Detesto gli addii, e persino i saluti perché non si sa cosa viene dopo, soltanto cosa c’era prima. Ma lo sappiamo mai, cosa viene dopo? Anche se salutare una nave fa tanto film, fa tanto libro, ed è così romantico.
Ora, qui, io saluto l’ultima nave di Gabriele. Ho il privilegio di essere suo amico, e la fortuna di essere suo lettore. Mi è capitato persino di essere suo collega su qualche servizio e sempre, il giorno dopo, pensavo: se avessi gli occhi per vedere quello che c’era e non ho visto, se avessi le parole per dirlo così. Le sue navi sono nella bottiglia, ma lì dentro non si sta stretti, e lui è un capitano generoso: non deludono mai, i suoi porti e i suoi mari. L’ultima onda, all’ultima riga, spesso vale il viaggio. Mi mancheranno molto onda, riga e viaggio, e i consigli di lettura, e a tanti insieme a me, perché Gabriele Romagnoli non è solo il miglior giornalista italiano, è anche uno tra i più amati. Lo leggono nelle scuole, ai ragazzi piace da morire, forse lui nemmeno lo sa.
Però sono sicuro che nave e bottiglia già aspettano in qualche altra baia, dove parole e persone hanno ancora un senso, e persino il nostro mestiere. C’è vento, laggiù, come quella volta a Cape Town o quell’altra sull’isoletta coreana, persi della notte con un anziano tassista analfabeta che piangeva.
Il prossimo viaggio è sempre il migliore, ti abbraccio capitano Solo. Adesso la nave scivola nel buio senza rumore, e un bianco fazzoletto la saluta.
Maurizio Crosetti sul suo blog.
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