Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.Buona lettura e buon voto!
Gianni Mura, doppia segnalazione:
Michele Serra, l’Amaca del 6 ottobre dedicata all’attacco del Vaticano all’assegnazione del premio Nobel in medicina a Robert Edwards, “padre” della fecondazione in vitro. Serra osserva con pacata ironia l’anomalia tutta italiana per cui ogni posizione della Chiesa contro il progresso assurge a rango di notizia da prima pagina, diversamente da quanto accade nei paesi occidentali. “Il titolo "Il Vaticano contro il Nobel", apparso ieri su diversi quotidiani, ricorda certi vecchi B-movies della nostra infanzia, tipo "Ercole contro Napoleone" o "Maciste contro i Marziani".”. “Segnalo una delle Amache più belle di sempre. Serra sembra intervenire - e lo fa in maniera definitiva - nella nostra discussione di ieri sul titolo di apertura di Repubblica dedicato allo scontro Nobel-Vaticano”. (Occam)
Omero Ciai, reportage da San Josè (Cile) del 12-13-14 ottobre sul salvataggio dei 33 minatori rimasti intrappolati per due mesi in una miniera. Una vicenda emotivamente coinvolgente che ha conquistato l’attenzione dei media di tutto il mondo e che ci è stata raccontata dal nostro apprezzato americolatinista con grande professionalità e passione, ma senza indulgere nella gonfia retorica che affligge tipicamente il racconto di questi eventi a forte impatto mediatico. “Che bella storia, una volta tanto... Veramente emozionante...” (Aghost).
Renato Caprile, reportage da Belgrado del 13 e 14 ottobre Gli ex paramilitari diventati ultrà i seguaci violenti della tigre Arkan e Nel covo di Arkan Gli Ultrà della Grande Serbia. Il giorno dopo la sospensione della partita di calcio Italia-Serbia a causa delle violenze scatenate dagli ultrà serbi tutti i giornali hanno raccontato dall’Italia questo osceno fenomeno. Ma uno solo ha potuto sfoggiare subito un resoconto, analitico e acuto, direttamente dal loro covo. ”Oggi Repubblica ha un pezzo che tutti avranno (o vorrebbero avere) domani: il reportage da Belgrado nei quartieri dov'è cresciutala tigre Arkan , firmato Renato Caprile. E che reportage!” (Esaù).
Alberto Statera, reportage da Napoli del 22 e 23 ottobre Benvenuti tra i veleni di Boscoletale. Gran bel pezzo crudo e duro di Alberto Statera che è andato a Napoli tra i rifiuti (come fece il Diretur l'anno scorso) per raccontarci il clima di quei giorni. Un quadro cupo, desolato e sconfortante dipinto con tratto disincantato ma al fondo amaro. “La leggenda metropolitana vuole che i camion in arrivo da Napoli abbiano un buco nel fondo per disperdere lungo la strada il percolato e altre schifezze in eccesso, lasciando sul terreno la loro scia mefitica. Le zoccole contendono il terreno ai gabbiani grassi. Intorno vigne grigie dalle quali pende uva avvizzita, che pare producesse un buon Lacryma Christi e che oggi nessuno più raccoglie. E ulivi giallastri che sembrano gridare aiuto rivolti al cielo.”.
Giuseppe D’Avanzo e Piero Colaprico, Ruby, le feste e il Cavaliere "La mia verità sulle notti ad Arcore". Ancora uno scandalo alla corte berlusconiana, ancora una volta D’Avanzo, in coppia questa volta con Piero Colaprico, a svolgere implacabilmente un’inchiesta (nel vero senso dell’investigative journalism anglosassone) sul reale andamento dei fatti e una disamina puntuale delle consuete bugie del Cav.. “E invece fa bene a mettere il dito in ogni piaga. Tutto va bene purchè delinei la VERA personalità di chi ci governa.” (Supersoul).
