Certo, i titoli dei romanzi tradotti male sono un problema. Ma anche quelli tradotti a pera non scherzano. Soprattutto se sono in un articolo che parla dei titoli tradotti male. Repubblica.it pubblica un'infografica che a quanto pare non sono riusciti a mettere sul cartaceo, e parla appunto delle traduzioni "infedeli" dei titoli dei romanzi. E fa qualche esempio. Sbagliando. "Il giovane Holden", lo sappiamo, era "The catcher in the rye". Solo che secondo Repubblica "catcher" significa "giocatore di baseball", che sarebbe come tradurre l'equivalente di "terzino" come "calciatore" (il catcher sarebbe il prenditore, quello che sta dietro il battitore, avete presente Schroeder nella squadra di Charlie Brown?). Ancora meglio "To the lighthouse", che secondo l'infografica significa "Il faro", cancellando direttamente la preposizione: il titolo significa invece "Al faro". Infine non manca mai il refuso: la parola "Werewolves" (lupi mannari) diventa "We rewolves", cioè "Noi rewolves". Sì, siete proprio dei rewolves.
Fabio P.
1 commento:
Mi sembra più grave l'errore - dell'autore del libro, Bartezzaghi, o dell'articolo, Nello Ajello? - di attribuire a Pintor il titolo "Scatta l'ora legale, panico tra i socialisti" (pag. 57). Il colpo di genio è in realtà figlio dell'icastica intelligenza di Lia Celi su "Cuore" dei primi anni 90. Lei, che oggi scrive libri e tiene una rubrica nel settimanale per mamme "Insieme" del gruppo Rcs, starebbe benissimo nel nuovo "Venerdì" che ospita quell'altro genio di Bergonzoni. Non è che Serra può metterci la celeberrima "buona parola"?
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