Per un critico che se ne va ecco un critico che viene: Francesco Merlo, da oggi anche critico cinematografico di Repubblica.
Impegnato a recensire il film tratto dal libro di Mordecai Richler La versione di Barney, si fa così prendere dall'entusiasmo che al momento del voto gli dà un bel 6 e1/2.
Peccato che i voti arrivino solo fino a 6...
6 commenti:
Personalmente spero che questa storia finisca il prima possibile: se vedo una recensione di Nepoti o D'Agostini che di cinema capiscono qualcosa mi interessa cosa ne pensano e la leggo. Se vedo (con rispetto parlando) un qualunque Maltese o Merlo che hanno la stessa competenza cinematografica del mio edicolante e scrivono i loro pensierini, allora risparmio tempo ed evito l'articolessa (che di solito, misteriosamente, è molto più lunga di una recensione vera).
Piuttosto, OT, plaudo a Ceccarelli, che oggi scrive "ci avete, ci abbiamo", ed evita l'obbrobiorsa formula "c'avete", "c'abbiamo", che è linguisticamente sbagliata. Tanto è vero che si leggerebbe "cavete" e "cabbiamo". Come nel diffusissimo caso del "che c'azzecca" (che non "cazzecca", per l'appunto).
Concordo totalmente con Fabio P.
L'idea che "chiunque può fare il critico cinematografico, prova anche tu!" non può essere tollerata oltre.
In quest'ultimo anno, di fatto da quando è arrivato il poco riuscito R2Cult, abbiamo dovuto sopportare una sfilza fastidiosa di critici dilettanti: da Curzio Maltese ad Antonio Gnoli, da Vanna Vannuccini a Gino Castaldo, da Federico Rampini a Francesco Merlo. Basta!
Esistono i critici cinematografici professionisti. Rispettiamoli! Rispettiamo Nepoti e D'Agostini.
Perché le critiche teatrali o le recensioni musicali sono scritte esclusivamente da specialisti mentre invece sul cinema può cimentarsi chiunque? Come se le recensioni cinematografiche, diversamente dalle altre, non richiedessero conoscenze tecniche.
La recensione odierna di Merlo era estenuante (vero quel che dice Fabio: i critici dilettanti non hanno il dono della sintesi) e faticosamente digeribile. E, oltretutto, inutile perché la Aspesi (che invece qualche titolo può vantarlo per recensire film) aveva già recensito l'opera al Festival di Venezia. Quindi si poteva, anzi si doveva riproporre quella.
Caro Feticista Supremo, suggerisco alla prossima occasione di sondare l'opinione dei feticisti sul tema: chi volete che recensisca i film su Repubblica (o su la Repubblica, per Fabio P)? Il critico professionista o il primo che passa da quelle parti e vanta una qualche competenza sull'argomento del film?
Fabio P. e Barba, su questo argomento con me sfondate una porta aperta. Prometto un sondaggio quanto prima.
ciccio, io non dico "su la Repubblica", ma "sulla Repubblica"
Faccio ammenda, Fabio P.
Come diresti tu, ciccio lo vai a dire a tua sorella. Faccetta sorridente che strizza l'occhiolino (so che ami alla follia gli emoticon...).
boni. non facciamo la curva sud.
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