mercoledì 22 dicembre 2010

Omaggio al Vecio. Parte prima.

Oggi è morto Enzo Bearzot e per me è come se si fosse chiusa definitivamente un'epoca.
Sento tutti i miei quarantuno anni: un anno più di Zoff quando vinse i mondiali e mi sembrava così vecchio.
Sento la nostalgia di quando ero bambino o ragazzo e seguivo il calcio con un’intensità che ho perduto da tempo.
Era proprio un’altra epoca.
L’epoca degli allenatori che seguivano la partita seduti in panchina fumando la pipa. Del calcio con le magliette di lana anche quando faceva caldo e che non cambiavano da un anno all'altro per ragioni di merchandising. Dei portieri che nelle foto di rito prima dell'inizio della partita non avevano da mostrare i guantoni sponsorizzati. Degli arbitri che veramente si potevano chiamare giacchette nere. Delle partite che iniziavano - tutte! - la domenica alle 14.30 e voleva dire che era inverno, o alle 15.30 e voleva dire che era primavera o alle 16.30 e allora erano le ultime giornate di campionato. Delle squadre di calcio di cui ti imparavi i nomi dei giocatori a ottobre e fino a giugno quelli erano. Di Nando Martellini che per tutta una partita diceva Jacobelli anziché Altobelli senza che nessun Aldo Grasso sentisse il bisogno di scriverci un editoriale sul Corriere della Sera. Della sintesi di una partita di serie A in bianco e nero alle 19 della domenica. Del numero 3 che voleva dire che quel giocatore era un terzino, mentre il numero 7 era un'ala destra. Della filastrocca ZoffGentileCabrini che iniziava subito dopo un inno di Mameli in forma breve e non cantata. Del Milan che voleva dire Rivera e non investimento per la prossima campagna elettorale. Di un'Italia che ancora si indignava per la disonestà di calciatori che scommettevano e falsavano le partite. Di attaccanti stranieri - Krankl, Rensenbrink, Simonsen, Keegan - di cui vedevamo solo qualche giocata a Tg2 SportSera il martedì e forse anche per questo erano così mitici. Di attaccanti italiani – De Ponti, Speggiorin, Desolati, Ambu – molto meno mitici. Della mia maestra elementare che un giorno mi fece una parte di merda perché nel diario tenevo una foto della Lucchese ritagliata dalla pagina di un quotidiano locale (PierottiCiscoNobile GaiardiMorgiaPlatto CiardelliSavianD’Urso VescovieNovelli).
Insomma, ci sarà pure un motivo se della squadra che ha vinto i mondiali 2006 non ricordo bene tutta la rosa e i risultati delle partite, mentre rammento benissimo chi giocò contro la Polonia, il Perù (entrò Causio, nel secondo tempo, al posto di Rossi), il Camerun, l'Argentina, il Brasile, ancora la Polonia e infine la Germania, in quella grande estate del 1982.

Nonunacosaseria

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