martedì 8 febbraio 2011

Lo smutandatore di "conculotti".

Francesco Merlo lunedì ci ha deliziato con la fenomenologia dei "conculotti", neologismo per indicare il contrario dei sanculotti ("sans culottes", i senza mutande della Rivoluzione francese). Così ha chiamato i contestatori armati di slip domenica ad Arcore. Ecco i passaggi più significativi.
"Era stata dunque una manifestazione di dileggio e di beffa prima che il solito discreto manipolo di estremisti rendesse cattive tutte le buone ragioni possibili, perché la violenza non ha mai buone ragioni. La voglia di fare a botte, la strategia di stuzzicare il lupo per farsene vittima, di provocare i manganelli della polizia per poi gridare 'polizia fascista' è un triste copione che troppe volte si ripete e che ferisce, molto più di Berlusconi, l'Italia intera e il suo sacrosanto diritto di spiegare e dispiegare un milione di ottime ragioni per 'mutare' il premier. (...) Una forza infatti non può mai essere violenza se è animata da intelligenza e cultura che sono il contrario della volgarità. (...) Mutande significa 'che devono essere mutate' (...). La mutanda è comunque un memento: 'ricorda che si devono cambiare'. Ma le mutande di ieri (domenica, ndr) servivano ai generosi ragazzi viola per inchiodare Berlusconi alla sua fissa identità, che è quella dell'apparato sessuo-genitale, le mutande come cifra della politologia, le mutande come porcheria di Stato. (...) L'Italia è una mutanda, è ora di cambiare".
PPR+?

MUDD

1 commento:

kriss ha detto...

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