martedì 21 dicembre 2010

La morte di Bearzot: il ricordo del Vecio in un'indimenticabile intervista di Gianni Mura.

In attesa di leggere il coccodrillo su Repubblica di domani, vi riproponiamo quest’intervista di Gianni Mura a Enzo Bearzot, uscita tre anni fa su «La Repubblica» in occasione degli ottant’anni del Vecio, che abbiamo trovato sul sito Minima et Moralia.


MILANO – Enzo Bearzot festeggia oggi 80 anni. «Con mia moglie Luisa, una famiglia di amici e don Luigi, della chiesa del Paradiso qui a Milano, uno che era molto amico di padre Turoldo, furlano di quelli dritti». I festeggiamenti erano cominciati in anticipo, lunedì. «La Gazzetta mi ha fatto una bella sorpresa, un bel regalo anticipato. Mi sono un po’ commosso con gli azzurri del 1982, o meglio mi ha commosso il loro calore. Non è obbligatorio affezionarsi al nonno. Ho notato un cambiamento in Zoff: 25 anni fa mi dava del tu solo a quattr’occhi, quando parlavamo in friulano, adesso riesce a farlo anche in pubblico. Era ora».

E gli altri come li ha trovati?
«Un po’ invecchiati, naturale, e alcuni pieni di voglia di fare e con un’amarezza appena percettibile. Forse si sentono trascurati dal calcio. A me è spiaciuto molto per Claudio Gentile, un duro sul campo, un pezzo di pane fuori. Lo hanno silurato quand’era scaduto il tempo per trovarsi una sistemazione. Non m’aspettavo che a trattarlo così fosse un ex calciatore».

S’aspettava che Lippi vincesse i mondiali?
«Lo speravo, ho cercato di stargli vicino, s’è trovato in una situazione simile alla mia nell’82. E anche stavolta l’Italia, che pure non era la più forte del mazzo, ha trovato la forza del gruppo, l’unità vincente».

Il seguito lo trovate qui.

ps: l'intervista ce l'ha segnalata Frank57, che ci scrive così:  
L'intervista di Mura al "vecio" è da brividi. Stringo forte gli occhi per bloccare le lacrime. Prego, comunque.

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