. Noi italiani con l'Afghanistan non c'entriamo nulla.
Gli interventi militari di questo tipo sono delle ipocrisie: nessuno capisce esattamente la ragione per cui si inviano gli eserciti per ammazzare e farsi ammazzare. E non c'è cosa peggiore che morire per Berlusconi o per La Russa, così come per Tony Blair e compagnia cantante.
PS: Zucconi ci ha ripensato: ha riaperto il blog pubblicando oggi un articolo proprio sull'Afghanistan
mi correggo, ha riaperto ieri
poffarbacco, aghost, questa cosa del chiudo e riapro il blog quando mi pare non è una cosa tanto seria. grazie per la soffiata.
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