Pubblichiamo un racconto del fantastico Nonunacosaseria dal titolo
I Beatles sapevano già tutto su Berlusconi!
Nel 1969 si diffuse la voce che Paul McCartney era morto. I fans di tutto il mondo cominciarono a scandagliare i testi delle canzoni dei Beatles alla ricerca di tracce e indizi vari su tale sconvolgente rivelazione.
In realtà, i Fab Four erano avanti con i tempi. Molto avanti. Così avanti che nei loro testi più che le prove della morte prematura del loro bassista si trovano parecchi riferimenti a quel che sarebbe successo quarant’anni più tardi in Italia. Disseminarono dunque le loro canzoni di profezie che, oggi, sono illuminanti. Roba che al confronto Nostradamus è un dilettante e tutte le storie sui templari a Rennes le Chateau finiscono nel dimenticatoio. Quando leggeranno quello che sto per scrivere, sicuramente Roberto Giacobbo imbastirà una puntata di Voyager, Paolo Attivissimo chiuderà il suo blog e Piero Angela si dimetterà dal Cicap.
Dunque, vediamo cosa cantavano i Beatles negli anni Sessanta a proposito delle vicende nostrane di questi giorni.
Nel 1963, è McCartney a spiegare le motivazioni di base di tutta la storia raccontando nel dettaglio il primo incontro con Ruby Rubacuori:
Beh, lei aveva solo diciassette anni
tu sai cosa intendo
e il modo in cui si poneva
era oltre ogni paragone
egli scrive in “I Saw Her Standing There”.
Due anni dopo, aggiunge particolari alla vicenda narrando dell’amica di Ruby (quella sulla cui rubrica telefonica è stato ritrovato il numero di “Papi Silvio Berluscone”):
Michelle, ma belle
Sont le mots qui vont très bien ensemble
Très bien ensembleti voglio, ti voglio, ti voglio,
penso che ormai tu lo sappia,
ti raggiungerò in qualche modo
canta senza troppi riguardi in Michelle.
Ancora McCartney spiega nel 1964 come funzionano le serate in casa di Berlusconi e, soprattutto, come si concludono:
Ti comprerò un anello di diamanti, amica mia
Ti prenderò qualunque cosa, amica mia
Perché non mi importa troppo del denaroracconta in Can't Buy me Love.
Lennon, dal canto suo, prova nel 1965, in Help, a dare una giustificazione a tutta questa deriva dei sensi:
Quando ero giovane
Molto più giovane di oggi
Non avevo bisogno dell'aiuto di nessuno
In nessun modo
Ma ora quei giorni sono passati
E non sono così sicuro di me
Ora, come tutti sappiamo, Berlusconi nega. Ma è Harrison, sempre nel 1965, in Think for Yourself, a consigliare a tutti di non credere alla versione del PresdelCons:
Ho una parola o due
Da dire a proposito delle cose che fai
Racconti tutte quelle bugie
Ancora McCartney, nel 1967, riferisce – in Lovely Rita, canzone dedicata non a caso a una donna di facili costumi – in maniera molto esplicita la vicenda delle gemelle Eleonora e Imma De Vivo, due assidue frequentatrici delle serate arcoriane:
Ci divertimmo e dopo cena
Le dissi che avrei proprio voluto rivederla
Seduto sul divano con una o due sorelle
Un anno più tardi, Lennon svela con quali parole Berlusconi si rivolgerà quarant’anni dopo alle sue ospiti nei momenti più intimi:
Dài dài dài dài
Dài è una tale gioia
Dài prendila con calma
Tutti hanno qualcosa da nascondere tranne me e la mia scimmia
segnala in Everybody's Got Something To Hide Except for Me and my Monkey.
Ma è il 1968 e Lennon abbandona ogni giustificazionismo per perorare la causa della giustizia, prendendosela con il Cavaliere di Arcore che rifiuta di dare spiegazioni ai magistrati:
cos'hai fatto
Hai coperto tutti di ridicolo
hai infranto le regole
L'hai fatta così grossa che tutti l'hanno vista
per quanto grande tu creda di essere
alla fine avrai quel che ti meriti
canta in Sexy Sadie.
Contemporaneamente, Harrison predice - in Piggies - la linea difensiva seguita dai media compiacenti: così fan tutti, scriveranno i Feltri e i Belpietro e i Sallusti:
Dappertutto ci sono moltissimi porcellini
che vivono vite porcine
Da parte sua, sempre nel solito anno, McCartney compone il suo testo più, ehm, politico - Back in the USSR - e svela il vero motivo dell’amicizia di Berlusconi con Putin:
Beh le ragazze ucraine mi mettono proprio ko
Fanno dimenticare l'Occidente
E le ragazze moscovite mi fanno cantare e gridare
Che la Georgia è sempre nella mia mente(mi si dirà che Paul non è in grado di prevedere anche il dissolvimento dell’Unione Sovietica: ma, onestamente, sarebbe stato pretendere troppo)
Nel 1969, persino il placido Ringo Starr, che in sette anni di militanza beatlesiana compone la miseria di due canzoncine, utilizza una di queste due - Octopus's Garden - per ironizzare su Berlusconi con una fin troppo chiara ed evidente allusione al Bunga Bunga:
Staremmo al caldo sotto la tempesta
Nel nostro piccolo rifugio
Appoggiando la testa sul letto
Canteremmo e balleremmo qua e là
Sapendo di non poter essere trovati.
Nonunacosaseria
1 commento:
muahhahahhahhha è da morire !! che figata. I miei miti sono sempre stati dei piccoli maghetti <3
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