Il post di ieri
in cui riportavamo il pensiero del Fundador su Pietrangelo Buttafuoco ha generato diversi commenti tra cui quello imperioso del Geco, che di seguito vi riportiamo:
Pietrangelo Buttafuoco. Un nome impegnativo, carico. Troppo impegnativo e troppo carico per un normale questurino dalla penna baroccheggiante. Pietrangelo Buttafuoco è il suo nome. Scomponiamo il nome per capire meglio il supereroismo di cui è intriso: "Pietra", come Ben Grimm, ossia la Cosa. "Angelo" come uno degli X-MEN. "Buttafuoco" come la Torcia Umana. Ricordare il Super-Skrull? Era un alieno mimetico, capace di assorbire i superpoteri di chi provava a combatterlo.
Quando lottava contro i Fantastici Quattro lo vedevi con un braccio infuocato, l'altro di pietra e la testa invisibile. La sua incarnazione moderna? Il Buttafuoco. Pietrangelo Buttafuoco non "porta" un nome. Ne è portato. Quella cosa di carne che il nome si porta appresso e fa sedere su una sedia o davanti a una macchina da scrivere, non è altro che l'appendice corporea di un nome così roboante, così alato, così d'annunzio che getta volantini a bordo del trimotore, così foscoliano, così spirto guerrier ch'entro gli rugge. Quando l'hanno battezzato, il prete si è sbagliato. Ha preso in braccio il nome roboante, e gli ha affidato un bambino. Aspirante Super-Skrull. IL GECO
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