lunedì 28 marzo 2011

Nessuno mi può recensire.

Segnalo l'ennesimo scivolone della sezione cinematografica di Repubblica.
Il film Nessuno mi può giudicare, campione di incassi lo scorso week end e in procinto di confermarsi tale anche in questo, non è stato ancora recensito sul giornale.
Ieri ci siamo dovuti sorbire la solita recensione dello spettatore intelligente Curzio Maltese (a cui preferiamo i critici professionisti come Nepoti o d'Agostino) di una inutile commediola americana. Ma del film italiano, che sta riscuotendo un grande successo di pubblico, nessuna recensione sul giornale nei primi dodici giorni di programmazione.
D'Agostini ha dedicato al film di Massimiliano Bruno una lunga e ben strutturata videorecensione sul sito. Non si capisce perché sull'edizione cartacea si continuino invece a prendere questi buchi (non è la prima volta).
Vi pare normale?

Barbapapà

7 commenti:

Piazza Indipendenza ha detto...

Hai perfettamente ragione, Barba. Il giovane cinema italiano va sempre aiutato, soprattutto quando (come in questo caso) e' di buona qualita'. Ed una mancata recensione di Repubblica reca alla pellicola un danno d'immagine e soprattutto d'incassi.

kriss ha detto...

Vogliamo dirla tutta: la sezione "cinema" di Repubblica è da piangere. Sono abbastanza sfigati, discontinui e distratti. Chissà come mai? Il diretur non sarà un cinefilo e poi D'Agosti e Nepoti appaiono e scompaiono come le lucciole!

Piazza Indipendenza ha detto...

Kriss, il diretur non sara' un cinefilo, D'Agostini e Nepoti appaiono e scompaiono, ma vedrai tra qualche giorno le pagine e pagine dedicate al nuovo film di Moretti; si scomoderanno i recensori ufficiali, si accoderanno la Aspesi, Maltese, forse Scalfari stesso. Ovviamente saro' ben lieto di leggere il tutto con grande attenzione, ma tra il TANTISSIMO su Nanni ed il NULLA sul film numero uno al box office da due settimane c'e' sempre una via di mezzo.

Barbapapà ha detto...

Non credo che la sciatteria che contraddistingue la sezione della critica cinematografica sia ascrivibile al disinteresse del Diretùr.
C'è anche da dire che prima dell'arrivo dell'esiziale R2Cult la sezione aveva trovato, silenziosamente e quasi inavvertitamente, un po' di equilibrio con Nepoti e D'Agostini a menar le danze. Poi, con l'inserto del sabato, il buio.

Io rimango convinto che il nostro giornale non si sia più ripreso dal "tradimento" di Kezich per il Corsera nel lontano 1989.
E' come se da allora Repubblica stesse cercando un sostituto all'altezza e non l'avesse ancora trovato.

In ogni caso, tra i grandi giornali, il nostro è quello che si presenta più incerto e caotico nel recensire i film. Nonostante abbia, con Nepoti e D'Agostini, la possibilità di strutturare al meglio la sezione.

Piazza Indipendenza ha detto...

Kezich non mi ha mai entusiasmato, secondo me Nepoti e D'Agostini sono superiori anche se, purtroppo, non i migliori sul mercato. Tornando invece a Nessuno mi puo' giudicare, adesso bisogna capire se un'eventuale recensione pubblicata sabato prossimo, a tre settimane dall'uscita del film, potrebbe essere una mossa riparatrice (della serie meglio tardi che mai) oppure un'inutile beffa (essendo passato tanto tempo, i giochi al botteghino per la pellicola sono praticamente fatti).

Barbapapà ha detto...

Se recensione vi sarà, caro Piazza Indipendenza, sarà inutilmente tardiva (compensativa, direi) e senza visibilità.

Spiegatemi poi perché oggi la sezione Spettacoli si apre con l'anteprima Cinema di "Boris - il film", negata invece a "Nessuno mi può giudicare". Forse questo film non meritava un trattamento simile? O devo maliziosamente pensare che anche nei giornali il necessario distacco professionale lasci a volte posto alle preferenze personali, se non alle simpatie?
Oppure, siccome Boris fa tendenza tra i gggiovani allora sì, diamogli ulteriore visibilità, e invece ad un film senza santi in paradiso non diamo spazio alcuno?

Ripeto ancora una volta: la sezione di critica cinematografica di Repubblica va rifondata.

Piazza Indipendenza ha detto...

Non e' la prima volta che Repubblica tira la volata a prodotti che piacciono ad una certa sinistra gggiovane un po' radical chic, e lo stesso avverra' come ho detto in precedenza per il film di Moretti. Confesso: a me Boris piace moltissimo ed evidentemente saro' anch'io un radical chic di sinistra, ma e' giusto che il nostro giornale spinga alcune cose a discapito di altre? E poi perche' lo fa? Solo per preferenze e simpatie personali come dice Barba o anche per andare a colpo sicuro con i propri lettori?