Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Ieri sono andato a vedere il film Silvio forever: ad un certo punto fanno vedere la prima pagina di Repubblica del giorno dopo dell'ultima vittoria di Prodi alle elezioni; ebbene, il titolo dell'editoriale di Ezio Mauro (non ricordo bene le parole precise, scusatemi) faceva più o meno "Il tramonto del Cavaliere" o qualcosa del genere. A distanza di anni, quanti altri titoli tra lui, Scalfari, Giannini, Maltese e compagnia abbiamo visto del genere? Quante volte Silvio è stato all'ultimo giro di giostra secondo i nostri beniamini? Purtroppo io lo vedo ancora in sella, più forte che mai.
Piazza Indipendenza
7 commenti:
Questo a mio parere riapre il dibattito sul famoso "bacio della morte" scalfariano, e di Repubblica in generale. Ho sempre pensato che questi di Repubblica portano una sfiga incredibile. Guardiamo ai fatti. Si era schierata con la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, inutile ricordare la conclusione. Poi era dalla parte di Veltroni, accoppato pure lui. Ultimamente ha speso qualche buona parola per Gianfranco Fini, e FLI perde la maggior parte dei suoi parlamentari... Potrebbero provare a fare un editoriale a favore del Cavaliere, magari è la volta buona che ce lo leviamo dalle scatole
Ottima e sconfortante segnalazione di Piazza Indipendenza.
Riguardo al celebre "bacio della morte", credo che la realtà sia più semplice: Repubblica ha sempre interpretato una posizione di minoranza in questo Paese, e quindi inevitabilmente perdente (salvo qualche caso eccezionale). Ciò però non le ha mai impedito di lavorare affinché questa posizione minoritaria guadagnasse consensi più ampi. Senza successo, purtroppo. Ma non mi pare che l'esito negativo sia una colpa di Repubblica. Per la quale potrebbe valere quanto disse il grande Nanni Moretti in Caro Diario: "Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza..."
http://www.repubblica.it/sport/2011/03/29/foto/ultr_portano_un_cadavere_in_curva-14210905/1/?ref=HRESS-1
Allucinante.
Sono d''accordo con Barba, soprattutto nella citazione morettiana in cui mi sono riconosciuto fin da subito (nel primo episodio, se non sbaglio, di "Caro diario".
Ottimo il titolo, citazione dell'immenso Terzani (scrisse anche sulla "nostra" se la memoria non mi tradisce).
Ottima memoria, Frank.
Terzani scrisse su Repubblica come corrispondente dall'Estremo Oriente dalla fondazione fino al 1989. Poi, ahimé, ci lasciò per il Corsera.
Fu un duro colpo all'epoca.
Beh, ma allora la Repubblica appoggiò anche Prodi, che vinse entrambe le volte
Ragazzi, secondo me non e' una questione di sfiga: il fatto che ciclicamente qualcuno dica di Berlusconi "stavolta ha davvero chiuso" credo sia un clamoroso errore di valutazione. Errore ripetuto piu' volte nel corso degli anni e da piu' editorialisti. Editorialisti d'esperienza, mica gli ultimi arrivati. E nessuno che poi abbia mai chiesto scusa dicendo "e' vero cari lettori, mi sono sbagliato".
A proposito di visioni ottimistiche, ieri l'ottimo Andrea Bonanni, nel commento sulla sconfitta elettorale della Merkel, ha concluso così l'articolo:
"Il messaggio che arriva dalle urne del Baden-Wuerttemberg e della Renania è che non si governa un grande Paese inseguendone i sondaggi e le paure. Ed è un messaggio che, a ben vedere, manda un raggio di speranza anche per noi italiani.".
Premesso che il riferimento mi è parso un po' gratuito (come spesso avviene sul nostro giornale quando i commentatori infilano ovunque Berlusconi), definire Bonanni ottimista è il minimo, no?
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