Leggiamo con sorpresa sul blog di Federica Sgaggio:
Ai primi abbonati del Fatto quotidiano era stato anche chiesto qualigiornalisti avrebbero voluto in redazione. Non ne hanno scelto neanche uno tra quelli proposti.
fumo negli occhi. tipico, da certe parti (dove - per esempio - chi si candida alle primarie altrui, poi si guarda bene dal farvi ricorso nel proprio movimento e/o partito).
Secondo me era solo un goffo tentativo di alimentare il malinteso mito dell'interattività che, chissà perché, dovrebbe estendersi ovunque, anche dove non ha affatto senso (ed era quello il caso).
Anch'io sono curioso di leggere i nomi dei giornalisti selezionati...
A proposto di fumo... (non si sa mai dove mettere le segnalazioni!), segnalo la imprevista resurrezione della Siòra Soncia (Guia Soncini). In passato l'avevo presa un po' in giro per quegli articoli-boiata sulle canzoni (sul Venerdì), stavolta invece sul Mattone-D di questa settimana c'è una bella intervista a Natalia Aspesi. Quando ho letto che era stata fatta dalla Soncina sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Aspettate, però. Io questa notizia l'ho letta su un thread di Facebook. Mi è parsa credibile perché il lettore si lamentava del fatto che le indicazioni dei lettori non fossero state tenute in conto; e perché per il lettore questa specie di orride «primarie» dei giornalisti - come se i giornalisti fossero capi di bestiame o candidati politici, in entrambi i casi dimentichi del senso della loro professione - erano una buona cosa.
Dopodiché, son sicura che esistano giornalisti capi di bestiame e giornalisti-personaggio politico.
Ma che un giornale si affidi ai lettori - sebbene, poi, non seguendone le indicazioni - per individuare quali giornalisti assumere mi pare un'enormità.
Non sono in grado di escludere, è ovvio, che si trattasse di un «simpatico» sondaggio e non di un autentico suggerimento seriamente richiesto ai lettori-abbonati per trarne indicazioni operative.
Ma anche in questo ipotetico caso, mi sembra una delle tipiche iniziative da «viva la democrazia della paletta» di cui molti giornali e molti giornalisti si lasciano volentieri sedurre.
Grazie, Enrico. Lasciami solo dire a Barbapapà, che saluto, che - sì - sono una giornalista. Ma non lavoro al mio blog; bensì in un giornale. Il blog è giocoforza residuale rispetto al lavoro con cui mi pago da vivere.
Sul blog scrivo cosette, a volte anche ilari e amene, e - quando riesco a lavorarci un pochino - cose anche un po' più serie.
Rispetto al fatto specifico, vorrei dire che a me - che se avessi dovuto scrivere per il giornale avrei telefonato al Fatto - esso era parso avere un’impostazione compatibile con il tipo di idea di giornalismo, di cosa pubblica e di democrazia di cui il Fatto si fa promotore.
Per questo mi è sembrato credibile: non riuscivo a immaginare il motivo per cui un abbonato potesse non voler dire la verità su una cosa come questa.
Il lettore, poi, criticava dalla sponda opposta alla mia, sostenendo che non aver scelto i giornalisti indicati dai lettori fosse una mancanza di rispetto verso gli abbonati: questa circostanza, rispetto alla credibilità della notizia, secondo me tagliava quasi la testa al toro.
Però può anche essere che fosse, nelle intenzioni, solo un «simpatico» sondaggio del giornale…
Grazie dell'ospitalità e dell'offerta, che onorerò senz'altro.
11 commenti:
la domanda è: quali erano i giornalisti proposti?
La blogger citata si stupisce, giustamente, della richiesta fatta agli abbonati, non tanto della mancata assunzione dei prescelti.
fumo negli occhi.
tipico, da certe parti (dove - per esempio - chi si candida alle primarie altrui, poi si guarda bene dal farvi ricorso nel proprio movimento e/o partito).
Secondo me era solo un goffo tentativo di alimentare il malinteso mito dell'interattività che, chissà perché, dovrebbe estendersi ovunque, anche dove non ha affatto senso (ed era quello il caso).
Anch'io sono curioso di leggere i nomi dei giornalisti selezionati...
A proposto di fumo... (non si sa mai dove mettere le segnalazioni!), segnalo la imprevista resurrezione della Siòra Soncia (Guia Soncini). In passato l'avevo presa un po' in giro per quegli articoli-boiata sulle canzoni (sul Venerdì), stavolta invece sul Mattone-D di questa settimana c'è una bella intervista a Natalia Aspesi. Quando ho letto che era stata fatta dalla Soncina sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Aspettate, però.
Io questa notizia l'ho letta su un thread di Facebook.
Mi è parsa credibile perché il lettore si lamentava del fatto che le indicazioni dei lettori non fossero state tenute in conto; e perché per il lettore questa specie di orride «primarie» dei giornalisti - come se i giornalisti fossero capi di bestiame o candidati politici, in entrambi i casi dimentichi del senso della loro professione - erano una buona cosa.
Dopodiché, son sicura che esistano giornalisti capi di bestiame e giornalisti-personaggio politico.
Ma che un giornale si affidi ai lettori - sebbene, poi, non seguendone le indicazioni - per individuare quali giornalisti assumere mi pare un'enormità.
Non sono in grado di escludere, è ovvio, che si trattasse di un «simpatico» sondaggio e non di un autentico suggerimento seriamente richiesto ai lettori-abbonati per trarne indicazioni operative.
Ma anche in questo ipotetico caso, mi sembra una delle tipiche iniziative da «viva la democrazia della paletta» di cui molti giornali e molti giornalisti si lasciano volentieri sedurre.
Il «di cui» finale è un «da cui», scusatemi.
Non mi rassegno mai a prendere atto che comincio a funzionare dopo le dieci di mattina...
Dopo le dieci di mattina?! Ma che sei una giornalista, Federica? :)
Aghost, smettila con la Soncini.
ciao federica e benvenuta sul blog dei feticisti di Repubblica. se ti va puoi mandarci i tuoi contributi su Rep. qualora ne trovassi.
spero di ritrovarti qui spesso, tra i commenti. ciao e grazie ancora.
Grazie, Enrico.
Lasciami solo dire a Barbapapà, che saluto, che - sì - sono una giornalista. Ma non lavoro al mio blog; bensì in un giornale.
Il blog è giocoforza residuale rispetto al lavoro con cui mi pago da vivere.
Sul blog scrivo cosette, a volte anche ilari e amene, e - quando riesco a lavorarci un pochino - cose anche un po' più serie.
Rispetto al fatto specifico, vorrei dire che a me - che se avessi dovuto scrivere per il giornale avrei telefonato al Fatto - esso era parso avere un’impostazione compatibile con il tipo di idea di giornalismo, di cosa pubblica e di democrazia di cui il Fatto si fa promotore.
Per questo mi è sembrato credibile: non riuscivo a immaginare il motivo per cui un abbonato potesse non voler dire la verità su una cosa come questa.
Il lettore, poi, criticava dalla sponda opposta alla mia, sostenendo che non aver scelto i giornalisti indicati dai lettori fosse una mancanza di rispetto verso gli abbonati: questa circostanza, rispetto alla credibilità della notizia, secondo me tagliava quasi la testa al toro.
Però può anche essere che fosse, nelle intenzioni, solo un «simpatico» sondaggio del giornale…
Grazie dell'ospitalità e dell'offerta, che onorerò senz'altro.
Federica
grazie a te, federica. e continua a seguirci.
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