Eugenio Scalfari, editoriale del 31 ottobre Il bunga bunga che segna la fine di un regno Straordinaria omelia domenicale del Fundador, che esamina il caso Ruby per disegnare un pietoso ritratto del premier e delineare la possibile fine del suo regno. “Si tratta invece di metter fine ad una rovinosa gestione governativa del «non fare» e del «malfare», che non è riuscito ad aprire un cantiere, a sostenere i consumi e il potere d' acquisto, a recuperare un centesimo di avanzo nel bilancio delle partite correnti, ad invertire il trend negativo dell' occupazione, a fare un solo passo avanti nella buona riforma della giustizia e del federalismo.”. “Assolutamente d’accordo” (Supersoul). “Uno Scalfari da applausi” (Barbapapà).
Renato Caprile, reportage da Belgrado del 13 e 14 ottobre Gli ex paramilitari diventati ultrà i seguaci violenti della tigre Arkan e Nel covo di Arkan Gli Ultrà della Grande Serbia. Il giorno dopo la sospensione della partita di calcio Italia-Serbia a causa delle violenze scatenate dagli ultrà serbi tutti i giornali hanno raccontato dall’Italia questo osceno fenomeno. Ma uno solo ha potuto sfoggiare subito un resoconto, analitico e acuto, direttamente dal loro covo. ”Oggi Repubblica ha un pezzo che tutti avranno (o vorrebbero avere) domani: il reportage da Belgrado nei quartieri dov'è cresciuta
Alberto Statera, reportage da Napoli del 22 e 23 ottobre Benvenuti tra i veleni di Boscoletale. Gran bel pezzo crudo e duro di Alberto Statera che è andato a Napoli tra i rifiuti (come fece il Diretur l'anno scorso) per raccontarci il clima di quei giorni. Un quadro cupo, desolato e sconfortante dipinto con tratto disincantato ma al fondo amaro. “La leggenda metropolitana vuole che i camion in arrivo da Napoli abbiano un buco nel fondo per disperdere lungo la strada il percolato e altre schifezze in eccesso, lasciando sul terreno la loro scia mefitica. Le zoccole contendono il terreno ai gabbiani grassi. Intorno vigne grigie dalle quali pende uva avvizzita, che pare producesse un buon Lacryma Christi e che oggi nessuno più raccoglie. E ulivi giallastri che sembrano gridare aiuto rivolti al cielo.”.
Giuseppe D’Avanzo e Piero Colaprico, Ruby, le feste e il Cavaliere "La mia verità sulle notti ad Arcore". Ancora uno scandalo alla corte berlusconiana, ancora una volta D’Avanzo, in coppia questa volta con Piero Colaprico, a svolgere implacabilmente un’inchiesta (nel vero senso dell’investigative journalism anglosassone) sul reale andamento dei fatti e una disamina puntuale delle consuete bugie del Cav.. “E invece fa bene a mettere il dito in ogni piaga. Tutto va bene purchè delinei la VERA personalità di chi ci governa.” (Supersoul).
Eugenio Scalfari, editoriale del 31 ottobre Il bunga bunga che segna la fine di un regno Straordinaria omelia domenicale del Fundador, che esamina il caso Ruby per disegnare un pietoso ritratto del premier e delineare la possibile fine del suo regno. “Si tratta invece di metter fine ad una rovinosa gestione governativa del «non fare» e del «malfare», che non è riuscito ad aprire un cantiere, a sostenere i consumi e il potere d' acquisto, a recuperare un centesimo di avanzo nel bilancio delle partite correnti, ad invertire il trend negativo dell' occupazione, a fare un solo passo avanti nella buona riforma della giustizia e del federalismo.”. “Assolutamente d’accordo” (Supersoul). “Uno Scalfari da applausi” (Barbapapà).
Laura Laurenzi, articolo del 4 ottobre L'hi-tech in camera da letto fa male alla coppia e al sesso. Periodicamente dobbiamo sorbirci articoli che segnalano gli ostacoli ad una sana vita sessuale di coppia. Questa volta, wow che novità!, è la tecnologia sul banco degli imputati. Basta!!!
Marina Cavallieri, articolo del 6 ottobre Lui ha 53 anni, lei 40 Coppia perfetta da Oscar. “(…) un pezzo farneticante (della serie USDC, ovvero Uno Studio Dice Che...) su R2 nel quale Marina Cavallieri ci informa di un presunto parametro per rendere da Oscar le coppie del cinema” (Occam). Non occorre aggiungere altro per descrivere lo sconcerto di chi vede una pagina intera del giornale sprecata per questo nulla assoluto.
Vittorio Zucconi, articolo del 12 ottobre New York City Car. L’apertura di R2 affidata al glorioso Vittorio che ci ha raccontato una sua imperdibile, pregnante giornata trascorsa alla guida della 500 per le strade di New York con lo scopo di colpirne audacemente l’immaginario collettivo (o qualcosa di simile…). Un articolo (o forse era un reportage?) talmente imbarazzante da risultare più fastidioso di una marchetta.
Enrico Franceschini, articolo del 19 ottobre Scrivere: addio alla carta la vecchia penna diventa digitale. L’ennesimo, inutile contributo del corrispondente londinese. Su R2, of course.
Francesco Merlo, reportage del 20 ottobre Avetrana, la terra del rimorso che brucia diavoli e streghe. E’ sempre affascinante osservare una celebre firma che si cimenta direttamente sul campo per esaminare un fatto di cronaca. E’ il caso di Merlo recatosi ad Avetrana per descriverci il contesto sociale in cui è avvenuto l’atroce delitto. L’esito, purtroppo, non è stato giudicato positivamente dai blogger. “A me questi pezzi di "colore" fanno venire, francamente, l'orticaria. Si basano sull'abilità, più o meno, di ricamo sulla notizia (vera fuffa 100%) di cui taluni giornalisti si dilettano e, ahinoi, infliggono ai lettori.” (Aghost). “12.368 battute di giudizi, pregiudizi, inesattezze e concetti più che da Radical Chic, da vero e proprio Ancien Régime. Per cortesia, lasciate Merlo a Parigi. (Michele) “Credo che il pezzo di Merlo sia soprattutto fiacco.” (Angelo) “Mah, io ho semplicemente trovato il pezzo moscio, senza guizzi né tanto meno notizie”. (Esaù)
Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.
Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.
3 commenti:
Sono off topic, ma mica tanto. Candiderei l'editoriale del Diretur di oggi http://www.repubblica.it/politica/2010/11/19/news/il_caso_saviano-9266291/?ref=HREC1-4 come pezzo per PPR+ di novembre. Ci sono alcuni passaggi memorabili dove rendendo onore al Maroni ministro dell'interno lo bastona come uomo di partito (cosa che andrebbe fatta sempre: riconoscere i meriti e castagnare le faziosità. Si chiama equilibrio o fair play, se si preferisce). Nel contempo parla del CINISMO di certa sx che ci ha veramente rotto i cabasisi. Ecchediamine.
Con la sempre più probabile fiducia di giorno 14 (i finiani non possono nè vogliono votare la sfiducia e andare a casa, non c'è spazio per terzi poli e governicchi tecnici), l'articolo di Scalfari sul Bunga Bunga e la fine di un regno si rivela la solita profezia sbagliata di un giornalista che ormai non scrive più ciò che pensa succederà, ma ciò che vorrebbe succeda.
Il merito, enorme, di aver fondato dal nulla un quotidiano così importante è ultimamente insabbiato da questi lenzuoloni domenicali pieni di prediche. Peccato.
Concordo con Kriss sul pezzo di ieri di Ezio Mauro.
A maggior ragione dopo aver verificato oggi quanto fastidio ha dato a Vittorio Feltri...
Nemo, osservo con piacere che almeno un merito lo riconosci a Scalfari.
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